Usa: Congresso proclama vittoria di Biden e Harris
La vittoria di Biden era già stata descritta come una inevitabilità. Non a caso abbiamo parlato di vittoria di Biden certa dall’arrivo dei risultati del voto.
Premessa: sull’inevitabilità della vittoria di Biden da Novembre in poi
Matematicamente era sicuro che coi voti accumulati l’esito non potesse essere che l’odiata (dai QAnon) vittoria di Biden.
Dal punto di vita politico abbiamo dimostrato con un nostro precedente articolo come nessun Grande Elettore, specialmente nei numeri richiesti, avrebbe rischiato la sua carriera politica diventando un Faithless. Infatti molti Stati hanno previsto un vincolo di mandato, in tutti gli altri tradire la volontà del proprio elettorato significa bruciarsi per sempre ogni prospettiva di carriera politica, col termine “Faithless” (affine al nostro “Voltagabbana”) un marchio di infamia difficile da scrollarsi.
Sempre dal punto di vista politico avevamo previsto che difficilmente Mike Pence si sarebbe unito ai Faithless assecondando le velleità di potere di Trump.
E così è stato: Mike Pence ha preferito diventare vittima dell’odio dei QAnon, che già sognavano di invadere il Congresso col Patriota Q pronto a ucciderlo in quanto traditore piuttosto che deviare al mandato Costituzionale e assecondare un’impossibilità tecnica.
Dal punto di vista legale abbiamo avuto invece una salva di ricorsi falliti con le principali Corti di Appello pronte a dimostrare l’assoluta logica circolare di Trump.
Quella secondo cui la vittoria di Biden doveva essere sicuramente frutto di brogli, e ciò può essere facilmente dimostrato dal fatto che Trump ha perso, perché altrimenti Trump avrebbe sicuramente vinto.
Logica circolare che di fatto ha sbarrato l’accesso alla Corte Suprema, che per legge può accogliere solo ricorsi con una minima possibilità di sollevare una questione giuridica reale.
Il Congresso proclama la vittoria di Biden e Harris: passo indietro di Trump
Alla vittoria di Biden e Harris consegue un ulteriore passo indietro di Trump.
Dopo i timidi tentativi di fermare la violenza dei QAnon, seguiti da ondivaghi post sui “patrioti” che gli sono costati un giorno di ban dai Social ecco che arriva un ulteriore passo indietro.
Trump promette espressamente “una transizione ordinata”, di fatto ammettendo che lascerà la Casa Bianca il 20 Gennaio senza colpo ferire, consentendo l’insediamento del nuovo Governo e dei nuovi collaboratori del Presidente Eletto Joe Biden.
Dichiarazione naturalmente rilasciata dalla Casa Bianca, stante il ban dai social.
Questa dichiarazione segue lo strappo netto coi Repubblicani, dei quali solo una minoranza ha elevato mozioni, rapidamente superate sul risultato dei voti.
E segue la rottura con Mike Pence, poco incline ad assecondare la narrativa del Big Steal (dichiarando di non avere “l’autorità unilaterale per decidere quali voti debbano essere contati”), l’unanime condanna di tutto il mondo politico americano ed estero e l’aleggante timore di un mandato chiuso con l’esautorazione e la transizione assegnata al solo Mike Pence.
Volente o nolente, Trump ha un ultimo rospo da ingoiare: e la narrativa del “Big Steal”, i brogli agitati ma mai provati, sarà solo benzina per una prossima campagna elettorale dove la presenza tra le file Repubblicane è ormai in dubbio.
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