Su un gruppo Facebook qualcuno ha scritto «Neanche arrestati e gia’ stanno dicendo che gli assassini degli agenti sono degli psicolabili. Cosi’ sono subito fuori». Ebbene sì, continua la speculazione in visibilità e la disinformazione sulla tragedia di Trieste, in cui hanno perso la vita due poliziotti. Matteo Demenego e Pierluigi Rotta sono stati colpiti da armi da fuoco che Alejandro Augusto Stephan Meran, dominicano trattenuto nella questura di Trieste per furto, aveva sfilato ai due. Ci sono stati anche altri feriti e, come affermato dal questore Giuseppe Petronzi, il fatto poteva svilupparsi in modo ancora più drammatico se la reazione di tutti gli agenti non avesse prevenuto la catastrofe. Lasciamo a chi di competenza, al capo della Polizia Franco Gabrielli, le domande su come si possa e si debba aiutare la Polizia a fare il suo dovere. Riportiamo le sue parole di risposta al post polemico di Chef Rubio:
Risponde così Franco Gabrielli:
«Diamo troppo spazio ai discorsi da bar. Ho avvertito quasi una sorta di pietoso giudizio negativo sull’operato di questi ragazzi, le manette non sono state messe, ma ci si dimentica del contesto, stiamo parlando di una persona che non aveva compiuto un reato gravissimo».
Decisamente no. Sia Il Messaggero che Il fatto quotidiano riportano che l’abilità con cui Alejandro Augusto Stephan Meran ha disarmato due poliziotti e ha dato fuoco sono frutto di una certa esperienza in materia. Bisogna riconoscere che dopo i primi colpi, purtroppo, andati a segno, il dominicano sembra abbia iniziato a sparare a caso. Al di là delle ipotesi che si possono fare (e noi qui non facciamo ipotesi), il fratello del 29enne che si è macchiato di omicidio lamenta l’instabilità psichica del fratello.
«Il gip nell’ordinanza che dispone il carcere per l’uomo rileva l’assenza di riscontri oggettivi su una possibile malattia. Un elemento su cui, al momento, la difesa dell’indagato non si pronuncia, ma che avrà un ruolo centrale in sede processuale».
Una pista che certamente verrà percorsa è quella del probabile collegamento di Alejandro Augusto Stephan Meran con la criminalità organizzata. Così risponde Carlo Mastelloni, procuratore capo di Trieste, al quesito se esistano ombre sulla vita del dominicano:
«Ancora non è chiaro, ma vogliamo definire il quadro: cerchiamo di cogliere eventuali legami con gruppi o situazioni criminali, sia in Italia che all’estero. Spaziamo dal narcotraffico ad altri tipi di circuiti criminali».
Un appello sentito all’utenza: non speculate sulla rabbia e la paura della gente.
Lasciate che la giustizia faccia il suo corso. Abbiamo scelto di inserire questo post nella categoria precisazioni perché, effettivamente, si sta indagando per appurare che il colpevole fosse del tutto lucido. Sia la madre che il fratello dicono che assumesse psicofarmaci. Le indagini arriveranno fino in Germania, dove la famiglia Meran ha vissuto, per verificare se quanto affermato dai parenti dell’assassino sia vero.
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