Ufficiale la chiusura di 9 pagine Facebook per bufale sul Coronavirus: lista e teorie complottiste
Ci sono almeno 9 pagine che sono state cestinate da Facebook, in quanto portatrici di bufale sul Coronavirus in questi mesi. Molti nostri lettori probabilmente ricorderanno che nelle scorse settimane abbiamo già affrontato l’argomento, in riferimento alle segnalazioni effettuate da Newsguard, ma da alcuni giorni a questa parte lo staff di Mark Zuckerberg ha deciso di passare dalla teoria alla pratica? Come, cancellando direttamente 9 tra le 10 pagine che sono state inizialmente menzionate nello studio. Esaminiamole al meglio.
Quali pagine Facebook sono state cancellate per bufale Coronavirus
In verità, la notizia sulla cancellazione di queste 9 pagine Facebook è stata data da AGI circa due settimane fa, anche se non sono state elencate nello specifico. Ecco perché abbiamo deciso di sovrapporre la lista iniziale, andando ad individuare quelle che ad oggi non risultano più raggiungibili a causa di bufale sul Coronavirus, con l’unica che invece sembrerebbe essere ancora operativa oggi 25 maggio. Queste quelle rimosse:
– Semplicemente Charlie: prima della cancellazione era arrivata a due milioni di like. Solo apparentemente concentrata su immagini di bimbi e di animali;
– Luxury fashion: contava circa 1,7 milioni di “mi piace”, concentrandosi tanto sugli aforismi;
– Una favola nel cuore, disponeva di 130 mila “mi piace”, anche qui con tanti aforismi;
– I pensieri folli di due sognatori, con una base utenti di ben 130 mila “mi piace”;
– La vita, con circa 110 mila “mi piace”;
– Il nettare dell’amore, impostato su tante citazioni e frasi d’amore, oltre a 100 mila “mi piace”;
– Nel cuore delle donne, con il sostegno da circa 100 mila “mi piace”;
– Il mondo di Nelly: molto generica, con circa 80 mila “mi piace”.
Le bufale sul Coronavirus più frequenti all’interno di queste pagine riguardano i mancati controlli per i migranti ed il fatto che il Covid-19 sia stato creato dalla Cina, oltre ad essere nascosto in un laboratorio di Wuhan con il pieno supporto da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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