Esiste nella filosofia un termine chiamato eterogenesi dei fini, un termine con cui il vicesindaco di Trieste Paolo Polidori dovrà presto scendere a patti. Dicesi infatti eterogenesi dei fini le conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali, un gioco col quale il destino si prende beffe delle nostre scelte facendo in modo che esse diano frutti insperati, ovvero tornino a castigarci o esporci al livore della folla quando meno ce lo aspettiamo.
Quando il Vicesindaco di Trieste Paolo Polidori ha deciso di fotografarsi e mettere su Facebook le immagini di se stesso che getta in un cassonetto gli umili stracci di un senzatetto descrivendosi come un umile cittadino che ha a cuore il decoro della propria città aveva probabilmente previsto diverse cose.
Aveva previsto l’ammirazione di coloro che approvavano tale gesto, infatti ha provveduto a incitare i benpensanti a scatenarsi con accenti di sfida.
Probabilmente, aveva previsto la reazione degli stessi, ma sottovalutato l’entità della stessa, una vera e propria rivolta fisica e virtuale che ha portato il Vicesindaco a dover cancellare quasi subito il suo guanto di sfida lanciato alla Rete, ottenuto che le opposizioni ne chiedessero le dimissioni formalmente e che la popolazione locale decidesse di sostituire quel messaggio di sfida con attestazioni di affetto verso il clochard colpito da tale gesto.
Una nuova serie di post ha infatti rimpiazzato le condivisioni del Vicesindaco con messaggi in cui si invita il clochard a tornare per ricevere coperte ed abiti caldi per superare il freddo inverno.
Ma quello che il Vicesindaco Polidori non avrebbe mai previsto è che anche le autorità che lui stesso riteneva di rappresentare l’avrebbero sanzionato.
Pare infatti che una sanzione sia pervenuta non già al clochard per aver violato il decoro urbano con la sua evidentemente “offensiva” povertà, ma allo stesso vicesindaco che si è dimenticato di differenziare quelli che considerava “rifiuti”, gettando così piumino, giaccone ed acqua nello stesso cassonetto.
La tentazione di vedere gli averi del clochard come una massa lurida contro cui esibire fiero tolleranza zero gli ha infatti impedito di ricordare che i tessili vanno conferiti negli appositi punti di raccolta, cassoni messi in molti comuni proprio a tutela dei meno fortunati, perché gli abiti raccolti siano riciclati ove possibile, tornino ad essere tessuto e poi abiti e coperte distribuiti a chi ne ha bisogno, e che rifiuti come le bottigliette usate per raccogliere l’acqua da bere (opinabile è pensare che un clochard detenga un frigo) vanno invece conferiti a parte.
Questo ha avuto delle conseguenze
Il numero due del comune di Trieste dovrà pagare fino a 450 euro di multa. E la sanzione sarà comminata proprio dalla Polizia municipale, di cui il vicesindaco è responsabile, avendo nelle proprie mani la delega alla Sicurezza. Il vicesindaco non sembra dunque conoscere così bene il funzionamento della raccolta differenziata: i materiali tessili integri, infatti, vanno gettati negli appositi cassonetti gialli o conferiti ai centri di raccolta mentre la plastica ha il suo contenitore dedicato.
La mancata osservanza del regolamento prevede una multa che va da 50 a 300 euro, ma se i rifiuti non sono chiusi nel sacco la sanzione va da 25 a 150 euro. Multe che è sempre molto difficile elevare, non fosse che Polidori ha fotografato e pubblicato sui social l’immagine dell’interno del cassonetto. Con la prova fotografica a disposizione, sarà difficile chiudere un occhio davanti al trasgressore.
Ed è stato proprio il primo anello della catena, la pubblicazione completa delle azioni compiute, a rendere possibile la sanzione più elevata.
Eterogenesi dei fini: ovvero, il karma che si compie.
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