Siamo reduci da giorni di balzo nei contagi nel triestino: Trieste verso la zona gialla, insomma.
E il prefetto sa dove puntare il dito: ma partiamo con ordine.
In un generale trend in salita dei contagi, legato alle condizioni stagionali, alla ripresa di molte attività ed al periodo invernale ma comunque di gran lunga inferiore all’anno passato, nonostante la Variante Delta, Trieste spicca particolarmente.
Sì, è vero, il citato trend di crescita c’è: ma in tutto il resto di Italia siamo ancora al di sotto della soglia di allarme. Di molto. Tant’evvero che nessuna regione rischia le maggiori restrizioni della zona gialla.
Ma Trieste rischia.
Un’impennata che ha portato i contagi a più di 150 su 261 il 27, ad una ulteriore accelerata il 28 e che il 29 ha portato il Prefetto a parole di grande sconforto
«Il rischio di una zona gialla è alle porte se continua così e sarà questo il vero limite alla libertà di espressione. Se continua così saranno permesse solo manifestazioni statiche».
Parole non dettate da presunte velleità antinopass, come insinuato dagli stessi che sembrano incolpare i Balcani, le terapie intensive e i vaccini di un rischio zona gialla che al momento non ha precedenti sul resto del suolo italiano.
«da rappresentante dello Stato dico che, finché esiste un diritto a manifestare, questo va fatto esercitare come previsto dalla Costituzione: non sarà un prefetto a dire che si può o meno manifestare, lo deve dire qualcun altro, ma le scene che abbiamo visto in piazza Unità e al porto sono l’evidenza del rischio di un propagarsi della pandemia».
E arrivati al 30 ottobre, con Trieste verso la zona gialla e i contagi in risalita resta una sola soluzione in discussione tra le autorità: limitare gli assembramenti, tornando alle manifestazioni statiche.
“Sto valutando con gli uffici – ha puntualizzato – se il sindaco, responsabile della salute dei cittadini, può fare un’ordinanza” di questo tipo. Premesso il diritto di manifestare garantito dalla Costituzione, ha aggiunto, “c’è il problema dei contagi. Se posso farla, dunque, farò un’ordinanza di divieto di assembramento”. Ma “devo verificare con gli uffici e la Prefettura”. Dipiazza ha quindi reso noto di aver avuto un incontro con il prefetto. “Non voglio che la mia città grazie a queste manifestazioni vada in zona gialla – ha ribadito – perché sarebbe un disastro per Trieste, l’economia e i giovani pensare di chiudere tutto. Sarebbe una cosa folle, grazie a questi personaggi che non hanno pensato a questo e che pensano solo a essere no vax”.
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