Ci segnalano la news relativa alla Triptorelina, un “farmaco per cambiare sesso” approvato dal Vaticano. Naturalmente, un caso da manuale di disinformazione, se non una bufala.
Siamo a cavallo pieno da entrambe le cose: ed ecco il turpe messaggio che ci è stato recapitato
CAMBIARE SESSO…?
Dal Vaticano arriva l’O.K. x la somministrazione del farmaco ( triptorelina) che blocca lo sviluppo della pubertà negli adolescenti. Trattasi di giovanissimi che vivono il disagio della “disforia di genere”, cioè ragazzi che non si sentono a loro agio con il loro sesso biologico e vorrebbero quello opposto.La porta-voce ed esperta in questioni di bio-etica che cerca di rispondere alle domande è la filosofa Laura Palazzani, vicepresidente del Comitato Nazionale per la Bioetica e membro corrispondente della Pontificia Accademia per la vita.SIAMO ALLA FRUTTA…!
Un tempo era la PAROLA DI DIO il parametro x le questioni etiche……
invece oggi…..???
Negli anni ’50 i più scafati pubblicitari americani avevano una pessima abitudine: interpellavano dei medici a caso chiedendogli domande semplici. Qualcosa tipo È vero che la marca di cereali X è una colazione migliore di bere una tazza di caffè amaro e poi andare nei boschi a pancia vuota a spaccare la legna?
Ovviamente, il medico non poteva che rispondere di sì, magari aggiungendo in un dialogo che gli sembra semplice e senza trappola alcuna che una buona colazione è necessaria e nessuno dovrebbe uscire di casa e lavorare a pancia vuota.
Il giorno dopo usciva un’importante campagna pubblicitaria basata su
La medicina l’ha dimostrato: i medici confermano che la Marca X è la colazione necessaria per avere una vita lunga ed in salute
Pervertendo così una banalissima chiacchierata con un medico in un fatto notorio e scientifico e modificando anche quanto affermato in modo da suonare come uno spot.
Così è accaduto con Triptorelina
Al momento, mio stolto amico disinformato!
Stiamo parlando di un’intervista con Laura Palazzani, vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica e membro corrispondente della Pontificia Accademia per la Vita, che, parlando della Triptorelina, dichiara una frase che suona l’esatto opposto di quella riportata nella condivisione bufalina
Il Comitato Nazionale per la Bioetica (Cnb) ha trattato il tema sul piano etico, a seguito di una richiesta di Aifa, che già da tempo aveva autorizzato il farmaco. Il Cnb, organismo pluralistico, pur partendo da visioni etiche diverse, ha concordato alcune raccomandazioni per Aifa. Nella consapevolezza della gravità della questione e della scarsità di letteratura scientifica disponibile, ha suggerito di consentire l’uso di questo farmaco solo in casi molto circoscritti, con prudenza, con una valutazione caso per caso. Quando si è in presenza di una profonda sofferenza dei ragazzi con psicopatologie psichiatriche e che giungono al rischio di comportamenti autolesionistici o a tentare il suicidio, e sempre sotto un vigile monitoraggio di una equipe plurispecialistica, composta da endocrinologi, psichiatri dell’età evolutiva, psicologi oltre che eticisti ed esperti del problema. Il trattamento deve essere somministrato solo per un breve periodo di tempo, al fine di superare eventuali gravi rischi e trovare le forme più opportune di accompagnamento del minore.
Siamo arrivati, in una sorta di perverso telefono senza fili da:
Il Comitato Nazionale per la Bioetica consente l’uso della Triptorelina, ma in casi molto circoscritti, sporadici, discussi da medici con prudenza, sotto costante monitoraggio di psicologi, psichiatri ed ogni sorta di professionalità. Cosa che comunque va attivata solo quando l’alternativa è la grave depressione con manie suicide e solo per breve tempo
A
La scienza ci controlla!!! Il Papa ci vuole cambiare il sesso con le medicine!! Popolo della Rete, condividete e cliccate, cliccate e condividete!!
E, naturalmente, nessuno di voi che abbia voluto controllare le effettive parole della Palazzani, il loro significato e il contesto in cui sono state pronunciate.
Troverete nel link evidenziato il testo completo dell’intervista: e se trovate anche solo una menzione di un OK del “Vaticano”, o anche solo del Papa, mettetevi pure in fila per riscuotere il Nobel.
Se fosse così facile cambiare sesso, non staremmo qui.
Non esiste alcun farmaco che cambia sesso ai bambini.
La Triptorelina, farmaco che è sempre esistito, semplicemente in determinati dosaggi può rallentare, e non eliminare, la comparsa dei caratteri sessuali secondari.
In soldoni e per gli ignoranti nel senso che ignorano, semplicemente la Triptorelina può rallentare i segni fisici del passaggio dall’infanzia all’età adulta noto come pubertà: il vocione arriva più tardi, i baffi arrivano più tardi per gli ometti, per le signorine il ciclo ed il seno arrivano più tardi, e come ricorda Galileo News esiste ormai da anni.
“È un farmaco utilizzato da anni in molti tipi di pazienti – sottolinea Vitti – per esempio per bloccare il ciclo mestruale in caso di sanguinamenti genitali legati diverse patologie, in attesa dell’arrivo naturale della menopausa, o per il trattamento di tumori ormono-dipendenti come il quello al seno o il cancro alla prostata. Insomma: si tratta di un farmaco usato da anni e dagli effetti completamente reversibili. È per questo che gli specialisti che seguono i ragazzi con disforia di genere hanno iniziato a utilizzarlo: si tratta di un farmaco estremamente efficace e sicuro”.
È un farmaco dagli effetti reversibili che se in passato veniva usato per la cura di tumori ormono-dipendenti, proprio perché inibisce l’azione degli ormoni in modo temporaneo, quindi consentendo di bloccare un ciclo mestruale o curare un cancro alla prostata senza che la stessa fosse costantemente stimolata e “attivata”, in tempi recenti è stato usato dai ragazzi con disforia di genere.
Sostanzialmente, le gravi situazioni di disagio di cui la dottoressa Palazzani ha parlato, quelle limitate situazioni, comportano conseguenze molto più gravi se descritte non più con l’astratta lingua del medico, ma con la concreta lingua della cronaca
“Abbiamo pazienti che diventano anoressiche, per cercare di impedire al proprio corpo di assumere le forme femminili”, ricorda Meriggiola, “molti ragazzi sviluppano forte depressione, stati di ansia, adottano comportamenti autolesionistici che possono portare, nei casi più estremi ma purtroppo non così rari, fino al suicidio”. In questo campo non esistono molte statistiche, ma una rassegna pubblicata su Lancet Diabetes and Endocrinology nel 2017 aiuta a snocciolare qualche numero: viene citata per esempio una ricerca del 2016, che ha studiato 218 bambini e adolescenti con disforia di genere all’arrivo della pubertà, individuando 84 eventi di autolesionismo, 74 di pensieri suicidi e ben 29 tentativi di suicidio. Comorbidità psicologiche che a guardare la letteratura disponibile non sono legate tanto al disagio dei ragazzi per il proprio corpo, o la propria sessualità, quanto piuttosto al rifiuto e al bullismo che sperimentano da parte del resto della società. È per questo – sottolinea l’esperta – che non si può liquidare la disforia di genere come un semplice disagio psicologico passeggero. Ed è per questo motivo che la comunità scientifica internazionale si è orientata, negli ultimi anni, verso l’adozione di una terapia farmacologica per aiutare questi ragazzi. Semplicemente, si tratta di salvare delle vite.
Lì fuori abbiamo infatti ragazzine affette da disforia di genere che scivolano nell’anoressia e nella morte cercando di rimandare la comparsa del seno, e adolescenti che si suicidano vivendo in un corpo nel quale non si riconoscono.
In questi casi, e nei tempi e nei modi limitatissimi descritti dalla Palazzani, interviene la medicina: il giovane viene preso in cura da psicologi e psichiatri, e gli viene bremente somministrata la Triptorelina in modo da evitare quel fenomeno fisico che poi provocherà la spirale in discesa verso autolesionismo, suicidio e depressione.
Allora non leggi! La Triptorelina è sempre stata somministrata, ma da adesso, in quei casi in cui l’alternativa è tra la Triptorelina e lasciar morire di depressione un giovane, la spesa per la somministrazione della stessa viene posta a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Perché è questo che significa avere un welfare: i soldi che lo Stato, che abbiamo descritto in altri articoli come un Leviatano, un Mostro Gentile che veglia su di noi e riceve da noi potere e risorse, raccoglie, il Leviatano li usa per evitare di lasciare indietro i cittadini.
È un mostro enorme ma buono che se vede un ragazzino che soffre non decide di fregarsene, non decide per l’egoismo, non si inventa chiacchiere da bar, ma ascolta medici ed esperti e cerca di salvarlo.
Perché questa è la ragione fondamentale di vita del Leviatano.
Come ci ricorda Wired, ci sono due casi
Per i minorenni continuare su questa strada vuol dire iniziare una terapia ormonale che modifica il loro fenotipo in direzione del sesso a cui sentono di appartenere. E, solo dopo la maggiore età, decidere se e quando affrontare gli interventi chirurgici che renderanno la transizione definitiva. Per loro, aver utilizzato la triptorelina vuol dire non aver affrontato i cambiamenti corporei incompatibili con la propria idea di genere, con i disagi psicologici che comportano, e anche trovarsi a vivere da adulti in un corpo più congruente con il fenotipo del genere desiderato. Per chi interrompe il trattamento e si rende conto di trovarsi a proprio agio col sesso assegnatogli dalla biologia, invece, non ci sono effetti collaterali: la pubertà inizia con qualche anno di ritardo, e fa il suo corso regolarmente.
“Si tratta di una terapia che viene utilizzata solo da pochi anni, e quindi i dati di letteratura non sono ancora molti”, spiega Meriggiola. “Ma quelli disponibili ci dicono tutti che non ci sono effetti nocivi legati al trattamento con la triptorelina. Per questo motivo è consigliata in tutte le linee guida internazionali per la presa in carico della disforia di genere”. Abbiamo stabilito che non si tratta di un trattamento che fa cambiare sesso, che è una terapia consigliata in tutti i paesi sviluppati, e che tutte le evidenze scientifiche disponibili dicono che non ha effetti collaterali permanenti. L’ultimo dubbio da chiarire, forse, è perché si è deciso di rimborsare l’utilizzo di questo farmaco. “È una questione di giustizia e accessibilità”, spiega l’esperta. “Il trattamento costa migliaia di euro ogni anno, che vanno ad aggiungersi ad altre spese, ingenti, che queste famiglie devono sostenere. Solamente così è possibile garantire a tutti i ragazzi con una disforia di genere gli stessi diritti”.
Li riassumeremo:
Nel secondo caso cosa otterremmo? Negando la Triptorelina avremmo dovuto sottoporre quel giovane, oltre a trattamenti chirurgici, anche a devastanti trattamenti ormonali che il “pretrattamento” con la Triptorelina (scusate il termine improprio: ma sapete con che gente dobbiamo trattare ogni giorno) renderanno meno onerosi, oberanti e devastanti sui loro corpi.
Quindi, niente di sordido, niente di perverso, e nessun legame tra Triptorelina e Vaticano.
Nulla da vedere, nulla da guardare, ancora e sempre disinformazione e bufale.
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