Tutto quello che sapete sulla Svezia è falso. Un incipit pesante, ma che i colleghi di BUTAC hanno provveduto a ricordarci era qualcosa che abbiamo già visto. Ma andiamo con ordine, e cominciamo da un servizio televisivo che avete senz’altro visto anche voi.
Criticato, bacchettato per essere una forma larvata di campagna elettorale tardiva (su questo, non stiamo opinando, si badi), ma che in realtà andava criticato per altri motivi.
Motivi espressi da noi in passato con articoli che replicheremo comunque in queste ore, e che tornano prepotenti sui nostri schermi.
Come sempre, il modo migliore per far passare una bufala è avvolgerla in una verità. Noi lo sappiamo, i colleghi di BUTAC sanno bene, chi ha parlato della Svezia conosce senz’altro l’ordo homericus.
Non è una parolaccia, e non c’entra il famoso personaggio dei Simpsons: l’ordo homericus è una struttura che prevede, quando si imbastisce un discorso, di inserire gli argomenti validi all’inizio ed alla fine.
Se ti riservi le bufale, gli errori e le profanità per la parte di mezzo, quella dell’abbiocco e della bassa attenzione, puoi raccontare un po’ quello che ti pare.
E in questo caso, seguendo l’intervista con un passante, anzi un tassinaro a caso, ecco che l’ordo homericus viene sviluppato in tutta la sua gloria.
Effettivamente, il problema dei foreign fighters esiste. Ordo Homericus: parti col forte, devolvi nella bufala, ritorni ad una chiusa di impatto.
È noto dal 2017 che la Svezia non è immune al fenomeno dei Foreign Fighters, onnipresenti nelle periferie del mondo radicalizzate dove il miscuglio di ghettizzazione, mancanza di integrazione e tessuto sociale ammalorato porta i radicalizzati a farlo ancora di più e gli indecisi a radicalizzare, decidendo poi di partire per i luoghi caldi del mondo come guerriglieri.
Questa è una realtà tristemente vera, un male che va affrontato ed estirpato con politiche che colpiscano da più fronti, e che non spetta certo ad un portale di contrasto alle bufale dare (altrimenti, ci candideremmo tutti o fonderemmo una nazione nostra su un bel razzo per Marte).
Intendete quella vecchia bufala che abbiamo già affrontato nel 2018.
Ripescata dalle lande oscure di Vox News, la storia delle No-Go Zone è una vecchia bufala che puzza di vecchio fumetto degli eroi di guerra, stantio e bellicoso, evoluzione della precedente bufala delle No-Go Area.
Leggete i nostri precedenti articoli, tutti e due: che poi interroghiamo.
Come dicemmo all’epoca e qui riportiamo, sono le stesse autorità Svedesi a smentire ogni singola variante di questa bufala, che all’epoca trovammo in fonti dell’area… russa.
Per quanto Sputnik (ex Ria Novost, ex Voice of Russia), ovviamente legata al Cremlino, possa assicurarvi che esistono delle Enclave islamiche pericolose chiamate No Go Area, non dello stesso avviso è la stessa polizia Svedese che sin dal 2017 riassumeva l’indiscrezione in
When the police authority a few years ago identified over 50 areas that needed prioritising, it was turned into a story about ‘no-go zones’ in Sweden. There is no such thing, says local police chief Erik Åkerlund.
Quando la polizia ha individuato 50 aree da gestire con priorità, la cosa è stata trasformata in una storia sulle ‘no go area” in Svezia. Non esiste niente del genere, dichiara il capo della polizia locale Erik Åkerlund.
Equiparando le zone indicate alle zone prioritizzate che esistono in ogni città europea ed americana.
È un fatto che ci siano quartieri che storicamente sono messi sotto osservazione, ed è un fatto che i media tendano a coniare espressioni inesatte, quando Åkerlund
For me it is more like ‘go-go zones’, it is where we work,” he said.
Avrebbe parlato più di Go Go Area, luoghi dove è chiamato a fare il suo lavoro.
Anche Snopes ha dedicato un intero articolo, ed abbastanza corposo, che dovreste riscontrare per evidenziare come le No Go Area siano una bufala.
E questo accadeva nel nostro primo pezzo… nel secondo scoprimmo tutti assieme come
la bufala delle No-Go Zone non è altro che un rescritto della bufala delle No-Go Area, con aggiunti dei dati, reali, presi da MSF così pervertiti da essere stati trasfigurati in una bufala.
Partiamo da un concetto: le No-Go Zone non esistono.
Stampatevelo bene a fuoco in testa. Esistono gli insediamenti informali (non “No-go zone”, segnatevelo bene), fatto noto a chiunque si occupi di assistenza sul serio e non sognando generali, colonelli ed invasioni (da far fare ad altri, si badi) su Internet, baraccopoli dalle condizioni critiche dove chi non trova posto nel sistema di accoglienza è costretto, dai fatti, a vivere un’esistenza miserabile e precaria
Si stima che siano almeno 10.000 in Italia i rifugiati e richiedenti asilo che vivono in insediamenti informali (stazioni ferroviarie, palazzi occupati, campi spontanei), in condizioni umanitarie critiche, con uno scarso o del tutto assente accesso alle cure mediche e privi di qualsiasi forma di assistenza. La cronica mancanza di posti nel sistema di accoglienza per richiedenti asilo e la mancata previsione di strutture per i migranti in transito, rischiano di incrementare il numero degli insediamenti informali e la popolazione all’interno degli stessi.
Gli insediamenti spontanei a Ventimiglia e quello a Roma in via Cupa, costituiscono soltanto due degli esempi più recenti e più evidenti: in questi casi, a fronte degli sforzi di vari attori della società civile di assistere i migranti riguardo le necessità primarie – cibo, servizi igienici, orientamento socio-sanitario di base – le isitituzioni hanno reagito con sgomberi forzati, espulsioni, trasferimenti di migranti da una parte all’altra dell’Italia. Una volta di più gli sgomberi sembrano essere l’unica risposta possibile agli insediamenti informali di migranti, richiedenti asilo e rifugiati: risposta inutile, perché i migranti continuano a rimanere e a spostarsi sul territorio nazionale, abbandonati a se stessi.
Chiediamo alle istituzioni competenti, nazionali e locali, di mettere in campo tutte le misure necessarie ad assicurare condizioni di vita dignitose e pieno accesso ai diritti umani fondamentali, tra cui il diritto alla salute, a tutti i migranti forzati presenti nel nostro Paese, bambini, donne e uomini, anche a coloro che si trovano al di fuori del sistema di accoglienza governativo, qualunque sia il loro status giuridico.
Sollecitiamo le autorità a sostenere gli sforzi di accoglienza e solidarietà messi in campo da privati cittadini e gruppi di attivisti e volontari, senza per questo favorire un meccanismo di sostituzione che sottragga gli organi competenti dalle loro responsabilità dirette.
Il godimento di diritti fondamentali, come il diritto al cibo, all’acqua, alla salute, a non subire abusi e violenze, non possono dipendere dallo status giuridico dei migranti forzati né dalla loro volonta di cercare protezione nel nostro Paese o di considerarlo soltanto un transito verso altri Stati dell’Unione Europea.
E ci sono periodiche indagini, riassunte nel rapporto Fuori Campo di Medici Senza Frontiere, per trovare contezza di queste situazione di povertà e disagio e cercarvi una soluzione.
Bufala che all’epoca fu arricchita da veri e propri inviti alla guerra contro i poveracci, che, quantomeno, questa volta ci siamo risparmiati.
Uno dei testi completi, datato 15 luglio 2012 – che fondano la storia – lo potete trovare qui. È essenzialmente una lunga accusa al sistema giornalistico svedese basata su esperienze personali e insinuazioni di collusione coi Socialdemocratici tuttora non dimostrate. La solita teoria del “tutti sanno che ci sono gli stupri, ma non ce lo dicono”.
A parte questo,
The public debate about this sort of crime in Sweden over the past two decades has had the effect of raising awareness […] and encouraging women to go to the police if they have been attacked.
I want to know! Vorrei sapere!
Urlava Adrian, l’Orologiaio della Via Gluck, bizzarro supereroe canoro dalle molteplici identità
E scusateci tutti.
Con questa frase abbiamo superato le 1600 battute.
Abbiamo quindi una ricca bibliografia della stampa nazionale ed estera, a diffusione nazionale ed Europea, che descrive ogni singolo fenomeno di cui vi è stato detto che nessuno ha parlato, e tale bibliografia esiste da almeno sette anni disponibile a tutti.
Il problema non è che la stampa vi nasconde le cose, siete voi che non entrate in un’edicola da quando avete smesso di comprare le statuine dei Gormiti e le figurine dei calciatori.
E quindi, non possiamo che fare nostro l’appello di BUTAC, e criticare quanto la diffusione di informazioni erronee sulla Svezia stia inquinando il dibattito politico e, anche solo in potenza, le relazioni e le interazioni con la Svezia.
Come pronosticavamo, l’ambasciata di Svezia è discretamente furiosa per aver visto la propria nazione descritta sui media italiani come una Mecca del crimine piena di di crimini, stupri, violenze, corruzione, estorsione, diserzione, estinzione, distorsione, perversione, falsa assicurazione, invasione di nazione, ribellione, commozione, esplosione e ca**eggio
Francamente, chi vi scrive non sente di poter dare torto all’Ambasciata di Svezia, sperando che l’aver evidentemente confuso una delle nazioni più civili d’Europa con uno dei bizzarri pianeti degli Starbarians non comporti un raffreddamento delle nostre proficue relazioni diplomatiche.
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