Succede così, nel variegato mondo dell’informazione. Succede che La Repubblica, nota testata nazionale, pubblichi un articolo dal titolo Vaccino anti Covid, fabbriche già in moto. A novembre 10 milioni di dosi.
E succede che lo metta dietro un paywall, con tanto di preghierina di pagare un pass abbonati allo scopo di usufruire di giornalismo di qualità.
Per invogliare l’acquisto, ecco che un paragrafo annuncia trionfale
Fine settembre o inizio ottobre: conclusione delle sperimentazioni. Fine ottobre: autorizzazione da parte dell’Ema, l’autorità europea del farmaco. Novembre: messa in commercio delle prime dosi. La fabbricazione è già stata avviata e ne dovrebbero arrivare attorno a 50 milioni in Europa entro la fine dell’anno.
Problema: tutto questo avviene alla completa insaputa dei protagonisti della vicenda.
Siamo in Italia, no? Il luogo dove puoi comprare case a tua insaputa, postare contenuti a tua insaputa… o anche produrre un vaccino a tua insaputa.
Come ha scoperto Andrea Mazzella, ricercatore ad Oxford.
Vi lasciamo il resto della sua spiegazione, più esauriente di ogni altra cosa che potremmo dire al riguardo:
Temo che ci sia stato un effetto telefono senza fili: una notizia minima potrebbe essere stata ingigantita, dettata dalla comprensibile speranza collettiva di uscire presto dalla pandemia.
Mi chiedo però come mai i #media italiani non abbiano pensato quanto meno di controllare con i media britannici, che in questi giorni non hanno fatto alcun commento su questa sperimentazione del #vaccino.
Non posso fare commenti specifici sulla sperimentazione a cui sto contribuendo, perché la nostra politica sui media (giustamente) non me lo consente. I comunicati stampa ufficiali del gruppo di ricerca sono disponibili qui: https://covid19vaccinetrial.co.uk/press-updates
In ultimo, cara Italia, investi di piú nella #ricerca scientifica, e migliora le condizioni professionali per i ricercatori. C’è un motivo per cui questa sperimentazione sul #COVID si sta facendo qua e non in Italia – e per cui io vivo e lavoro da questo lato della Manica.
Raccomandiamo di seguire il consiglio del ricercatore e attenersi a quanto dichiarato dai comunicati stampa ufficiali.
Quelli, senza alcun Paywall.
La ricerca e la divulgazione scientifica, concordiamo col dottor Mazzella, non sono beni sui quali si può improvvisare, istrioneggiare o inseguire ciò che è popolare, ma solo quello che è utile.
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