Uri Geller chiede scusa ai Pokemon: così annuncia lo stesso mago, illusionista e autodefinito psichico, rivolgendosi ad un’altra icona dell’immaginazione degli anni ’90 ormai sempre più lontani.
Eravamo infatti negli anni ’90, periodo in cui Uri Geller era tornato sugli schermi dopo un grande successo negli anni ’70 e ’80, campione del piegamento dei cucchiai con la forza del pensiero (per lui genuina prova di poteri mentali, per il resto della comunità degli illusionisti una arguta prova di prestidigitazione) e Pokémon, un nuovo franchise, si preparava a conquistare una generazione.
In quel periodo un certo Satoshi Tajiri decise di creare un gioco di ruolo con creature collezionabili per il Game Boy, iconica console Nintendo, ispirato alle sue vacanze di ragazzino Giapponese a caccia di insetti da catturare, crescere in terrari e mostrare agli amichetti.
Satoshi Tajiri, che vide la sua personalità di ragazzino e la sua città natale immortalati nella serie animata che questo mese dopo venticinque anni giungerà a conclusione decise così di inserire nel gioco 150 creature direttamente catturabili (più una, il primo “Pokemon Misterioso”, Mew, ottenibile solo mediante eventi speciali che non furono mai creati) e scambiabili tra amici per mezzo di un apposito cavetto.
Tra le incriminate creature, oltre all’iconico Pikachu e al citato Mew, c’era un certo Kadabra, in originale chiamato “Yungeller”. Ovviamente i Pokémon erano tutti ispirati a fenomeni di costume noti ai ragazzini: una bizzarra creatura con un cucchiaio piegato in mano, poteri psichici e il torso istoriato coi disegni delle carte Zener (noti strumenti per la misurazione dei poteri parapsicologici) non poteva che essere ispirata a Uri Geller.
Che sinceramente non la prese benissimo.
Dichiarando peraltro che i simboli delle carte Zener usate ricordavano emblemi nazisti minacciò Nintendo di trascinarla in tribunale per abuso della sua immagine.
Kadabra-Yungeller restò e resta fin’ora in tutti i videogames legati al franchise: sparì dal gioco di carte collezionabile e dall’anime, che curiosamente continuarono a mostrare la forma evoluta Alakazam (“Foodin”, ovvero “Houdini”) e la forma infantile-larvale Abra (“Casey”, da Edgar Cayce, famosissimo ipnotista) senza che gli eredi degli stessi ne avessero a ridire.
Uri Geller continuò la sua faida fino al 2020, quando annunciò sui suoi social che avrebbe “ritirato il ban”, ovvero fatto decadere ogni azione legale.
Per due anni non se ne seppe niente: adesso ha rilasciato un breve video in cui, parlando della vicenda annuncia una futura ristampa della carta contestata per Giugno.
Ancora ignoto è il parere di Nintendo e The Pokémon Corporation al riguardo.
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