Editoriale

“Vorrei un posto lontano da bambini, cani, cinesi”: il giornalismo deve fare pace con titoli e anteprime

“Vorrei un posto lontano da bambini, cani, cinesi e gente che puzza, se è possibile”. Questo il titolo che si legge nell’anteprima di un articolo dell’HuffPost Italia pubblicato nel 2017 ma riproposto nella giornata di ieri, 29 giugno 2021. Copertina dell’articolo è la foto di una donna. Chi scorre la home da dispositivo mobile si ritrova con un titolo mozzato dalla parte più importante, e se non pigia sull’anteprima per leggere di cosa si tratta tutto degenera nella semplificazione: la donna della foto non vuole stare vicino a bambini, cani, cinesi e persone che puzzano.

 

“Vorrei un posto lontano da bambini, cani, cinesi e gente che puzza, se è possibile”: un’hostess d…

Il titolo di HuffPost Italia si accompagna al messaggio in calce: “C’è un problema al check-in. Sei tu”. Il risultato è nei commenti:

Se apriamo l’articolo originale scopriamo l’iniziativa di Ambra Garavaglia, hostess di terra dell’aeroporto di Malpensa che su Twitter aveva creato una vera e propria serie in pillole sulle richieste assurde dei passeggeri. Tra queste, appunto, c’era la seguente:

Il successo dei suoi tweet era stato individuato da un social media manager che le aveva consigliato di trasformare quei messaggi in un e-book dal titolo, appunto, C’è un problema al check-in: sei tu”. L’errore di HuffPost Italia e di tanti altri quotidiani online è quello dell’anteprima, che non lascia intuire che quel virgolettato sia una citazione dei passeggeri bensì inganna il lettore medio che si convince di aver letto un capriccio della donna ritratta in copertina. Il risultato lo abbiamo dimostrato nei commenti di cui sopra.

Chi scrive su siti internet e testate online sa bene che un titolo troppo lungo è dannoso, dal momento che se supera i circa 70 caratteri (qui un vademecum degli esperti), nelle ricerche e nelle preview risulta troncato. Per questo gli utenti che viaggiano dal dispositivo mobile – e lo screenshot che abbiamo riportato lo dimostra, visto il simbolo degli Instant Articles – in questo caso si sono ritrovati con un titolo monco e per questo hanno frainteso il titolo.

Di seguito il titolo visualizzato nell’anteprima desktop e dall’url originale.

Chi usa WordPress, del resto, sa che esiste un modo per creare un titolo social diverso da quello che comparirà sulla pagina web, perché non sfruttare questa possibilità anziché creare il caos e accusare le persone di analfabetismo funzionale? Soprattutto: perché scatenare gli analfabeti funzionali? Perché crearne di nuovi?

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