Editoriale

Tutta la disinformazione delle “fontirusse” nel discorso di Putin

Il discorso di Putin alla Duma è stato un evento molto atteso. Nel quale però siamo stati colpiti da una fortissima sensazione di Dejavu.

Tutta la disinformazione delle “fontirusse” nel discorso di Putin

Quando sono cominciati ad arrivare i resoconti del discorso ci siamo resi conto di averlo già letto in integrale in passato. Messaggio dopo messaggio nella “macchina da guerra ibrida” delle “fonti russe”, eredi in salsa 2.0 della “Disinformatia” di Stalin che ha sostituito spie e giornali amici con anonimi troll riparati dietro gruppi Telegram e VKontakte, spesso con volti ghignanti in quanto creati da una Computer Graphics che ne deforma i lineamenti.

Tutta la disinformazione delle “fontirusse” nel discorso di Putin

Per dimostrarvelo non scriveremo una analisi ex novo: punto per punto indicheremo l’ormai nutrita collezione di articoli sulle “fonti russe” identificando il riferimento usato da Putin, usando articoli di altri fact checker e giornalisti per quelli non in archivio

Putin dichiara che l’Ucraina voleva dotarsi di armamenti nucleari

Come abbiamo avuto più volte modo di far notare, un ricco filone delle “ru-fake”, ovvero le “fonti russe” prevede Zelensky pronto ad atomizzare Mosca e quindi necessitante di essere atomizzato a sua volta.

In realtà un tempo l’Ucraina è stata effettivamente la terza potenza nucleare al mondo: in seguito al Memorandum di Budapest si è disfatta completamente dello stesso in cambio della promessa che la Russia non avrebbe attentato ai suoi confini.

Cosa che invece è puntualmente accaduta.

Putin dichiara che l’Ucraina è piena di nazisti

Abbiamo sinceramente perso il colpo delle “agenzie” delle #fontirusse basate su improbabili avvistamenti di Ucraini nazisti.

E parliamo di improbabilità a base di torte naziste, saluti nazisti inventati all’Eurovision, mogli inventate di nazisti inventati che fanno saluti nazisti inventati, cantanti ungheresi tatuati che diventano ucraini nazisti, bambini Ucraini che cantano canti Bretoni che per le fonti russe diventano nazisti, rifugiate ucraine vittime di violenza sessuale e della tratta delle bianche che diventano “pericolose prostitute naziste che non vogliono concedersi agli uomini di colore in quanto naziste” e altre assurde accuse di nazismo.

Ma non lasciatevi ingannare: sempre secondo le fonti Russe la Lettonia è piena di nazisti, la Polonia è piena così di nazisti, le signorine del meteo polacco sono ovviamente ricolme di nazismo dalla permanente ai tacchi, la Finlandia e Sanna Marin sono praticamente il Quarto e Quinto Reich, Harry Potter è un Nazista, Aragorn del Signore degli Anelli è un servo degli Elfi Nazisti, chi vi scrive è un nazista e tu, tu che in questo momento mi leggi se il il nazista più pericoloso di tutti e tutti i “vatnik” sostenitori di Putin vorrebbero vederti morto ai piedi dello Zar di Tutte le Russie al suono dell’Internazionale.

Sostanzialmente la parola “nazista” nella neolingua vatnik è da intendersi come “persona che non vuole bene a Putin e non esprime il desiderio di vedere la sua patria invasa dal Nuovo Zar”

Putin dichiara che l’Occidente ha provocato il conflitto (feat: i biolabs)

Una delle teorie principali delle #fontirusse è la partecipazione attiva, anzi il coinvolgimento dell’Occidente come veri leader militari. Dobbiamo a questa teoria la saga delle fake news degli “Uomini Occidentali”, una serie di personaggi accuratamente selezionati tra ammiragli in pensione, leader politici che, in pieno stile complottista, sarebbero stati catturati dall’Esercito Russo (o dai mercenari della Wagner nel momento di loro grande popolarità).

Esattamente come nelle bufale dei QAnon, gruppo le cui intersezioni con le #fontirusse, i novax ed altre comunità antioccidentali e destabilizzanti è noto, questi “Uomini Occidentali” verrebbero sostanzialmente brutalmente uccisi dai “salvatori russi” ripetutamente, anche più volte in bufale diverse.

Gli “Uomini Occidentali” avrebbero portato tecnologie misteriose e malvagità dei “Poteri Forti” in Ucraina per usarle contro Putin. I citati “biolabs”, le cui immagini risultano prese da un gioco da tavolo venduto online diventano luoghi a metà tra Narnia e la fantascienza popolati da cose come

  1. Terrificanti “Mutanti Ucraini” supervaccinati, che con ogni dose di vaccini Pfizer acquiscono il nazismo e grandi superpoteri che usano per fare scempio dell’esercito russo e ucciderne i soldati in quanto ricordano loro il comunismo sovietico, non a caso descritti dalla Duma stessa;
  2. Tunnel pieni di bambini che i Poteri Forti amano mangiare nella pizza per ottenere una potente droga dalle loro carni;
  3. A seconda dei casi, il virus SARS-CoV-2 o una scorta illimitata di vaccini Pfizer da distribuire ai mutanti del punto 1;

E l’elenco non è neppure esaustivo.

Putin non vuole usare il nucleare

Ma in compenso nello stesso discorso dichiara di voler uscire da Start, il trattato di non proliferazione atomica in una Russia dove, in prima serata, puoi imbatterti in colorati talk show nei quali amati presentatori descrivono con eccitazione e parossismo scenari in cui sia la Russia che il mondo bruceranno in un Olocausto Nucleare voluto da Putin, ma i Russi dovranno essere felici di perire perché, col fuoco nucleare che strazia le carni, saranno certi che il loro spirito volerà in Paradiso mentre gli odiati Occidentali “cesseranno di esistere”.

Tacendo sull’uso a dir poco spregiudicato delle armi convenzionali, malamente occultato da grottesche fake news come quelle su Bucha.

La Russia sa essere amica dell’Occidente, specialmente l’Italia che ha aiutato col COVID

Taceremo sui sospetti relativi all'”aiuto Russo” come mezzo per ottenere dati sulla Pandemia denunciati dalla stampa locale, sul fatto che le spese dell’aiuto risultino sempre da fonti italiane pagate dall’Italia e i molteplici dubbi sull’operazione.

Possiamo pacificamente concordare che i giornalisti di una nazione “amica” non dovrebbero, all’indomani dell’Eurovision, esprimere la “scherzosa” (ancorché di certo non burla garbata…) ipotesi di bombardare Torino per vendicare la vittoria dell’Ucraina e l’esclusione della Russia dall’Eurovision.

Quando il medesimo giornalista che ha proposto l’olocausto nucleare come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali propone di mandarci tutti “A L’Aia 2” coi soldati russi che assediano Parigi.

E quando è fatto ormai arcinoto che troll farm di provenienza filorussa hanno interferito nei processi democratici e sociali di diverse nazioni.

Per non parlare della campagna di fake news che il ministro Crosetto ha dovuto più volte smentire partire proprio dalla Russia in danno dell’Italia.

Non troppo amichevoli, vero?

Alla fine anche qui si ritorna all’immaginazione delle #fontirusse, pronte a descrivere inesistenti scene di “occidentali amichevoli”, anzi non solo amichevoli, ma vere proprie “quinte colonne e Rose di Tokyo” pronte, armi in pugno e tastiera in mano, a marciare e twittare sotto la bandiera Russa consegnando le loro patrie al nuovo Zar

Putin difenderà la Russia dal vizio Occidentale: sì, sta parlando degli omosessuali

Che nelle fonti russe viva una fortissima componente di omofobia lo sapevamo. La società Russa ne è permeata al punto da ritenere accettabile un reality show la cui peculiarità è stanare l’omosessuale nascosto tra tanti virili figli di Russia.

Le stesse #fontirusse hanno un debito enorme verso la “manosfera”, comunità “incel” (“Involuntary Celibate”, persone convinte che la loro incapacità di trovare una partner sia dovuta alla libertà di costume introdotta dal femminismo e che invocano un ritorno alla società tradizionale perché le donne siano costrette al matrimonio come mezzo di sussistenza), attiva partecipante del sottobosco delle #fontirusse.

Abbiamo perso il conto delle #fakenews ad esempio basate sull’equazione omosessualità-pedofilia con i paesi occidentali che, secondo “fonti russe” insegnerebbero ai bambini a diventare gay e accompagnarsi coi pedofili.

Non possiamo non ricordare la tragicomica “fonte russa” che dichiarava di aver trovato una cellula di terroristi nazigay a Mariupol armati di foto intonse di Hitler, parrucche verdi, boa di struzzo e copie di “The Sims”, gioco bandito in Russia a causa di leggi che impediscono di mostrare legami omosessuali come naturali.

L’omofobia interiorizzata si spinge ad assurde dichiarazioni, come quelle di un ex ministro della cultura pronto a dichiarare che i suoi concittadini hanno un cromosoma in più che li rende resistenti e immuni al vizio e “vizietto” occidentale.

Le sanzioni occidentali non funzionano, la Russia cresce in ricchezza al contrario dell’Occidente

«Le sanzioni Ue sono un veleno ad azione lenta come quello prodotto dall’arsenico. Richiedono tempo per produrre i loro effetti, ma lo fanno ed è irreversibile». Così ha descritto i loro effetti l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Josep Borrell, e non possiamo che vederne gli effetti ora.

Nonostante tutt’ora sui social i Vatnik filorussi si ispirino ai roboanti proclami di Putin per cui le sanzioni non avrebbero colpito Mosca ma “il mondo intero”, sembra che alla fine gli effetti stiano davvero colpendo Mosca.

Mentre in Occidente il prezzo del gas ritorna sotto controllo, in Russia scopriamo diverse cose che hanno smesso di funzionare.

Nel fiorente settore videoludico la Russia si trasforma in una nazione di Bender creando il primo “motore grafico autarchico per giochi Russi” (ignorando che dovrebbe convincere i maggiori produttori di schede video del mondo a supportarlo).

Come abbiamo visto, sono spariti i computer occidentali nei negozi, se non di importazione parallela.

Diventa impossibile trovare ricambi per quelli ancora funzionanti, i quali dovranno usare programmi ottenuti tramite pirateria informatica, legalizzata di fatto per ovviare alle sanzioni.

Nel settore automobilistico, le nuove vetture per Vatnik sono ormai “catorci” Euro 0, senza ABS, computer di bordo e antifurto satellitare.

Nel settore audiovideo sono spariti da un anno i film occidentali al cinema, e anche qui si invocano la pirateria, class action per chiedere a Netflix di “riattaccare la spina” ai russi e tentativi di Putin di proporre “Eroi Russi” al posto di Batman.

In economia di guerra il governo si riserva di “prendere decisioni sull’introduzione di speciali misure nella sfera economica”, mentre scarseggiano carta e bottoni e non è più possibile verificare la qualità degli integrati importati dalla Cina, aumentando il numero di prodotti difettosi acquistati

Salterà ancora l’appuntamento con l’Eurovision, ormai per due anni di fila, e l’indotto perirà con esso nonostante si vagheggi il ritorno all’austero Intervision, festival anticoSovietico tratto da un’era di dischi occidentali malamente duplicati su lastre radiografiche e cloni Nintendo made in China e sold in Russia.

Il settore della moda probabilmente non va bene come si crede, date le numerose polemiche solo perché una catena di moda non ha venduto ad un cittadino russo una costosa giacca rientrante nei beni di lusso sanzionati.

Per terminare questo elenco non esaustivo, ricordiamo che oggi i “ricchissimi” Russi hanno persino problemi per ottenere cure odontoiatriche, essendo spariti dal commercio gli strumenti medici, i cementi dentali e gli anestetici delle ditte occidentali.

Per gli analisti, riporta Today, Mosca dovrà trovarsi a fronteggiare un deficit di bilancio fino a 73,2 miliardi di dollari, pari al 3,8% del PIL. La Russia sta già vendendo 8,9 miliardi di rubli (124,5 milioni di dollari) di valuta estera al giorno per coprire il deficit ed è arrivata l’ulteriore stangata di una “Tassa Patriottica” e, al momento, ogni prospettiva di crescita per il 2023 è considerata quasi impossibile e destinata ad ampliare un divario tecnologico tra la Russia e l’Occidente, con la Cina unico partner viabile per mezzi tecnologici e di produzione industriale.

Riflessioni

Non possiamo che confermare le impressioni di Abbas Gallyamov, ex speechwriter di Putin, riportate da Fanpage.

Non solo il discorso di Putin si rivela slegato dalla realtà, sostanzialmente “quello che i Russi amano sentirsi dire”, ma, dati alla mano (come confermato) si presenta come l’edizione rilegata di un anno di “fonti russe”, le tarasconate bufale di canali Telegram e VKontakte.

Gli scenari possibili sono due: un Putin così convinto da un anno della sua propaganda da ritenerla reale o un Putin consapevole megafono delle #fontirusse a uso della popolazione interna, in un tentativo di rassicurarla più che intimidire un Occidente che non ha ragioni per ritenere tali affermazioni traducibili in azioni.

 

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