False credenze

Tutto quello che credete di sapere sui Re Magi (e sul “quarto magio”)

Il mito dei Re Magi cammina tra le false credenze e le false attribuzioni. Contrariamente a quello che pensate, il Vangelo non fornisce indicazioni sui loro nomi e numero, dato demandato a fonti successive.

Certifica però il loro nome collettivo (“I Magi”) e che essi portarono esattamente tre doni, oro, incenso e mirra.

Tutto quello che credete di sapere sui Re Magi

“Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.”

Riporta il Vangelo secondo Matteo, confermando che dopo aver consegnato il loro tributo tradizionale, gli stessi ricevettero in sogno dagli angeli la notizia della malvagità di Erode e, nonostante la promessa di informarlo della località del Cristo per consentirgli di omaggiarlo, tornarono a casa senza avvisare lo stesso.

Tutto quello che credete di sapere sui Re Magi (e sul “quarto magio”) – Foto Ed. Paoline

Abbiamo parlato della qualifica metaforica dei regali, apparenemente inadatti ad un bambino, sia pur riconosciuto come il “Re degli Uomini”: al livello materiale, percepito dal malvagio Erode, l’Oro è il “Metallo dei Re”, l’Incenso è un profumo usato nelle cerimonie religiose e politiche e la Mirra ingrediente per profumi lussuosi, quindi prova che Gesù avrebbe insidiato il suo ruolo regale, ma al livello spirituale l’Oro è il più incorruttibile dei metalli, e l’Incenso e la Mirra sono strumenti da donare a colui che darà la vita per redimere l’Uomo dal peccato, avendo bisogno di profumi e medicinali da imbalsamazione.

Il termine stesso “Magi” indica persone dote e sapienti: sappiamo solo che “alcuni Sapienti”, evidentemente di nobile famiglia dato che erano in grado di dare del tu a Erode, e colti abbastanza per consultare astri e profezie.

Tutto quello che sapete di sbagliato

I Re Magi nella loro prima apparizione storica parlano di aver visto “sorgere la stella di Gesù”, ma solo interpretazioni successive hanno dichiarato che si trattasse della Stella Cometa (parte di un altro mito, inserita postulando che i Magi fossero sapienti in grado di studiare le comete)

Parimenti, come ricorda una nota nenia religiosa, si sa solo che erano “Re Magi, venuti da Oriente”: combinando questa scarna informazione ai tre doni, nel III secolo si decise che dovevano essere Re in quanto secondo il Libro dei Salmi i Re del Mondo si sarebbero inchinati al Cristo Redentore, ed entro l’ottavo secolo ricevettero nomi tipici dei Tre Regni Principali dell’Oriente.

Tre Re per tre doni e tre Regni: Baltassarre Re di Arabia ed Etiopia, Melchiorre Re di Persia e Gaspare Re dell’India. I Siriani li chiameranno Larvandad, Gushnasaph e Hormisdas, gli etiopi Hor, Karsudan e Basanater e mentre gli armeni Kagpha, Badadakharida e Badadilma.

Con l’arrivo del Cristianesimo nell’Estremo Oriente ad esempio i Cinesi insistettero che almeno uno dei Magi dovette essere Cinese.

Il Quarto Magio

Secondo una falsa credenza diffusa, in realtà i Magi erano Quattro. Come visto, il numero e la qualifica dei Magi furono scelti prelevando informazioni “di contesto” da altri testi.

Artabano il Quarto Re apparse invece nella storia The Other Wise Man di Henry Van Dyke del 1895, ed una storiella breve basata sul precetto cristiano “Fai agli altri quello che vorresti essere fatto a te”, e sulla citazione del Vangelo Secondo Matteo “In verità vi dico che, in quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”

Infatti nella storia Artabano Re dei Medi (il cui nome viene scelto per collegarsi tematicamente al nome dei Tre Re Magi) decide di partire assieme agli altri con tre tesori anche lui: uno zaffiro, un rubino e una “perla di grande valore” (tratta da una Parabola, sempre citata da Matteo, come metafora del Paradiso).

La storia del Quarto Magio

Artabano manca l’appuntamento con la Storia tradito dal suo buon cuore: sacrifica lo zaffiro per ricomprare le scorte per il suo viaggio, spese per aiutare un uomo malato, e usa il rubino per corrompere i soldati di Erode e salvare la vita di un bambino durante la Strage degli Innocenti voluta da Erode, e spende i successivi trentatrè anni a cercare Gesù (che non ha potuto incontrare a Betlemme) per chiedere perdono di aver fallito la sua missione nel rendere onore.

Nel giorno della Crocefissione del Cristo, Artabano cede l’ultimo tesoro per riscattare una povera fanciulla venduta come schiava, e muore colpito da una tegola compiangendo il fallimento della sua vita e di aver mancato nei confronti di Gesù.

Artabano morente esclama “Hai avuto fame ma io ti ho dato da mangiare? Hai avuto sete: ti ho dato da bere? Fosti straniero: io ti accolsi? Fosti nudo: ti ho rivestito? Fosti ammalato: ti ho visitato? Fosti in prigione: Sono venuto a trovarti? Per trentatrè anni io ti ho cercato mio Signore, e mai ho visto il tuo volto”, ma una pace misteriosa raggiunge il suo animo sconfortato, e negli ultimi momenti ode la voce di Gesù, in procinto di tornare “alla casa del Padre” che completa la citazione evangelica rassicurandolo “In verità vi dico che, in quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”, e realizza in quei momenti che spendendo gli ultimi trentatré anni ad aiutare i poveri e i bisognosi, ha compiuto la volontà e il disegno Dio.

Artabano muore, ma viene accolto in Paradiso dopo aver compreso che ogni volta che nel suo lungo viaggio ha aiutato qualcuno, ha fatto la volontà di Dio ed usando il rubino, lo zaffiro e la perla per il bene degli umili li ha consacrati a Gesù nel modo più genuino.

Ovviamente il Quarto Re Magio è quello che chiameremmo una fanfiction, una storia educativa per spiegare il significato del “aiutare i poveri e i bisognosi”.

Ma è entrata nella leggenda, creando un Magio sovrannumerario, che in Italia è diventato Alhazar, protagonista di un film con Maria Grazia Cucinotta e Raul Bova, dove il quarto re è invece un umile apicoltore parte di un miracolo per materializzare la Stella Cometa da uno sciame di api

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