Ci segnalano i nostri contatti un testo in inglese che sta apparendo tra i loro messaggi di Facebook Messenger, il servizio di comunicazione tra utenti del social media di Menlo Park
After a large number of copyright infringement reports directed to your account , we are sorry to inform you that we have to deactivate your account.
We made this decision after we checked your account activity and it was confirmed that you have infringed others copyright ownership.
If you think this is a mistake we provided you an appeal form below:https:************************
Note: Please keep in mind that if we do not recieve an appeal from your account we have to respect the decision mentioned above.
Abbiamo censurato l’indirizzo per ovvi motivi, e vi possiamo tradurre una traduzione del testo maccheronico contenuto:
Dopo un gran numero di segnalazioni per violazione del copyright dirtte al vostro account , ci dispiace di informarvi che dobbiamo disattivare il vostro account.
Abbiamo preso questa decisione dopo che abbiamo controllato l’attività del vostro account ed è stato confermato che lei ha violato il copyright di altre persone.
Se pensa che questo sia un errore vi diamo un form qui sotto
Nota: Per favore ricordi che se non ricieveremo (sic!) una richiesta di appello dal vostro account dovremmo rispettare la decisione menzionata sopra.
Abbiamo replicato anche gli orrori ortografici (non errori: orrori, era intenzionale) e possiamo precisarvi quanto detto in altre occasioni: Facebook non cercherà mai di contattarvi mediante un messaggio privato, specie uno sgrammaticato in questa maniera e che riporta a collegamenti esterni.
Se Facebook avrà bisogno di inviarvi comunicazioni, le stesse appariranno mediante pop-up e post sul Registro Attività personale, e saranno dirette ad una singola persona e non post generali e fatti col copincolla.
Non solo!
Ci siamo procurati una macchina virtuale per cimentarci nell’analisi del sito. Voi non dovreste cliccare su siti sconosciuti, ma noi abbiamo potuto virtualizzare un finto PC sacrificale per provarci
Siamo quindi allo starter kit del truffatore, il cosiddetto phishing, un esempio di truffa mediante social engineering.
Al netto dei paroloni, questo genere di truffa è la versione moderna del finto carabiniere o incaricato delle utenze luce ed acqua che chiede ad un anziano di fornirgli copia dei suoi documenti e delle sue bollette per estrarne nome, cognome, data di nascita, codice fiscale, indirizzo ed altri dati utili da usare per le proprie truffe.
In questo caso, credendo di avere a che fare con Facebook, voi stessi fornirete ad un truffatore le chiavi della vostra email e del vostro profilo, con tutte le sgradevoli conseguenze del caso.
Nel caso ci fosse caduti, ed aveste inviato i vostri dati al truffatore non avete molte altre scelte: non potete fare altro che cambiare immediatamente password al vostro account ed agli indirizzi email indicati o ad esso connessi, e denunciare la cosa alla Polizia Postale, altresì bloccando eventuali carte di credito utilizzate in unione ai servizi indicati.
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