Udine, il Comune cancella dagli asili i riferimenti “a culture diverse”: al bando anche i bambolotti con la pelle scura
Il comune di Codroipo contro i bambolotti con la pelle scura: se non l’avessimo letta su diversi giornali della stampa nazionale, saremmo stati incotti a credere all’ennesimo articolo di Lercio, e non aiuta di certo il fatto che il comune di Codroipo sia da sempre uno tra i più usati per memes e battute blasfeme a causa dell’anagramma possibile del suo nome.
Ma questa volta la notizia è vera, sia pur attinta da leggere precisazioni, necessarie per ripristinare la correttezza dei fatti.
Più che un divieto bisognerebbe parlare infatti di una curiosa sparizione dei bambolotti con la pelle scura e di ogni altro gioco che promuove integrazione sociale, storia descritta mirabilmente da NextQuotidiano.
Ma, come si fa leggendo un brutto romanzo, andiamo con ordine e cominciamo dalla prima pagina
Effettivamente, vi compare la necessità di integrare le differenze ambientali e socio-culturali.
Una vera e propria dichiarazione di intenti, una di quelle regole così in bianco da essere di fatto troppo vaghe per essere davvero applicate, demandate a decisioni contingenti e legate al momento.
Come ricorda NextQuotidiano il 23 Novembre è stato proposto in Consiglio Comunale un Ordine del Giorno per dare a quella norma programmatica una compiuta attuazione che, trattandosi di bambini, non poteva che passare dal gioco, ovvero i bambolotti con la pelle scura di cui hanno parlato i giornali ed altri giocattoli con elementi etnici.
La proposta di modifica avrebbe quindi inserito ed istituzionalizzato all’articolo uno la precisazione
anche assicurando la presenza di materiali ludico-didattici che fanno riferimento alle diverse culture e alla cultura di provenienza
Ed all’articolo successivo introducendo la richiesta di agire nel rispetto delle diverse fasi di crescita, dei personali ritmi di sviluppo di ciascun bambino e della cultura di provenienza.
Emendamenti, questi, che sono durati letteralmente come un pupazzo di neve sotto una secchiata d’acqua bollente: sempre Next ci riferisce che a questo punto
Al momento della ratifica del testo del regolamento però la maggioranza di centrodestra che sostiene il sindaco Fabio Marchetti (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Viviamo Codroipo per il Centrodestra) ha presentato un emendamento correttivo che è andato ad eliminare il riferimento alle “culture diverse”.
In poche parole pur se non lo vieta esplicitamente il nuovo regolamento non prevede la possibilità per la struttura educativa di dotarsi di strumenti didattici – che a quell’età sono giocattoli – in grado di insegnare il valore della diversità.
Non c’è un divieto formale all’uso di bambolotti con la pelle scura ed altri giocattoli relativi ai valori di accoglienza e culture diverse, e non vi è divieto di tenere conto della cultura di provenienza dei piccoli: ma a questo punto non vi sono più obblighi, né sanzioni, ma neppure indicazioni per chi decidesse di tenerne di nullo conto.
E si sa, in Italia un precetto senza sanzioni è un precetto presto dimenticato, mai eseguito e lasciato al suo destino.
La questione sta diventando una vera e propria lotta di posizioni, laddove, ci riporta la fonte Next, il sindaco Marchetti si è giustificato spiegando che «al regolamento non spetta disciplinare le differenze culturali, bensì annullare le differenze sociali, e che la formula utilizzata riproduce quella adottata da altri Comuni come Monfalcone», mentre il consigliere Gabriele Giavedoni ricorda che la legge Regionale 20/2005 prevede per l’avvio e l’accreditamento agli asili nido la «presenza di materiali didattici che fanno riferimento ad altre culture; nella, programmazione delle attività si pone attenzione alle culture di provenienza» .
Sostanzialmente, l’emendamento attuale, che si propone di congelare la situazione ad imitazione di comuni come Monfalcone (dove al mese di luglio risultava esservi peraltro un tetto alla presenza di bambini stranieri nelle classi) rischia di privare l’asilo stesso dei requisiti per l’accreditamento.
Di fatto però, rendendo un punto morto i programmi di accoglienza e integrazione.
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