“Tutti coloro che facevano pilates non contrassero l’influenza spagnola” è un mito eterno che torna ogni volta che si parla di Pilates, il metodo di allenamento e disciplina chiamato inizialmente “Contrology” e inventato da Joseph Pilates.
Non per spezzare le vostre illusioni, ma per quanto sia estremamente possibile che i primi allievi di Joseph Pilates, i prigionieri del campo di prigionia di Knockaloe sull’Isola di Man, non abbiano contratto l’Influenza Spagnola, l’asserzione che il Pilates li abbia resi immuni è una “fallacia di falsa causa”.
O quantomeno, un corpo in salute aiuta, ma non rende immuni.
Parliamo dalle origini
Joseph Pilates, come tutti sanno, si ritrovò nel pieno della Prima Guerra Mondiale, in un mondo colpito dall’Influenza Spagnola, in una Inghilterra che in guerra aveva deportato in campi di prigionia i cittadini provenienti da nazioni nemiche.
Sull’Isola di Man si trovarono così rinchiusi 25mila uomini di origini tedesche, tra cui Joseph Pilates. Pilates, nel tentativo di combattere la noia e le conseguenze di una lunga detenzione, sottopose alcuni dei suoi compagni di prigionia ad una lunga serie di esercizi ottenuti con strumenti autocostruiti.
Sistema che peraltro gli valse la promozione a infermiere, ruolo nel quale si prese cura con successo della riabilitazione di invalidi e feriti di guerra.
Questo sistema fu il seme del futuro “Contrology”, ovvero Pilates.
Joseph Pilates, finita la guerra, nel 1925 potè emigrare in America.
Conobbe sua moglie, e aprì una palestra per insegnare il suo metodo, “Contrology”.
Va detto che Joseph Pilates non era solo un eccellente ginnasta e insegnante, ma anche un uomo di affari astuto e acuto.
Tra i suoi infiniti claim promozionali comparve sin dall’inizio la narrazione che nessuno dei suoi iniziali allievi (i prigionieri di Knockaloe, notare bene) aveva contratto l’Influenza Spagnola.
Notare bene: i prigionieri di Knockaloe.
I primi allievi della “seconda ondata”, ovvero non più i prigionieri e i veterani, ma coloro che avevano appreso le tecniche di Pilates in America per poi aprire le prime scuole negli anni ’50 e ’60 ripeterono questa storia, che col tempo perse i riferimenti ai prigionieri di Knockaloe.
Si passò così da “nessuno degli allievi di Pilates (a Knockaloe) aveva contratto l’influenza spagnola” a “nessuno di coloro che usano il metodo Pilates ha contratto l’influenza spagnola”
In realtà, come uno degli stessi eredi della tecnica di Pilates conferma, la verità è molto più sfaccettata.
In un’intervista al New York Times Sean Gallagher, allievo di una delle prime allieve di Joe e Clara Pilates (Romana Kryzanowska) ed erede dell’equipaggiamento originale della palestra originaria di “Contrology” ha dichiarato
“The flu story is possible,” Gallagher says, “but it is also just as possible it isn’t true. Because the island was so isolated, they didn’t have a big outbreak of influenza. So, if nobody got it, nobody died.” Of course Pilates’s exercise regimen isn’t some magic charm against disease. But Pilates himself was such a believer in his method that he didn’t mind a little bending of the truth, Gallagher adds.
traducibile con
“La storia dell’influenza è possibile, ma è anche possibile che non lo sia. Siccome l’isola era un posto assai isolato, non hanno avuto una grande ondata di influenza. Se nessuno ha contratto la malattia, nessuno è morto. Naturalmente gli esercizi di Pilates non sono una formula magica che difende dalla malattia, ma Pilates ci credeva così tanto che non gli dispiaceva piegare un po’ la realtà“.
Riassumendo, è oggettivamente possibile che i detenuti di Knockaloe, che praticamente vivevano in lockdown per ragioni tecniche, imprigionati in 25.000 in un’isola di 572 chilometri quadri, impossibilitati ad avere contatti con l’esterno e perlopiù prigioneri di guerra adulti (ergo, non cagionevoli di salute) non abbiano contratto l’influenza spagnola.
Ma è elevatamente probabile che un costante regime di esercizio possa essere una concausa, e non la causa.
Una combinazione di isolamento, lockdown ed esercizio possono spiegare un fenomeno del quale, peraltro, l’unica testimonianza diretta deriva da Pilates.
Testimonianza nella quale neppure i suoi allievi preferiti credono più di tanto.
Conferma questo l’analisi di una serie di dati. Che in primo luogo ridimensionano il numero dei coinvolti.
I prigioneri di Knockaloe furono nella massima estensione all’incirca 25.000 abbiamo detto.
Effettivamente, su una popolazione totale di 50.000 abitanti circa, contando anche i residenti, la Spagnola uccise poco più di un centinaio di individui, 125 uomini.
Ma appunto, parliamo dell’isola sede di un Campo di Prigionia.
Isola che secondo Alison Jones, curatore del museo del Centro di Prigionia di Knockaloe sostanzialmente era già in lockdown, con le misure che abbiamo visto in altre città del mondo in quell’epoca (chiusura di scuole e chiese, distanziamento sociale, quarantene…) coi prigionieri di guerra ulteriormente isolati.
Inoltre, se la Spagnola si diffuse tra il 1918 e il 1920 il campo di Knockaloe cominciò la sua evacuazione nel 1919.
Quindi per una ristretta parte della diffusione della Spagnola un numero di prigioneri di guerra furono isolati su un’isola (scusate il plurimo gioco di parole) già isolata e remota, tenuti distanti da una popolazione già tenuta distante dal resto dell’Inghilterra.
L’impatto di Pilates capirete ne viene ridimensionato.
“Tutti coloro che facevano pilates non contrassero l’influenza spagnola” è quindi più un’operazione promozionale che un dato di fatto.
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