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William Pezzulo dovrà pagare le spese legali di quasi 50mila euro entro 10 giorni, rischia il pignoramento

Un post pubblicato su Facebook ci porta all’attenzione del caso di William Pezzulo:

Il 19 settembre del 2012 un secchio pieno di acido lanciato dalla sua ex compagna, Elena Perotti, insieme a un complice lo sfigurò. Allora, William Pezzulo aveva 26 anni. Oggi, dopo una lunga lotta fra interventi chirurgici e battaglie legali, dovrà anche pagarsi le spese dell’avvocato che lo ha assistito. Condannati a pagare le spese legali, i suoi aggressori risultano nullatenenti. La parcella è arrivata a lui, con tanto di sentenza. Quasi 50000 euro da pagare entro 10 giorni, altrimenti si rischia il pignoramento della casa di famiglia.
Nessun politico o difensore dei diritti ha mai lanciato una battaglia per aiutarlo e difenderlo.
Perchè la violenza di genere è importante combatterla solo quando è verso l’altro genere.
Sfortunatamente William Pezzulo è solo un uomo.

Il caso di William Pezzulo

Nella notte tra il 19 e il 20 settembre 2012 William Pezzulo stava rientrando nella sua casa di Travagliato. La sua ex compagna Elena Perotti, incinta al nono mese, lo stava aspettando in compagnia di un suo amico, Dario Bartelli, di 43 anni. All’arrivo di William, l’uomo lo aggredì fisicamente, e quando la vittima stramazzò a terra gli fu versata addosso un secchio di acido.

La “colpa” di William Pezzulo, che nel 2012 aveva 26 anni, era quella di aver interrotto la relazione con la Perotti e di non aver voluto riconoscere il bambino. Il suo aggressore, braccio della ex compagna che aveva pianificato la vendetta, era già oggetto di Daspo per precedenti di violenza.

L’appello di William

L’11 aprile Pezzulo ha pubblicato un video dalla sua pagina Facebook Io sto con William:

La mia ex era stata condannata a 8 anni di reclusione che non ha mai fatto, e al risarcimento di 1.280.000 euro che non ho mai ricevuto (BresciaToday riporta che Elena Perotti risulta nullatenente, ndr). Gli avvocati, giustamente, hanno sempre lavorato nel penale e nel civile. Nel civile, qualche mese fa, mi è stata recapitata la parcella dell’avvocato. Quei soldi non li ho, perché ovviamente ho speso quei pochi che avevo per le cure mediche. Questa somma era troppo alta per me, e sono stato convocato dal Tribunale per risolvere la controversia con l’avvocato di parte civile. Stamattina è arrivata l’ordinanza del Tribunale che mi condanna a pagare la somma ancora più elevata di 48.750 euro. Ho 10 giorni per pagare, perché altrimenti mi viene pignorato tutto quello che ho.

A quel punto William mostra la cifra stampata sulla lettera del Tribunale:

Giornale di Brescia ricorda che William è invalido al 100% e sul Giorno leggiamo che la sua carnefice uscirà dal carcere nei prossimi giorni. Pezzulo dice di aver speso tutti i suoi soldi per le sue cure – si è sottoposto a 7 interventi – e per le medicine, e non gli è possibile pagare quella somma. Come riporta anche il Corriere della sera, William ha lanciato un appello rivolto a tutti coloro che intendono aiutarlo.

Su Brescia Oggi leggiamo che la madre di William afferma che l’avvocato li aveva indotti a pensare che la sua attività fosse gratuita. William, inoltre, aggiunge che non era stato informato circa la possibilità del gratuito patrocinio.

La risposta dell’avvocato

Brescia Oggi riporta la risposta dell’avvocato civilista:

Ai giudici ho depositato tutti gli atti che provano l’attività svolta. Fino alla conclusione del giudizio ho chiesto solo il rimborso spese, ma mai ho promesso o garantito l’assistenza gratuita. Io ho proposto di chiudere la questione con i 15mila euro anche in più soluzioni, non mi hanno mai risposto. Anzi sono stata pure attaccata e diffamata via social.

Sulla mancata comunicazione del gratuito patrocinio, invece:

Il reddito era superiore a quello che permette di usufruire dello strumento. Il non avere chiesto compensi sino alla pronuncia della sentenza che ha accolto la domanda di risarcimento – scrivono nella motivazione – non vale quale rinuncia tout court al compenso.

[…]

Il reddito di lavoro del padre di William nel 2011 è ampiamente superiore alla soglia massima per accedere al gratuito patrocinio – sottolineano i giudici – e Pezzulo si è limitato ad allegare il proprio reddito da pensione di invalidità (487,93 euro al mese) senza contestare la documentata convivenza con i genitori e senza fare cenno di mutata situazione di reddito familiare rispetto a quella del 2011. Non ha affatto provato il possesso dei requisiti.

È dunque vero che William Pezzulo è stato condannato dal Tribunale al pagamento della parcella entro 10 giorni, con il rischio di pignoramento. Il suo appello è stato pubblicato l’11 aprile e oggi, 19 aprile, sono trascorsi 8 giorni. Sulla sua pagina Facebook sono presenti tutte le coordinate per coloro che vogliono dare il proprio contributo.

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