Abbiamo parlato in un recente articolo dei misteri delle scarpette di Dorothy nel Mago di Oz. Adesso invece possiamo concentrarci su tutto ciò che in un film degli anni ’30 poteva andare sbagliato: e lo ha fatto.
Perché negli anni ’30 girare un film era uno sport estremo: nel senso più moderno del termine. Quello in cui rischi la morte per ottenere un risultato.
In una scena del film Dorothy si sveglia in un campo di papaveri circondato dalla neve. Neve che nella finzione deriva dalla magia della Strega Buona Glinda, ma nella realtà erano fiocchi di crisotilo, minerale da cui si estrae l’amianto.
Quello estremamente cancerogeno, usato anche per costruire la scopa della strega cattiva e il costume dello Spaventapasseri.
Va detto che nel 1939 non erano note le proprietà cancerogene dell’amianto, ancora usato come materiale edile, per evitare gli incendi e persino come neve finta e decorativa.
Non era ancora prevedibile che i fiocchi di crisotilo sarebbero diventati illegali: e del resto, qualcosa di antifiamma serviva perché…
In mancanza di CG, quando la Strega Cattiva doveva sparire in una nube di fumo, lo faceva sparendo fisicamente in una botola circondata da mortaretti.
La famosa scena in cui la Strega Cattiva minaccia Dorothy e Toto per poi svanire nel fumo fu girata per sicurezza due volte: nella seconda volta ritardi nell’attuazione della botola esposero l’attrice Margaret Hamilton alle fiamme.
Peraltro cosparsa di vernice di rame che costrinse i soccorsi a lavare le ustioni con l’acetone per evitare che la vernice tossica infettasse le ferite, causandole enormi sofferenze.
Margaret Hamilton finì le riprese con un costume antifiamma e guanti per coprire le ustioni sulle mani, ma ogni scena che doveva riguardare fiamme fu girata dalla stuntwoman Betty Danko, dato che la Hamilton era ormai terrorizzata.
La Danko riportò anche essa ustioni assai gravi quando il tubo con mortaretti e fumo nella scopa della strega esplose.
Avrete capitto inoltre che c’era un problema col trucco
Se la Strega Cattiva era verniciata di rame, l’Uomo di Latta fu inizialmente truccato con una pasta contenente alluminio in polvere. Buddy Ebesen, primo attore assunto per il ruolo, finì in ospedale con i sintomi di avvelenamento da alluminio, ovvero crampi in tutto il corpo e difficoltà di respiro.
Non potendo tornare in tempo per le riprese, fu sostituito da Jack Haley, pitturato con una vernice meno tossica che gli provocò “solo” una forte irritazione oculare.
Judy Garland aveva 17 anni quando interpretò Dorothy. Che doveva essere una bambina.
Non è la prima attrice ad interpretare una ragazzina, ma Victor Fleming, il direttore, era un perfezionista. Il costume di Dorothy predeva un bendaggio e un corsetto per schiacciare il seno della Garland e darle il corpo di una ragazzina non ancora adolescente.
Lo stesso Fleming schiaffeggiò Judy Garland urlandole “Cara, questa è una cosa seria” perché non smetteva di ridacchiare durante le scene col Leone Codardo. Va detto che le cronache ricordano che se pentì quasi immediatamente, dichiarando che se mai lo avesse rifatto “qualcuno avrebbe dovuto prenderlo a pugni in faccia” per aver picchiato una attrice, e la stessa Garland intervenne per dire che lei stessa si sarebbe opposta a tale ritorsione, ma ciò non rende il gesto meno censurabile e non cambia il fatto che la Garland fu tra gli attori meno pagati sul set.
La stessa Judy Garland dovette sopportare una rigida dieta e anfetamine per controllare il suo appetito e mantenerla in grado di recitare.
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