Ci perviene a mezzo social affidabilissima segnalazione di un genere di truffa che nell’ultimo periodo ha preso il posto dell’antica truffa del “Principe Nigeriano”
Nella segnalazione un utente racconta alle autorità di essere stato contattato a mezzo social dai venditori di un gattino del Bengala, razza particolarmente ambita che dopo aver intrattenuto l’utente stesso per un lungo periodo di tempo con messaggi apparentemente leciti hanno poi chiesto il pagamento per mezzo di buoni regalo Amazon.
L’utente non ha mangiato la foglia, a questo punto è stato giustamente diffidente e i truffatori, perché di truffa si tratta, sono spariti.
Il meccanismo è sempre lo stesso, e l’hanno descritto pagine come Scammer Payback, gestita dall’influencer ed esperto di IT noto col nickname “Pierogi”.
Si tratta del solito caso di Phishing, la truffa di chi si finge qualcun altro per capire la vostra fiducia. Un tempo, dicevamo, c’era lo scammer del “Principe della Nigeria”: un personaggio che scriveva mail massive (inviate uguali a più persone) dicendo di essere un principe in esilio e di aver bisogno di un prestito economico per sbloccare la sua ricchezza, assicurando che vi avrebbe ricompensato con parte del “tesoro regale” e titoli.
La struttura nuova si basa sull’uso di mezzi economici scarsamente tracciabili.
Il truffatore solitamente fa base in posti lontani dove agire legalmente richiederebbe rogatorie e ostacoli giudiziari e diplomatici (ad esempio Pierogi conta molte “fabbriche del troll” in India), ma può anche essere un truffatore locale che usa gli stessi mezzi e contatta utenti ignari di posti remoti, come Europa e USA promettendo di vendere un prodotto desiderato.
Animali di razza ad esempio, simulando di essere un onesto venditore pronto a dare ogni rassicurazione, oppure millantando di rappresentare il “recupero crediti” di servizi in abbonamento, come Netlflix o gli antivirus.
Arrivato a carpire la vostra fiducia, il truffatore inventerà una scusa al volo per cui non può accettare bonifici, PayPal o pagamenti tracciabili.
Richiederà mezzi di pagamento che in realtà non sono mezzi di pagamento ma regalie, ovvero schede regalo Amazon o di altri shop online, le tessere che puoi “redimere”, ovvero scambiare per merce di valore equivalente.
Una volta comprata la scheda regalo, questa potrà essere usata ovunque: prima che vi avvediate della truffa, cominciando quindi il procedimento per contattare gli esercenti e cercare di bloccare tutto, il truffatore avrà già provveduto a comprare beni che poi venderà in privato “lavando” la scheda e ottenendo denaro che apparirà come pulito e legale.
Il consiglio? È sempre quello che vi diamo in ogni caso in cui comprate online: se vi chiedono di pagare in schede regalo, ricariche PostePay o altre forme di pseudobaratto, bloccare e segnalare. Sempre.
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