Precisazioni

Vero il video dell’aggressione di Cincinnati contro un bibliotecario: non è confermata la matrice razzista

La pagina Facebook Violenze Razziste il 24 giugno 2020 ha pubblicato un video che mostra 3 uomini di colore mentre aggrediscono un passante sul marciapiede. Come riporta il video le immagini sono state catturate da un circuito di sorveglianza a Cincinnati. Il filmato è molto violento e per questo motivo non lo mostreremo. Ciò che gli admin di Violenze Razziste sostengono è che si sia trattato di un agguato razzista.

La fonte

Violenze Razziste specifica la sua mission in un post fissato in alto che riporta quanto segue:

La pagina ha lo scopo di far capire che il #razzismo non ha colore.
Il motivo per cui postiamo quasi esclusivamente materiale ritraente scene di razzismo verso le persone di non-colore è molto semplice: esistono migliaia di pagine e account impegnati nell’antirazzismo che però danno una visione distorta del problema, facendo credere, razzisticamente, che il problema del razzismo sia solo contro le persone di colore. È dunque obbligo per noi tentare di ribilanciare questa visione del problema dimostrando che non è come vuol essere dipinto.
Quindi, nessun pregiudizio verso le persone di colore da parte nostra, nessun incitamento all’odio, nessun senso di superiorità, nessuna approvazione per il razzismo nei loro confronti ma anzi, totale solidarietà verso di loro quando lo subiscono.
Se non mettiamo un argine all’uso strumentale del problema del razzismo finiremo per spostarlo da una parte all’altra, senza mai vincerlo. Le persone non devono essere trattate diversamente dal punto di vista intellettuale in base al loro colore della pelle, che siano nere, gialle, bianche, di non-colore o viola. Ed è appunto per questo che il problema del razzismo non deve essere affrontato in maniera ideologica o peggio ancora razzista ma deve essere affrontato in tutte le forme in cui si manifesta.
Il giorno in cui il mainstream smetterà di considerare il razzismo un problema esclusivo contro le minoranze, il nostro contributo diverrà inutile, perché a quel punto non ci sarà più bisogno di controbilanciare la disinformazione.

In poche parole, la pagina si impegna a riportare materiale che documenta violenze perpetrate da neri contro bianchi con l’intento di dimostrare che esiste il razzismo anche da parte di cittadini di colore. I filmati postati sono estremamente violenti e tra questi si colloca il video che oggi prendiamo in analisi.

L’agguato a Cincinnati

Il filmato è stato registrato il 15 maggio 2017 intorno alla mezzanotte. Come riportava il Cincinnati Enquirer, l’agguato aveva avuto luogo vicino alla biblioteca principale del quartiere Downtown. La vittima, un uomo di 40 anni, stava camminando lungo il marciapiede ed era stato avvicinato dai 3 aggressori. Uno di essi faceva da palo e un secondo aveva chiesto una sigaretta alla vittima. Da quel momento erano iniziate le violenze. La vittima era stata colpita 50 volte con calci e pugni e l’escalation di brutalità si era protratta per un minuto.

La polizia che si era portata sul posto aveva rintracciato due dei tre aggressori nei pressi di una stazione di servizio: si trattava di Johntae Dearmond e John Watts. Dearmond era in possesso del cellulare della vittima e delle chiavi della sua auto. La vittima, all’arrivo degli agenti, aveva le orecchie sanguinanti e all’ospedale gli diagnosticarono un’emorragia cerebrale dovuta all’aggressione.

Nessun movente razzista, secondo il giudice

Nel dicembre 2019, durante la sentenza, il giudice della contea di Cincinnati Jody Luebbers ha domandato a John Watts il motivo di quel gesto, e Watts non è stato in grado di spiegarlo. L’uomo è stato condannato a 7 anni di prigione per aggressione aggravata.

Il secondo aggressore, Johntae Dearmond, è stato condannatonove anni di prigione per rapina aggravata e ha giustificato l’aggressione come un effetto dell’alcol. Per entrambi i condannati il giudice Luebbers ha parlato di violenza senza senso e non esistono fonti che parlano di matrice razziale.

Un editorialista, nel commentare la notizia, rifletteva sulla percezione del pericolo che nasce quando le notizie parlano di atti di violenza da parte di cittadini neri nei confronti dei bianchi: gli afroamericani – scriveva Byron McCauley – si ritrovano sempre a specificare: “Non siamo tutti così” quando le cronache raccontano episodi analoghi a quello che oggi analizziamo, proprio perché tali episodi vengono spesso strumentalizzati.

Parliamo di precisazioni perché l’episodio è reale, ma non è mai stata citata la matrice razzista né dal giudice né dai condannati.

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