Tra la telefonata di Ramy Shehata e Riccardo, eroe biondo italiano ignorato dai Media: bufale e propaganda
Una propaganda politica da quattro soldi quella che verte in queste ore attorno alla telefonata di Ramy Shehata ai Carabinieri e Riccardo, l’eroe “biondo e italiano” che avrebbe ricoperto un ruolo fondamentale nello sventare l’attacco del senegalese del bus dirottato pochi giorni fa. Al primo viene imputato di cercare la luce dei riflettori al solo scopo di ottenere la cittadinanza italiana, facendo tornare di moda la questione “Ius Soli“. Sul secondo, si afferma invece che i Media non gli stiano dando spazio solo perché italiano.
Eppure, dopo aver condiviso con voi alcuni retroscena sul bus dirottato con un apposito articolo, eravamo convinti di non dover più tornare sull’argomento. Evidentemente quelli di VoxNews non erano d’accordo, insistendo molto (in modo più o meno esplicito) sui due punti riportati ad inizio articolo. C’è effettivamente un complotto messo in atto da diversi giornalisti, i quali volutamente stanno dando poco spazio a Riccardo? Assolutamente no ed una spiegazione interessante su questo tema ce la fornisce Wired.
Le cose sono andate diversamente rispetto a quello che dice VoxNews. Basti pensare al fatto che il titolo del loro articolo parla di “Riccardo vero eroe”. Premesso che anche Ricky, così come viene chiamato dagli amici, sia stato bravissimo ed abbia avuto un ruolo molto importante nello sventare l’attacco, la telefonata ai Carabinieri sia partita da Ramy Shehata (c’è anche un audio pubblicato da laprovinciacr), mentre quella alla mamma è partita dall’altro ragazzo straniero protagonista delle recenti cronache, ovvero Adam (anche qui abbiamo un video facilmente reperibile in Rete).
E Riccardo? Il suo merito è stato quello di aver passato lo smartphone che nel frattempo era scivolato dalle mani del suo compagno. E quanto al complotto mediatico, come evidenzia Wired è stato lo stesso Ricky a fare il nome dei suoi due amici in merito alle chiamate che sono partite dal bus dirottato. Insomma, tutti hanno riportato la verità, senza alcun complotto pro-immigrazione, dando ai vari protagonisti di questa storia i giusti meriti trapelati dalle dichiarazioni dei diretti interessati. Fine della storia.
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