Bufala

Ucraini ospiti nel campo di concentramento: Sachsenhausen querela per la bufala

Ucraini ospiti nel campo di concentramento: una bufala di pessimo gusto, diffusa su account Telegram e Twitter in diverse lingue (tra cui l’Italiano…) che costerà molto caro ai condivisori.

E intendiamo davvero molto caro: l’amministrazione del Memoriale del Campo di Sachsenhausen sporgerà querela per la bufala. Cosa che ha già annunciato sui propri social.

La storia comincia un paio di settimane fa, su Telegram come comincia la storia di molte “fonti russe”. Che nascono così, dai complotti online che vengono nobilitati e ascendono a “post-verità”.

Ucraini ospiti nel campo di concentramento: Sachsenhausen querela per la bufala

Purtroppo per noi i colleghi di Euronews hanno avuto modo di registare versioni poliglotte della fake news in ogni lingua, compresa quella Italiana.

In una che ci è capitata sottomano in lingua inglese leggiamo la scusa tipica di ogni bufalaro colto in fallo. Ovvero: “Il post c’era, lo giuro, ma lo hanno cancellato perché avevano paura”.

Cosa del tutto falsa, ma che non ha impedito altre apparizioni della notizia, evidentemente ritenuta vera nonostante la falsità.

Come dimostra l’analisi delle foto compiuta da Euronews, le foto del campo di concentramento di Sachsenhausen con tanto di cartelli di benvenuto sono dei grossolani falsi.

Ucraini ospiti nel campo di concentramento: analisi Euronews via InVid

Abbiamo già visto nelle condivisioni Pro-Cremlino e “fonti russe” una simile modalità esecutiva. Quella volta il falso riguardava il Campo di Concentramento di Auschwitz, e col fotoritocco erano stati aggiunti volantini che inneggiavano allo sterminio Russo.

Anche in quel caso i gestori del memoriale dedicato al campo di sterminio smentirono la bufala, dichiarando peraltro di non aver visto nei mesi precedenti nessuna attività compatibile con la presenza di vandali.

E non è neppure la prima volta che le “fonti russe” si affidano al fotoritocco per creare notizie inesistenti. Due dei principali “giornalisti e debunker” pro-Cremlino dei primi giorni di guerra, Vladimir Bondarenko e Irina Kerimova non esistono neppure, ma sono volti creati al computer con biografie e storie posticce.

L’Amministrazione del Memoriale ha deciso che non lascerà correre: combatterà l’informazione con la cultura, ma anche con le querele.

Un consiglio spassionato a chiunque avesse condiviso la fake: provvedete a rimuovare il contenuto e scusarvi pubblicamente come pubblicamente avete condiviso.

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