Tutte le domande sul Nord Stream alle quali abbiamo una risposta o quasi. Questo è quello che abbiamo cercato di raccogliere per voi, tra commenti, segnalazioni e il rozzo berciare della Rete.
Proveremo quindi a dare una risposta, più o meno in ordine.
Questa è facile, e ne abbiamo parlato in un altro articolo. Tra domenica e lunedì si sono percepite due enormi esplosioni nel Mar Baltico, che ha cominciato a “ribollire” a causa del gas espulso da grosse falle nei gasdotti Nord Stream 1 e 2, quelli che portano il gas dalla Russia all’Occidente.
Il danno ambientale, come abbiamo avuto modo di vedere, è immane. Il danno economico e per le infrastrutture ancora di più: i danni alla struttura sono stati definiti da alcuni interpreti irreparabili.
La storia del Nord Stream potrebbe quindi finire qui, anche se miracolosamente la Russia fosse in possesso di tutto il necessario per provvedere alle riparazioni.
Anche questo dato opinabile, dato che le stesse fonti russe più volte hanno precisato di dipendere per i ricambi dall’Occidente (esagerando tale dipendenza per crearsi un alibi, secondo i produttori Occidentali), come per le preziose turbine Siemens che in clima di sanzioni e ricatti risulta assai improbabile si palesino per quella che più che una riparazione sembra essere ormai una ricostruzione.
Smettere di pompare gas verso l’Occidente non significa che i gasdotti non erano pieni. Pensate al gasdotto come un sistema cardiocircolatorio umano. Anche se il corpo è morto, se il cuore ha smesso di battere e vene e arterie di pulsare, il sangue non si evapora per virtù miracolosa.
Nei gasdotti c’era ancora del gas, compreso il Nord Stream 2, che non è mai entrato in attività ma aveva 300 milioni di metri cubici di gas pronto per essere venduto alla Germania prima che l’invasione Ucraina ponesse fine al tutto.
La pressione nel solo Nord Stream 2 era intorno ai 105 bar prima delle detonazioni: in seguito è scesa precipitosamente a 7.
Ah, bella domanda questa. Ovviamente ognuno accusa chiunque altro. L’Europa parla espressamente di sabotaggio russo, promettendo forti reazioni tra cui l’intensificarsi del pacchetto di sanzioni in atto.
Il nuovo pacchetto di sanzioni dovrebbe arrivare a paralizzare una macchina industriale già ridotta agli sgoccioli, con un settore automotivo al collasso e l’impossibilità tecnica anche solo di riparare strumenti tecnologici danneggiati ancor prima di comprarne di nuovi.
La NATO si accoda a quanto espresso dal resto dell’Occidente, parlando di “sabotaggio sconsiderato”.
Per le ormai celeberrime “fonti russe” invece si parla del sabotaggio degli Uomini Occidentali. Nonostante ogni pista sia possibile, ci terremmo a ricordare brevemente come le #fontirusse (sic!) ci abbiano donato in questi mesi di guerra la narrazione dei biolabs NATO in Ucraina dove vengono prodotti dei “Supersoldati” come quelli dei film di Van Damme che con ogni dose di vaccino Pfizer diventano dei Mutanti onnipotenti, invulnerabili alle pallottole, in grado di inseguire carri armati a mani nude, ma con la mente ebbra di un furore nazifascista che li porta ad amare la svastica e odiare con ferocia tutto quello che viene dalla Russia ex Sovietica.
Suggeriamo quindi una certa cautela, non potendo però escludere alcuno scenario, dal sabotaggio all’abbandono.
La domanda da farsi in questi casi è “cui prodest”. “Chi giova?”
All’Occidente in fondo la situazione non cambia molto, anzi peggiora nel breve periodo.
Il costo del Gas, con quello che comporta, è già salito di molto, ancorché le nazioni che hanno risparmiato sugli stoccaggi come “formichine operose” (per una volta, l’Italia) si ritrovano con un cuscino che se non può cancellare l’impatto almeno lo attutisce.
La Russia comunque aveva bloccato ormai da diverse settimane l’afflusso di gas, tra presunti problemi tecnici e una vera e propria parte delle “guerra ibrida” chiedendo ripetutamente di togliere le sanzioni in cambio del gas.
L’unico movente che avrebbe potuto quindi spingere l’Occidente a tale gesto è la “soddisfazione”. Un po’ come quando al parchetto il bambino bullo e antipatico, ma che per avventura è entrato in possesso di un “Pallone di cuoio ufficiale dei Mondiali” continua a estorcere giocattoli, merendine e il posto in squadra migliore agli amichetti minacciando “Se non fate come dico io mi porto a casa il pallone e non giocate più ecco” e un altro bimbo bullo gli buca il pallone con un taglierino per ridarglielo tagliato in due annunciando che da quel punto in poi si giocherà col SuperTele e i disagi conseguenti, ma senza di lui.
Astrattamente, contro intuitivamente ma in uno scenario possibile, chi ci guadagna è proprio la Russia.
La narrazione del “sabotaggio” consente di proseguire a tempo illimitato la stessa narrazione delle sanzioni che abbiamo visto nei precedenti paragrafi. Quella del “Noi vi daremmo volentieri il gas, ma abbiamo bisogno di gasdotti nuovi che senza le sanzioni non possiamo costruire, toglieteci subito le sanzioni, giurin giurello che rifacciamo il gasdotto, forse”
Non ipotesi peregrina, ancorché sempre ipotesi, perché è ciò che è successo con le turbine Siemens: ad Agosto fu richiesta la restituzione dei meccanismi mandati a riparare, ancora prima della detonazione dei Nord Stream il flusso ancora non era stato ripristinato.
Il perdurante blocco del Gas da parte di Gazprom diventerebbe infatti una “causa di forza maggiore” e non un atto di volontà.
La differenza tra il promettere, per fare un paragone, di vendere una macchina a qualcuno, prendere i soldi e rifiutarsi di cederla e vendere una macchina qualcuno e dichiarare alla presenza di testimoni che mentre stavi per consegnarla un commando di camorristi ti ha accerchiato per buttarti fuori dal veicolo, cospargerlo di benzina e dargli fuoco urlando frasi prese da “Gomorra”.
Evitando così sanzioni e problemi.
Dicevamo la NATO secondo Bild accusa la Marina Russa. Se fosse confermato il sabotaggio, nella guerra ibrida si aggiungerebbero alle campagne di disinformazione massiccia verso l’Occidente, agli attacchi hacker di Killnet anche il rischio del sabotaggio.
Una “torsione geopolitica” che porterà l’occidente tutto a guadare la Russia con forte sospetto e temere per i gasdotti che in questa “nuova Guerra Fredda” trasportano risorse preziose più dell’oro, del platino e delle terre rare per i semiconduttori.
Anche in Italia al momento i gasdotti saranno presidiati da navi, sottomarini e droni sottomarini, cominciando una strenua difesa delle risorse energetiche.
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