Quando abbiamo avuto le prime notizie dell’ultima moda dei novax complottisti, non ci credevamo.
Eppure è successo: dimenticate i tempi in cui i complottisti si inguaiavano inseguendo ambulanze con la loro macchina per organizzare video e beccarsi denunce a caso.
La nuova frontiera della viralità prevede partire per una caccia alle “cavie” col Bluetooth del cellulare, per poi pubblicare su Internet video in cui persone a caso, commentando rudemente la vaccinazione aprono la funzione “Accoppia nuovo dispositivo” del loro cellulare pubblicando in chiaro gli i “Mac Address” di tutti i dispositivi nella zona.
Osservando la presenza dei codici a sei coppie di caratteri alfanumerici, segnalano quindi che “sono tutti vaccinati” e altre insolenze al loro indirizzo.
Problema, anzi due problemi. Punto primo, è una bufala. Punto secondo, il Mac Address è un dato sensibile tutelato dalla Privacy, come nomi, cognomi, codici fiscali, volti e targhe che viene allegramente messo in chiaro.
Ma andiamo con ordine
Come abbiamo avuto modo di dire in fortunati tempi non pandemici in cui si accusavano fantomatici zingari ai semafori di vendere tracciatori GPS e Bluetooth nascosti in ninnoli e portachiavi, semplicemente non esiste modo di avere un simile congegno in dimensioni così minuscole.
A stento riusciamo a mettere un tracciatore Bluetooth, utile solo per ritrovare le proprie chiavi se le hai perse in casa, in un portachiavi di dimensioni medie.
Figurarsi iniettarne uno microscopico con batteria eterna e tutta una serie di funzioni che, prodotte in quella quantità costerebbero molto di più che ogni nefando piano.
Si potrebbe semplicemente conquistando il mondo vendendo simili miracolosi congegni sul mercato, mandando fallita Apple e diventando il principale gestore mondiale della tecnologia.
Siamo a conoscenza del fatto che è possibile cambiare il nome del proprio dispositivo connesso, sia via Wi-Fi che BlueTooth.
Siamo anche a conoscenza del fatto che ci sono stati casi di persone che hanno (con successo) trollato i novax dando ai loro cellulari ed alle loro reti mobili nomi ispirati ai principali vaccini, vedasi qui, qui, qui e qui.
Qui siamo però ad un passo più avanti. Nei video sottopostici si vede il MAC Address.
Il MAC Address, ovvero “Media Access Control” è letteralmente l’equivalente virtuale del “Numero di targa” di un dispositivo connesso.
Un numero, scritto nel firmware, nella programmazione più “intima e interna” della scheda BlueTooth o Wi-Fi di ogni vostro dispositivo che lo identifica in modo inequivoco.
Esattamente come una targa automobilistica o il numero di telaio identificano una vettura rispetto alle altre dello stesso modello.
Esattamente come un codice fiscale contiene le informazioni per “rintracciare” un dispositivo, dal modello della scheda fino al dispositivo nel dettaglio.
Nonostante ci siano tecniche per modificarlo via software, il MAC Address è il modo con cui un device connesso si presenta al mondo.
Quando quindi io, utente radiomobile nel mondo moderno, uso la funzione “Accoppia nuovo dispostivo”, il mio cellulare interrogherà tutti i dispositivi connessi
Attenzione: dispositivi connessi come abbiamo visto, non significa persone vaccinate.
In ogni luogo affollato, come una spiaggia, quei numeri rappresentano tutti i cellulari col Bluetooth attivato, tutti gli smartwatch collegati ai cellulari mediante Bluetooth, e tutti gli infiniti gadget che usano il Bluetooth per comunicare coi cellulari (SmartBand, Pokemon Go Plus, Pokemon Ball Plus, portachiavi intelligenti, altoparlanti musicali bluetooth…).
Naturalmente, cercando di collegarsi agli stessi, otterrete un rifiuto: l’utente dell’altro dispositivo vedrà una richiesta e la rifiuterà. O vi verrà richiesto un numero di verifica che voi non avete.
Cosa utile, ad esempio, per evitare che qualcuno si colleghi al vostro altoparlante musicale Bluetooth che state usando per suonare Despacito e proietti insulti e bestemmie per rovinare la vostra festa da spiaggia.
Abbiamo quindi appurato che quei misteriosi codici non corrispondono a “persone vaccinate”. Ci resta il problema della Privacy.
Sappiamo quindi che il MAC Address, in quanto elemento univoco che identifica ogni vostro cellulare/portatile/gadget/dispostivo connesso è a tutti gli effetti un dato sensibile tutelato dalla legge sulla Privacy.
Ci sono stati problemi legali, e sanzioni, per chi ha conservato elenchi del MAC Address dei cellulari dei propri dipendenti o studenti senza le dovute garanzie.
Quindi esattamente come è legale fotografare una targa automobilistica, ma comporta sanzioni il ripubblicarla, pubblicare veri e propri elenchi di MAC Address come immaginarie “liste di proscrizione dei vaccinati” comporta gli stessi profili di violazione della Privacy.
E molti video fanno esattamente questo: sono vere e proprie liste di MAC Address prelevati da determinate località, l’equivalente del fotografare e ripubblicare le foto di auto parcheggiate con targhe visibili dichiarando che ogni targa corrisponde a un vaccinato.
E non solo: pubblicare un MAC Address (e i complottisti lo fanno sia col MAC address di dispositivi WiFi, vedi sopra, che Bluetooth) espone l’utente proprietario dello stesso a gravissime conseguenze, delle quali non è peregrino ritenere il ripubblicatore responsabile.
Infatti tra i vari motivi per cui il MAC Address è un dato personale tutelato c’è la possibilità dello “Spoofing”.
Se su Internet qualcuno pubblica i dati della vostra carta di identità, anche se il vostro nome e cognome sono oscurati, vi espone alla possibilità che un truffatore stampi una finta carta di identità col numero della stessa, e la usi per organizzare truffe e incolparvi.
Se qualcuno pubblica una foto della vostra targa, vi espone al rischio che qualcuno cloni la vostra targa per poi farvi ricevere multe e sanzioni, o usare una auto con la vostra targa rubata per rapine.
Se qualcuno pubblica i vostri MAC Address, un cybercriminale potrà usare un programma per “modificare” il modo in cui il suo dispositivo esibisce il MAC Address, lasciando ad esempio nei “log”, nei registri di un punto di accesso internet pubblico, il vostro cellulare come dispositivo usato per truffe e atti di hacking.
La “caccia alle “cavie” col Bluetooth” affonda le sue radici nella bufala dello “spargimento virale”.
Ovvero la teoria, del tutto falsa, per cui gli immunizzati siano in grado di “contagiare il vaccino” ai novax, i quali hanno cominciato da tempo a propugnare l’applicazione di distanziamento sociale e mascherine per difendersi da tale assurdo contagio.
Ora però il diffondersi di questa diversa bufala aumenta il rischio: stimola altri utenti alla diffusione di dati sensibili di ignari utenti radiomobili, con rischio per la loro sicurezza, e il rischio di veri e propri atti di violenza contro chi venisse identificato come “vaccinato”.
E questo va molto, molto male.
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