Wordstar ritorna sugli schermi: sotto forma di abandonware certo, e per mano di uno dei suoi utenti più famosi, lo scrittore di fantascienza Robert J. Sawyer.
Stanco del fatto che le nuove generazioni non conoscono la gloria di Wordstar, la stella dei word processor, ha deciso di prendere la vicenda di petto, creando un bundle personale.
Si chiama Abandonware: significa che non è del tutto autorizzato e legale, ma vive nella linea grigia del “non importa più nulla a nessuno”, nel senso che i soggetti che potrebbero far valere i loro diritti di autore di fatto non sono più presenti o non hanno più manifestato interesse alcuno.
Dato non scritto nel piombo: Jeff Minter ha rilasciato una patch per il suo Revenge of the Mutant Camels decenni dopo l’uscita dal commercio e di tanto in tanto un programma o un videogame “abbandonato” smette di essere tale come è stato per Tombi, capolavoro del 1997 solo recentemente riesumato per console di nona generazione.
Comunque l’avventura commerciale di Wordstar si era fermata ben 25 anni fa, nel 1999.
Ed è stata una lunga avventura, cominciata nel 1978 quando il programmatore Seymour I. Rubinstein decise di fondare MicroPro International e produrre un proprio programma di videoscrittura, WordMaster, che nel 1979 divenne Wordstar.
Non che Rubinstein avesse tanta concorrenza: l’unica alternativa dell’epoca era Electric Pencil del 1976, programmato per il MITS Altair da Michael Shrayer sulla base del fatto che nessuno aveva mai pensato prima a usare un computer per scrivere documenti (si usavano tradizionalmente macchine da scrivere, o le prime macchine da scrivere elettroniche) e Shrayer ne sentiva il bisogno.
Wordstar superò presto il decano della sua specie in tutto, offrendo funzioni ora scontate ma all’epoca inedite come la capacità di stampare automaticamente buste da modelli per lettere e un primitivo editor WYSIWYG (“What you see is what you get”), ovvero la possibilità di osservare l’impaginazione del documento direttamente sul monitor prima di stamparlo.
Wordstar aveva un unico difetto: un pessimo manuale, ma tale difetto fu una delle cause della sua diffusione. L’utente era abituato a cavarsela con l’help “in linea” del programma, e quindi si sentiva poco motivato all’acquisto preferendo la pirateria: nondimeno furono scritti manuali e corsi per l’uso del popolare programma.
Uno di questi fu scritto con Microsoft WRITE da un autore, Arthur Naiman, che conosceva Wordstar ma lo aveva in grande uggia.
Wordstar si diffuse inizialmente su CP/M, il sistema operativo preferito per i computer da ufficio e professionali, diventando parte del bundle dell’Osborn 1, apprezzatissimo “portabile” (non è un errore, ci si riferisce al “portabile” per descrivere un computer, precedente l’era dei portatili, integrato e trasportabile ma privo di batterie interne) parte della rivoluzione dell’informatica da ufficio e “autosabotato” da mere questioni commerciali.
Nel 1982 il “salto di specie” su MS-DOS e il successo. Generazioni di scrittori come Arthur C. Clarke (celebre per 2001 Odissea nello Spazio) George R.R. Martin (noto per Il Trono di Spade) e la Ann Rice di Intervista col Vampiro usarono Wordstar per le loro creazioni, come anche importanti sceneggiatori televisivi.
Col passare del tempo semplicemente il colosso Microsoft cominciò ad ingoiare ogni campo dell’informatica e nel 1999 l’ultima revisione di Wordstar, la 7.0d fu venduta.
Abandonware dicevamo, non più in commercio ma con una base di affezionati scrittori pronti a tenere un vecchio PC sulla scrivania per non abbandonare il rito.
Robert J. Sawyer, pluripremiato scrittore di Sci-Fi, ha recentemente deciso che non è il momento che Wordstar muoia. Certo, procurarsi un computer retro oggi, anche solo in grado di far funzionare DOS e Windows 3.11 in modo agevole, comporta sovente un esborso monetario nei recessi di eBay pari a quello di un computer moderno usato se non di più, complice il bagarinaggio.
Sawyer ha quindi creato un pacchetto omnicomprensivo da 680 MB (praticamente un CD-Rom pieno in leggero overburn, per i nostalgici) comprendente l’ultima versione di Wordstar, i preziosi manuali editi negli anni e le applicazioni DosBox-X e vDosPlus necessarie per far funzionare Wordstar su un computer moderno.
Il senso dell’operazione, descritto dallo stesso autore, non è solo un tributo ad un programma descritto da Anne Rice come “ben più elegante e razionale di Word”, ma come un mezzo per riuscire a conservare e tramandare le bozze di generazioni di romanzi.
Difficilmente gli eredi degli scrittori citati, come Robert J. Sawyer, potranno procurarsi in futuro computer con MS-DOS, e quando arriverà il momento per coloro che tra loro sono ancora vivi di lasciare i loro strumenti in eredità, mantenere operativo un computer storico potebbe essere un’impresa.
Scaricare un pacchetto omnicomprensivo con manuali ed emulatori consentirà semplicemente di caricare copie dei file originali su un qualsiasi computer, anche nuovo di pacca, aprirli come se gli ultimi 25 anni non fossero passati.
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