Parliamo dei miti dei nonni, le false credenze inzuccate in buona fede da generazioni prima di noi, come quello che vuole i bravi bambini tutti al mare a respirare ozono per diventare sani e forti. In alcune varianti, a respirare iodio per salvare la tiroide.
Partiamo da due da dati di fatto: respirare ozono non vi farebbe affatto bene, anzi, e comunque l’odore di mare non è odore di ozono.
Aggiungiamo a questo un terzo fatto: lo iodio si mangia e non si respira, nel senso che nell’aria marina troverete molti minerali utili tra cui iodio, sale e magnesio ma dovrete comunque assumerli giorno per giorno nella vostra dieta per averne abbastanza in corpo senza illudervi che una gitarella fuoriporta vi renda l’intero fabbisogno.
Ma andiamo con ordine
Il celebre “puzzo di ozono” è in realtà solfuro di dimetile, una sostanza che si genera naturalmente dalla decomposizione delle alghe marine. Un “salutare” puzzo di alga marcia, dunque, che però sottende un ambiente salubre e ricco di bei ricordi.
L’equivoco nasce sostanzialmente dalla talassoterapia Vittoriana, ottocentesca quindi, quando i nostri nonni notarono che, ovviamente, portare i ragazzini in colonia li rendeva più energetici e in salute senza capire esattamente il perché.
Ipotizzarono che il puzzo di salsedine e alga marcia covasse un gas che era stato proprio nell’800 ribattezzato “Ozono”, dal nome greco dell’odore.
L’idea formulata dalle teste dei nostri antenati era che l’ozono puzza, la salsedine puzza, quindi se i bambini crescono sani e forti dopo essere andati “in colonia marina” è perché l’ozono ha riempito i loro polmoni dando loro vigore.
Idea che col tempo si è unita al mito dello iodio: l’acqua marina contiene sale, iodio e magnesio, i bambini respirano iodio, quindi la colonia cura anche quello.
Ma in questo pensiero ci sono una serie di errori anche gravi.
L’ozono è un gas irritante: inalato provoca infiammazione e alterazioni acute ma reversibili della funzione polmonare. Un’ottima sorgente di ozono ad esempio è reperibile nelle marmitte delle automobili e intorno ai meccanismi ad alta tensione di fotocopiatori e vecchie televisioni a tubo catodico, ma nessun genitore sano di mente costringerebbe il figlio a farsi l’aerosol di Panda 4×4, Mivar della nonna e fotocopiatrice per dargli la salute.
Un’ipotetico areosol di ozono gli provocherebbe forte irritazione e basta.
Quanto allo iodio, con la talassoterapia ne respireremmo sì una quantità, ma modica e insufficiente a sostituire la fonte primaria e necessaria dello stesso, ovvero l’alimentazione.
In vacanza dovremmo mangiare pesce fresco, crostacei e molluschi da acque pulite, nonché usare sale iodato.
Per generazioni di ragazzini, la “colonia marina” è stato l’unico posto dove poter trascorrere del tempo in un ambiente salubre, mangiando in modo sano (contrariamente ad un altro mito, le ristrettezze economiche non comportano un’alimentazione superiore, anzi) e ricevendo un altrettanto salubre apporto di esercizio fisico ed esposizione ai raggi solari, ottenendo quindi vitamina D (sia pur ricordando di evitare gli eccessi e le scottature solari), gli effetti benefici sul corpo dell’attività fisica e un ambiente lontano dallo stress e ricco di gioco e momenti felici.
Sostanzialmente è verissimo che una vacanza al mare migliora il benessere psicofisico e per buona parte dei secoli passati per i bambini meno abbienti la “colonia marina” era l’unico modo per assicurarsi la possibilità di trascorrere una vacanza in un ambiente salubre, compiendo attività dai benefici psicologici e fisici, con enti o associazioni che potessero garantire ai piccoli buon cibo, riposo, svago e attività in ambienti sicuri e salubri.
Ma non è l’ozono responsabile di tutto ciò.
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