Da giorni ormai è diffuso un allarme riguardante la sincope o sindrome di idrocuzione, soprattutto dopo il caso di alcuni ragazzi morti per essersi tuffati in acqua nei modi e nei tempi sbagliati. Ci sono degli assunti veri che circolano in Rete oggi 9 luglio, ma allo stesso tempo riteniamo giusto intervenire per mettere da parte alcuni miti o false informazioni che potrebbero rendere un eccesso di preoccupazione, soprattutto da parte dei genitori più apprensivi. Fondamentale dunque inquadrare la vicenda in modo consono.
Partiamo proprio dall’approccio medico sulla vicenda, considerando il fatto che la sincope o sindrome di idrocuzione ci viene spiegata perfettamente dalla Treccani, grazie alla quale possiamo in prima istanza scongiurare il fatto che le morti in acqua registrate con il gran caldo siano direttamente riconducibili al fatto di aver consumato un pasto prima di buttarsi in acqua. Tormentone che ci accompagna dall’infanzia, ma ora abbiamo la certezza che casi di questo tipo non siano strettamente collegati alla motivazione appena trattata:
“Il meccanismo comincia con una vasocostrizione, che a sua volta provoca riflessi a livello di tronco dell’encefalo. In quegli attimi vengono interessati sia i centri di regolazione cardiaca che quelli respiratori (arresto cardiorepiratorio). Se invece non sono coinvolti i centri bulbari in modo letale, l’arresto di circolazione e di ossigenazione provoca comunque una sincope con perdita di coscienza”.
Ricapitolando, la sincope o sindrome di idrocuzione dipende soprattutto dalla questione temperature. A tal proposito vogliamo aggiungere che diverse catene social parlando in profondo gap tra la temperature delle acque dei nostri mari e quella dell’atmosfera, parlando nel primo caso di valori inferiori ai 20 gradi. In realtà, sul sito Ocean Weather si para di una temperatura più alta per le acque italiane, con gap ridotto e meno rischi per i giovani. Il giallo della foto, infatti, ci porta vicini ai 26 gradi.
L’eventuale affogamento, è dovuto ad uno svenimento in acqua dovuto appunto allo sbalzo di temperatura. Chiaro che, se in compagnia, il rischio sulla carta sia scongiurato. Insomma, non possiamo certo parlare di inutile allarmismo, a differenza di quanto avvenuto qualche giorno fa quando vi abbiamo parlato di ragno violino sulle nostre pagine, ma allo stesso tempo alcune cose vanno necessariamente chiarite affinché si abbia il giusto approccio alla questione. Quanto specificato oggi 9 luglio, in ogni caso, non deve mai portarci a sottovalutare un fenomeno come quello della sincope o sindrome di idrocuzione
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