Col via libera al Vaccino Moderna dalla FDA abbiamo sostanzialmente il secondo dei candidati vaccini più promettenti pronto alla distribuzione.
Anche questa volta il voto è stato praticamente unanime: dietro la presentazione di una richiesta di approvazione di emergenza, valutati rigidamente i pro ed i contro, dei venti esperti convocati nessuno ha votato contro l’approvazione del candidato vaccino Moderna (solo un astenuto).
Valgono in questo caso le stesse considerazioni dell’approvazione del vaccino Pfizer da cui sono partite le campagne vaccinali USA e UK e dal quale partirà la campagna Europea: siamo di fronte a vaccini di nuova generazione che per garanzie di efficacia e sicurezza eccedono ogni richiesta di ogni potenziale comitato di esperti.
Insomma, siamo dinanzi al ragazzino promettente che arriva all’esame di maturità con una media del dieci ed un elenco di attività extracurricolari da far invidia allo Sheldon Cooper di Young Sheldon: non vi è sorpresa se il 100 con lode gli arriverà senza dover faticare.
Sostanzialmente, quello che ci aspetta adesso è una settimana assai intensa alla Food and Drugs Administration, che ci darà un’anticipazione di quello che inevitabilmente dovranno fare anche EMA ed AIFA da noi.
Sabato si delibererà sulla distribuzione più rapida possibile da parte del Centro Protezione Malattie Infettive.
Domenica si dovrà stabilire un cronoprogramma che dettagli chi vanno considerate le categorie a rischio e preferenziali: al momento, come in Europa e in Italia, la prevalenza va agli operatori sanitari, per spezzare il contagio negli ospedali e tutelare lavoratori essenziali contro la Pandemia esposti a grandi quantità di patogeno, anziani e soggetti deboli.
Inoltre un sottocomitato ha già proposto di estendere la qualifica di lavoratore essenziale a chiunque svolga professioni e mestieri essenziali che lo pongano a stretto contatto col pubblico, come medici, insegnanti, addetti ai servizi di distribuzione alimentare e ristorazione, autisti e controllori del servizio pubblico nazionale.
Cosa, riteniamo, assai saggia e che sommandosi alle restrizioni sui pubblici trasporti e l’istruzione potrebbe mettere in sicurezza settori così strettamente collegati.
Non è solo ottima: è superlativa. Per gli USA in prima battuta, ma per il mondo intero in seconda dato che, come tutti sappiamo, messo in sicurezza il mercato interno sarà più facile per Pfizer e Moderna ottemperare agli impegni presi con l’Europa e vendere ulteriori dosi.
Più candidati vaccini possono aiutare a ridurre l’iniziale ed inevitabile momento di scarsità nei quali non ci sono dosi per tutti.
Pensate alla questione delle mascherine chirurgiche, e come siamo passati dal pregare letteralmente in ginocchio i cittadini di prioritizzare medici, operatori sanitari e forze dell’Ordine all’obbligatorietà.
Se un bene esiste in quantità ridotte, ovviamente non tutti potranno averlo, e bisognerà trovarsi a scegliere chi sarà protetto ulteriormente e chi no.
Ma se quel bene comincia a diffondersi, in quantità maggiori e con qualità abbastanza diverse da consentire ai medici di scegliere il siero più adatto per il singolo vaccinando, aumenteranno la già elevata sicurezza e la diffusione.
Si potrà sostanzialmente arrivare in anticipo all’obiettivo della copertura di gregge, e si potrà nei prossimi mesi confidare di poter vaccinare chiunque ne faccia richiesta anziché confinarlo ad una lunga fila di attesa.
Dal punto di vista della sicurezza, i dubbi sulle reazioni allergiche sollevati col vaccino Pfizer e, ricordiamo, comuni ad ogni farmaco ed alimento hanno condotto ad una rafforzata vigilanza, e a spingere gli esperti a ricordare come i vaccini saranno amministrati in piena sicurezza, con tutte le avvertenze, cautele e necessità di ogni campagna vaccinale fin’ora intrapresa senza alcuna delle conseguenze catastrofiche paventate.
Parimenti è escluso il rischio di modificazioni genetiche di cui la disinformazione è ricolma.
Il Vaccino Moderna, come abbiamo visto in passato, non richiede le temperature glaciali del vaccino Pfizer, cosa che renderà possibile diffonderlo in piccole ondate, dapprima modiche quantità e poi superiori con la fine del processo di autorizzazione.
In tutto sei milioni di dosi sono pronte a raggiungere, mediante la compagnia McKesson, FedEx, UPS e i corrieri.
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