Partiamo da una premessa: Zitromax non è “un antibiotico contro COVID19”.
Non vediamo come potrebbe esserlo: SARS-CoV-2 è un virus, Zitromax è un antibiotico. È un po’ come dire sono “finite le racchette necessarie per giocare a golf” o “Vorrei comprare il joystick per andare a pescare”.
Ma tra i titoli lo sentiamo definire “L’antibiotico per curare COVID19”
Premessa: Zitromax non cura COVID19.
Non lo ha mai fatto.
E non siamo solo noi a dirlo
Aprendo alcuni articoli, scopriamo che
“In linea con le raccomandazioni dell’Aifa, la prescrizione da parte dei medici di famiglia è indicata solo per casi selezionati, quando c’è il sospetto di un’infezione batterica. Non è chiaro, quindi, il perché possa verificarsi una prescrizione smodata di questo antibiotico che, ricordiamo deve essere necessariamente prescritto e non può essere distribuito in farmacia senza ricetta” dice all’Adnkronos Salute Fiorenzo Corti, vicesegretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), in merito alle notizie sulla carenza dello Zitromax.
Si tratta delle “infezioni opportuniste”.
Se una malattia virale come COVID19 tiene occupato il sistema immunitario e debilita il corpo, possono passare altre malattie.
Come ad esempio se in una piazza affollata dei pazzi iniziano a spararel col fucile e la polizia è impegnata a fermarli, ci saranno ladruncoli che approfitteranno per rubare portafogli.
Nell’esempio COVID19 è il pazzo col fucile e le infezioni batteriche sono i ladruncoli che se ne approfittano.
Succede però che siamo che in Italia.
Gli antibiotici vanno quindi usati nello 1% dei casi, come ricorda Bassetti. Quando ci sono infezioni concorrenti.
Ma siamo in Italia, la patria del Fai-Da-Te delle terapie alternative.
Da sempre al primo mal di gola, ben da prima del COVID19, si corre a imbottirsi di antibiotici, col rischio di selezionare batteri resistenti.
COVID19 ci ha regalato fautori delle “Terapie Domicliari alternative” pronti a consigliare beveroni di antiparassitario, clisteri di candeggina e bagni nella borace latori di imponenti irritazioni intime.
Non c’è alcuna sorpresa che un farmaco che ricordiamo (e ci ricorda Burioni) non fa parte della terapia per COVID19, ma viene usato per la terapia delle infezioni batteriche concorrenti, sia andato esaurito in tutta Italia.
Al momento un farmaco usato per le affezioni batteriche è irreperibile. E le poche scorte finiranno presto.
Siamo tornati ai tempi in cui i novax al grido di “Arriva il vaccino più buono che ci sia” (nome che un miscuglio di novax e QAnon diedero al Plaquenil) combattono Big Pharma e Pfizer ingozzandosi di farmaci prodotti da Pfizer che non gli serviranno a niente.
Se non negarli ai pazienti che ne hanno veramente bisogno, spesso pediatrici.
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