Trovata lavatrice Indesit in una trincea russa: e questa è una delle stravaganze di una guerra che, secondo i russi, guerra non è.
Ricordiamo che la propaganda della Duma insiste, sotto pena di severissime condanne per chiunque in terra di Russia asserisca il contrario, che i soldati sono intenti in una “operazione speciale di denazificazione“. Arrivando a dirottare il traffico Internet bloccare l’accesso ai Social in Russia e nei territori separatisti del Donbass per ottenere “l’esclusiva” su una scalcinata narrazione a base di stregoni terroristi nazigay inclini al fascismo, ai matrimoni gay, alla magia nera ed alla produzione di vaccini occidentali e supersoldati presi dai film di Van Damme.
Operazione speciale che, apparentemente, cerca di liberare il mondo dalla “minaccia del nazismo Ucraino” mediante massacri spesso indiscriminati e deprecati dalla comunità internazionale, “civili percossi fino a farne scoppiare gli organi“, stupri denunciati dalle autorità Ucraine e continui tentativi di ottenere bottino di guerra.
Ovviamente (ci sia consentito del sarcasmo…) il modo migliore per sconfiggere il Nazismo è privare un popolo di “nazisti stregoni gay vaccinatori” delle loro automobili, trattori ed elettrodomestici.
Si moltiplicano infatti le segnalazioni di soldati Russi che, sentendosi autorizzati alla razzia, fanno la coda negli uffici postali per spedire quelli che evidentemente considerano in madre patria beni di lusso difficilmente ottenibili. Ovvero, gli elettrodomestici.
La propaganda di guerra, da che mondo e mondo, ha sempre funzionato così: le “nazioni grandi che han tanti quattrini” sono sempre quelle nemiche, ed è giusto che gli affamati lupi dell’esercito si avventino su ogni briciola che per loro diventa banchetto.
Del resto, la propaganda del Cremlino non fa che descrivere gli Ucraini come ricchi “servi della NATO” carichi dei lussi dell’Occidente e i soldati russi come “poveri ma belli”, eroici maltrattati dal mondo fomentando un senso di “riscatto” che sfora talora nella razzia e nella crudeltà.
Non solo quindi soldati che chiedono sui social come registrare vetture evidentemente “espropriate” ai “nazisti ucraini”, non solo file per spedire bottino di guerra, ma può capitare di trovare una lavatrice Indesit in una trincea russa.
Parliamo di una “operazione speciale” che avrebbe dovuto concludersi nelle intenzioni del Cremlino nel minor numero di giorni possibili. Verosimilmente con una vittoria sfolgorante nel silenzio della comunità Internazionale.
Che poi avrebbe dovuto concludersi nel “giorno della Vittoria”, in una Mariupol che si sognava espugnata e trasformata in un set a cielo aperto per una manifestazione di “vitoria contro i nazisti ucraini” che non è arrivata.
Una “operazione speciale” nella quale la Russia guadagna territorio in Ucraina, ma lentamente, e spesso costretta a ritirarsi dai fronti dove la resistenza Ucraina è più forte.
Lasciando indietro una lavatrice Indesit dalla vernice intonsa e giusto gli sportelli dei filtri mancanti, nuova di pacca, usurata appena dal conflitto.
Che un soldato russo avrà saccheggiato da qualche parte, si sarà faticosamente portato in trincea sognando il momento in cui, uccisi i suoi nemici, avrebbe trovato cinque minuti per andare in posta e “fare un regalino alla signora” e invece ha dovuto abbandonare lì.
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