“Forza Virginia!”, così si conclude il testo di un meme che sta circolando tra le bacheche social da parte degli elettori dell’attuale sindaco di Roma. “Zingaretti multato dalla UE” sarebbe una notizia importante di cui parlerebbero tutti i quotidiani. Il nodo della questione, come si può intuire, è l’emergenza rifiuti della Capitale, una realtà che anche chi vi scrive sta vivendo tutti i giorni. In estate, come si può immaginare, il problema si fa “sentire” ancora di più. Cos’è successo realmente?
ER MONNEZZA
Zingaretti è stato multato dalla UE per non aver fatto il piano rifiuti e boicottato la Raggi
Forza Virginia
Prima di cominciare con il fact checking ricordiamo sempre che i meme di questo genere (o meglio, tutti i meme) non sono che informazioni semplificate, spesso al servizio di una propria sete di ideologia, e non rappresentano mai una fonte. Per intenderci, chiunque avrebbe potuto scrivere il contrario e diffonderlo come se fosse una realtà fattuale, ma per un riscontro oggettivo è necessario approfondire con le fonti ufficiali. Che no, non sono i meme pubblicati sui social.
Chi ha memoria ricorderà che Bruxelles, dunque il Parlamento Europeo, ha più volte bussato alla Regione Lazio per il problema dei rifiuti. Nel 2015, più precisamente il 17 febbraio, la Presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo Cecilia Wikström scrisse una lettera a Nicola Zingaretti il cui testo fu riportato da Roma Today in questo articolo:
È stato evidenziato il ritardo della regione Lazio nella gestione dei rifiuti, in particolare per quanto riguarda la debole percentuale di raccolta differenziata e il sistema del ciclo dei rifiuti, basato sullo smaltimento in discarica” contrariamente a quanto impongono le direttive europee (la n. 98/2008) che invece pongono il ricorso alla discarica come ultima istanza. Wikström ricorda la “sentenza del 2 dicembre 2014 della Corte di giustizia europea, che ha condannato l’Italia a sanzioni pecuniarie per non aver dato esecuzione alla precedente decisione della Corte del 2007, che aveva constatato l’inadempimento alle direttive europee sui rifiuti.
Attenzione: nel 2014 le sanzioni pecuniarie furono imposte alla Repubblica Italiana, non alla Regione Lazio e non a Zingaretti. Il documento di quella sentenza è ancora online a questo indirizzo.
Un’altra tirata d’orecchie arrivò nel 2019 quando la Commissione Europea fissò una scadenza all’indirizzo di Regione Lazio e Comune con il rischio di “una nuova procedura d’infrazione in materia ambientale” se entrambe le parti non avessero notificato il piano di gestione dei rifiuti. Anche in questo caso non si può parlare di sanzioni contro Zingaretti, bensì di un ultimatum inviato dalla UE a Regione e Comune di Roma.
Ciò che potrebbe creare confusione, ancora una volta, è la condanna arrivata nel 2014 da parte della Corte Europea. Come riportava Il Messaggero, la Corte di Giustizia Europea aveva condannato l’Italia perché “prima del 2012 la spazzatura veniva portata in discarica senza che fosse trattata”. Il mandato di Nicola Zingaretti è iniziato nel 2013.
Prima dell’attuale presidente, a capo della Regione c’era Renata Polverini eletta per il centro destra con Forza Italia. In ogni caso quella condanna era rivolta all’Italia per via della gestione dei rifiuti della Regione Lazio – ripetiamo – prima del 2012, dunque prima del mandato di Zingaretti.
Nel 2020 il commissario UE all’ambiente Virginijus Sinkevicius, intervistato per Euractiv, dichiarò che in Italia esistono ancora 50 impianti (discariche) da convertire e bonificare. Per questo Sinkevicius ha ricordato quelle sanzioni del 2014 che la Commissione dovrà mantenere fino a quando tutte le discariche non saranno conformi.
Oggi sul sito della Regione Lazio è riportato il nuovo Piano Gestionale Rifiuti vigente dal 2019 al 2025, approvato nel 2020. L’assenza di una voce sui termovalorizzatori fece infuriare Virginia Raggi.
Oggi il problema dello smaltimento dei rifiuti a Roma è ancora attuale. Nei primi giorni di giugno l’incontro tra il Comune, la Regione e il Ministero della Transizione Ecologica si è concluso con un nulla di fatto. Dal Campidoglio, fermo nel ricordare che nel territorio non ci sarebbero aree idonee alla costruzione di impianti si smaltimento, è arrivata anche la battuta: “Lasciamo i rifiuti al Colosseo”.
Nel frattempo il problema persiste e il 29 giugno Zingaretti ha firmato un’ordinanza per prorogare il conferimento dei rifiuti di Roma nella discarica di Viterbo, ma ha aggiunto che se la Capitale “non assolverà ai doveri gestionali e di programmazione” verrà commissariata sul tema dei rifiuti per “manifesta incapacità”.
Nelle ultime ore, infine, è arrivato l’ultimatum del governo al Comune di Roma: il Campidoglio dovrà indicare il sito della nuova discarica mentre Zingaretti, dunque la Regione, dovrà riesaminare e aggiornare il piano integrato rifiuti.
Parliamo di disinformazione perché con il meme che ci segnalano i nostri lettori è una delle solite semplificazioni nate dal tifo personale e non dai dati oggettivi. Riassumendo:
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