Ci segnalano i nostri contatti una serie di notizie sull’apparizione negli USA del Calabrone gigante killer asiatico, nome giornalistico della vespa mandarinia.
Indubbiamente vero, ma tutto quello che avete sentito potrebbe essere stato abbastanza deformato. Quindi, bisogna fare ordine.
Il calabrone gigante asiatico si può trovare in Territorio del Litorale, Corea, Cina, Taiwan, Indocina, Nepal, India, Sri Lanka, ma è più comune nelle aree montane del Giappone, sarebbe bastato chiedere a Wikipedia. Anche se è l’informazione meno utile che possiamo trarre su questo insetto.
C’è un (relativo ma presente) problema di salute sugli uomini, da cui il nome di calabrone gigante killer asiatico, per quanto degno di approfondimento: una sessantina di punture di calabrone gigante killer asiatico possono, effettivamente, provocare la morte.
Siamo lontani dalla teoria per cui basta una puntura per morire, nella letteratura scientifica abbiamo pazienti punti fino a una trentina di volte curati e guariti, pazienti morti con una cinquantina di punture, ma anche pazienti punti fino a 200 volte guariti con problemi perduranti di salute, ma vivi. Nella media, dalle trenta punture in su è bene avere un controllo medico costante e valutare il ricorso alla terapia di urgenza.
E parliamo comunque di punture assai dolorose.
In ogni caso, punture multiple vanno sempre verificate, ed è altamente improbabile per l’entomologo Chris Looney che le vespe mandarinie siano un problema per la salute dei cittadini americani.
Basta allontanarsi, ribadisce.
Problema che spinge al mantenere le distanze è il fatto che i calabroni, a differenza delle api, non perdono il pungiglione una volta punta la loro vittima, quindi possono tornare all’attacco se si sentono sotto minaccia e il loro veleno è parte integrante del sistema di comunicazione mediante ferormoni della specie. Una puntura vale sia come mezzo di aggressione che come mezzo di comunicazione, segnalando l’oggetto di aggressione come un potenziale nemico dell’alveare, facendo in modo che un soggetto “marchiato” come nemico riceva numerose punture.
In Giappone si registrano nella media 50 morti da puntura di vespa mandarinia, ma tutti tra coloro che si erano imbattuti in un vespaio: va ricordato infatti che il calabrone gigante killer asiatico a dispetto del nome non aggredisce per caso, ma nel caso di prede “ingombranti” come gli umani solo qualora percepisca minaccia diretta al vespaio.
Indubbiamente, siamo di fronte ad animali pericolosi, ma non ingestibili.
Basta stare lontani dai vespai, chiamare le autorità, farli distruggere e non ci saranno problemi.
Il problema più grande è dato dagli effetti nell’apicoltura.
Il Calabrone gigante killer asiatico non deve il suo nome agli effetti sull’essere umano, come si è detto condizionati ad un’aggressione multipla, ma agli effetti sulla fauna e la flora.
È sostanzialmente un predatore: come molti imenotteri (ad esempio, le formiche) hanno un forte bisogno di proteine per crescere le loro larve e consentire loro di raggiungere l’età adulta in forza e vigore.
E le prendono, solitamente, aggredendo alveari per nutrirsi delle api, più piccole e meno combattive.
Le api tipiche del Giappone, Apis cerana Japonica hanno col tempo sviluppato un efficace meccanismo di difesa: quando una Vespa Mandarinia in esplorazione individua un alveare, semplicemente non le viene consentito tornare al proprio alveare viva.
Un intero sciame di api si “sacrifica” gettandosi in una specie di rissa di gruppo e rinchiudendo il calabrone gigante killer in una palla fatta dai loro corpi, privandola di frescura e ossigeno fino a strozzarla.
Le api occidentali sono prive di questo meccanismo di difesa, quindi facili prede: il calabrone gigante killer asiatico individua l’alveare, segnala la presenza di un ricco buffet, torna con altri droni e fa scempio dell’alveare.
Cosa che, quando accade in un allevamento di api da miele, causa gravissimi danni economici.
Sono stati avvistati esemplari nella zona di Washington D.C.
Le autorità locali consigliano di premunirsi con trappole per le vespe, bottiglie o strutture legate ad alberi ricchi di resina per intrappolare le regine che tra Aprile e Maggio cominciano i voli nunziali e in estate i droni pronti alla battaglia.
Per quanto crudele possa sembrare, una specie alloctona, non nativa di un determinato suolo, non può e non deve stabilirsi indiscriminatamente in un habitat non suo.
È questo il vero problema dei calabroni giganti killer asiatici, non il rischio antropico che come abbiamo visto è presente ma evitabile.
Il problema è che sono predatori nati e cresciuti in un ambiente dove a loro volta sono prede, e persino le loro prede abituali hanno imparato ad aggredirle, che si ritrovano in un ambiente del tutto nuovo dove il predatore assoluto sono diventati loro.
Se consenti alla vespa mandarinia di vivere senza alcun limite, condanni le api locali a convivere con un predatore per il quale sono impreparate e che le trasformerà in cibo per i loro piccoli, nonché numerosi altri insetti locali ad un simile destino.
Puoi quindi scegliere tra un ambiente naturale basato sull’equilibrio mantenuto da secoli, e un ambiente reso artificiale da una specie alloctona, impoverito di diverse specie e che, alla lunga, porterà la vespa mandarinia ad esaurire le sue stesse risorse in uno scenario dal quale nessuno profitterà.
Si ritiene necessario provvedere quindi al contenimento immediato dell’insetto.
Probabilmente ti confondi con la simile Vespa Velutina, anche essa un predatore allotropico.
Periodicamente avvistamenti delle due specie vengono confusi, e parlammo di una serie di avvistamenti della Vespa Velutina confusi con la Vespa Mandarinia, tali da ingenerare il più che fondato dubbio che gli avvistamenti del calabrone gigante killer asiatico (sia pur ridotti) possano essere stati falsi positivi.
Ma anche ove non lo fossero, evidentemente parleremmo di numeri ridottissimi e di un allarme inesistente, come speriamo le misure di contenimento rendano l’allarme in USA, per il bene delle api da miele.
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