La storia del vino al metanolo in Thailandia ci riporta indietro nel tempo: a quando anche da noi c’è stato uno scandalo simile. Il metanolo infatti ha caratteristiche affini all’etanolo, la sostanza che dà la gradazione alcolica a vini, grappe e tutte le altre bevande alcoliche, ma a sua differenza è meno costoso e fortemente tossico
Il consumo di bevande alcoliche con moderazione non provoca i danni alla salute che l’etanolo provoca semplicemente essendo ingerito: in questo caso gravissimi danni neurologici che portano all’invaldità permanente o alla morte.
Parliamo in questo caso dei sobborghi di Bangkok, descritti come luogo amato dai turisti inglesi, dove come in molti luoghi turistici si aggira la tentazione di ingannare il facoltoso straniero in visita.
In questo caso, offrendo del “torcibudella” (o “rotgut”), bevande alcoliche illegalmente distillate aggiungendo metanolo per aumentare la gradazione alcolica.
Il metanolo dicevamo è tossico, e può portare ad ogni conseguenza del danno neurologico dalla cecità permanente alla morte.
Le indagini hanno portato a dei banchetti di “vino da strada”, mercatini all’aperto, e una venditrice che ha confessato alle autorità come, effettivamente, i suoi “soliti fornitori” (anche essi nel registro degli indagati) le avevano dichiarato di aver “cambiato qualcosa nella formula” ma che non c’era niente di cui preoccuparsi.
I sei morti e i 37 ospedalizzati con danni neurologici e ai reni, sottoposti a dialisi e respirazione artificiale, raccontano una storia diversa.
In Italia scoprimmo i mali del vino al Metanolo negli anni ’80, quando 19 consumatori tra Lombardia, Liguria e Piemonte persero la vita e 17 di loro restarono fortemente invalidi a causa del consumo di vino rintracciabile dalla stessa cantina.
I gestori furono incriminati per lesioni e omicidio colposo e violazioni della normativa contro la frode nel commercio alimentare di sostanze alcoliche: in breve tempo le indagini scoprirono diverse ditte dedite a tale adulterazione e contraffazione e l’esportazione italiana di vini subì una battuta di arresto con la Germania pronta a rifiutare l’ingresso ai vini italiani senza controlli ulteriori.
Lo scandalo del vino adulterato ebbe enorme risonanza nella cronaca e non solo: in quegli anni il duo comico Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti creò una parodia del celebre romanzo di Umberto Eco Il nome della Rosa in cui un Guglielmo da Baskerville decisamente più sciocco ma fortunato dell’originale doveva non affrontare una cospirazione per avvelenare i monaci troppo vicini a scoprire il Secondo libro della Poetica di Aristotele, ma impedire al monaco Jorge di continuare ad avvelenare i suoi confratelli e tutti gli abitanti del borgo producendo e vendendo barili di vino al metanolo per risparmiare sulle spese di produzione.
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