Ogni tanto ritornano. Non sono mancati gli appelli benaltristi all’inchiesta Angeli e Demoni nei giorni passati. Ci ha pensato la senatrice leghista Lucia Borgonzoni, sfoggiando una maglietta per ricordare agli ormai ex alleati che stanno facendo il governo con il “partito di Bibbiano”, per l’allora onorevole Luigi Di Maio. Stavolta ci pensa Vittorio Sgarbi, noto opinionista e critico d’arte, a risollevare l’attenzione sull’argomento. Eletto alle scorse politiche come deputato di Forza Italia, ha persino dato la fiducia al governo gialloverde perché «dove c’è il disordine, io prospero». Senza che ci sia stato nessun significativo aggiornamento sulla delicata inchiesta Angeli e demoni, Vittorio Sgarbi pubblica un post polemico e scandalizzato su Bibbiano.
Quel che è successo a Bibbiano è qualcosa di paragonabile, per la naturalezza della violenza con la quale hanno agito, ai crimini nazisti.
E l’atto è ancor più esecrabile perché hanno tolto figli ai genitori naturali per affidarli a delle coppie gay.
Un orrore inaudito perché contempla, nella percezione collettiva, un delitto: quello della famiglia tradizionale.
Per come è stata messa nel post, sembrerebbe che la presunta sottrazione illecita di minori sia stata fatta esclusivamente in favore di coppie omosessuali. Cosa che, per lo stato attuale delle indagini, è ancora tutta da verificare. Per ora si è accertato il nome di una sola coppia omosessuale che sembra coinvolta nel giro di affidi illeciti. Si tratta della coppia Bassmaj – Badogli. Ne abbiamo già parlato in questo articolo del 12 luglio.
Inoltre, le indagini su questo caso sono delle più delicate. Già diverse smentite su presunte torture sono state accumulate nel corso dei mesi: dall’utilizzo dell’elettrochoc alle riprese di maltrattamento da parte di un padre affidatario. Sembra che anche Vittorio Sgarbi sia caduto nella trappola di un sistema in cui, per l’ansia e la smania di giustizia, si tende a dimenticare le vittime che non possono avere voce: i bambini. Dal post di Vittorio Sgarbi la vera vittima sembra essere, piuttosto, l’istituzione famiglia.
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