Editoriale

“Tutto finirà con un attacco nucleare […] ma noi andremo in Paradiso”, il terrore è servito

“Tutto finirà con un attacco nucleare […] ma noi andremo in Paradiso”: poche frasi, banali, pronunciate da due personaggi televisivi sulla TV di Stato Russa.

Quella Russia che a tratti si risveglia dalla narcosi collettiva che impedisce di chiamare guerra un’invasione ma costringe, per legge, a bizzarre perifrasi come operazione speciale di denazificazione.

Operazione di denazificazione che assume spesso connotati grotteschi, parodistici, di pura propaganda.

La propaganda che descrive gli Ucraini come improbabili terroristi nazisti omosessuali armati di matrimoni gay virtuali, lunghe parrucche colorate, svastiche, droga ed effigi nazigay per uccidere giornalisti russi e vendicare il mancato successo nelle arti del loro presidente in nome della NATO Gay Omosessualizzante.

Ed è proprio da Vladimir Solov’ëv, presunta vittima degli sgangherati attentatori nazigay che apprendiamo un cambio nell’opinione pubblica.

Contrordine compagni! L’operazione speciale non è più una “operazione speciale di denazificazione”. È una guerra. Una guerra di tutto il mondo contro la Russia. Che si chiuderà con una possente esplosione nucleare che ucciderà tutti gli abitanti del mondo.

Ma i Russi non dovranno preoccuparsi: loro andranno in Paradiso, mentre le nazioni del Mondo, ebbre di nazismo, omosessualità e tutto quello che non è, ovviamente, Putin in effige virile, “moriranno e basta”.

Una ben magra consolazione per molti, ma non per il teatrino andato in onda sulla TV Russa.

“Tutto finirà con un attacco nucleare […] ma noi andremo in Paradiso”, la banalità dell’orrore in TV

Come riportato dalla reporter Julia Davis, si è consumato sulla TV di Stato Russa uno scenario non meno surreale delle immagini dei terroristi nazigay pronti alla vendetta su Solov’ëv. Ancora una volta con Solov’ëv al centro di tutto.

Uno scambio di idee, anzi, una assoluta ricostruzione della realtà, cominciata martedì nella trasmissione “60 Minuti”, dove la reporter Olga Skabeeva ha annunciato l’inizio della “terza Guerra Mondiale, non più una operazione speciale, ma quaranta nazioni nel mondo che ci dichiarano guerra”.

In una bellicosa riedizione della barzelletta dell’automobilista indisciplinato che corre contromano in autostrada per poi lamentarsi con la moglie di aver quasi tamponato almeno cinquanta indisciplinati contromano, l’esperto di politica locale Mikhail Markelov ha usato la sua esperienza per decidere che “I rappresentanti di quelle quaranta nazioni sono un Hitler collettivo moderno”.

Un golem di nazismo mondiale in una nazione dove, sostanzialmente si diventa nazisti di ufficio se non ti piace Putin, e se ci scappa diventi pure gay.

E questo era l’antipasto: The Evening With Vladimir Solovyov, il Talk Show del Solov’ëv descritto come obiettivo dei nazisti gay di Mariupol di tutto il mondo è riuscito a sollevare l’asticella della sorpresa.

Con una Margarita Simonyan lanciata ad affermare

“Io ritengo che secondo quello sappiamo del nostro Leader Vladimir Putin la soluzione più probabile è la Terza Guerra Mondiale. Sappiamo come funziona qui, è impossibile, non c’è nessuna possibilità che il nostro Leader si arrenda! Per me è molto più probabile di ogni altra cosa che finisca tutto in un rogo nucleare. Da un lato mi fa orrore, dall’altro lato capisco che finirà sicuramente così”

Col piglio di un personaggio secondario in “The Ride-On King”, il noto manga in cui un Putin malamente ritoccato per motivi legali in “Presidente Purchinov” viene colpito da una sua statua per essere portato dalla “Pursia” in un mondo magico da sottomettere coi suoi muscoli possenti riportando la pace con la sua forza superiore.

E fin qui, possiamo anche attribuire il tutto al nazionalismo, ma l’asticella si solleva con la risposta di Solov’ëv

“Ma noi andremo tutti in Paradiso, loro schiatteranno e basta! Tanto tutti dobbiamo morire”

E la morte nella TV russa torna spesso, con le ostensioni di soldati Ucraini morti, ed una mistica che vede il Russo che muore per Putin destinato al Paradiso.

Un paradiso che, probabilmente, non ha 50 vergini per guerriero o nuvole.

Ma somiglia a quel mondo fantastico di “The Ride-On King”, coi buoni che cavalcano improbabili bestie con Putin contenti di aver pagato con la vita per far “schiattare” il nemico.

 

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