Berlino ci disse di portare i migranti in Italia è un titolo virtuale.
Un titolo che non esiste. Un errore clericale? Un errore di valutazione? Non è questo il punto e non siamo qui per puntare il dito su qualcuno.
Esiste un articolo, ben scritto e redatto, dal titolo Sea Watch, Carola Rackete alla tv tedesca: “Berlino ci disse che dovevamo registrare i migranti in Italia”.
Articolo che vi consigliamo seriamente di leggere. Leggere con attenzione e tutto perché è stupendo.
Per quel che ci riguarda, il punto che ha causato tanta indinniazione è qui
Secondo la giovane tedesca, la Germania ha avuto una grossa responsabilità nella decisione di far sbarcare i migranti in Italia: “Quello che è interessante nel nostro caso è che, un giorno dopo che avevamo fatto il salvataggio, la città di Rottenburg si era dichiarata pronta a prendere i fuggiaschi. La città del Baden-Wuerttemberg era pronta anche a mandare un bus finanziato da donazioni ma l’operazione avrebbe dovuto ricevere un permesso”. Questa soluzione non fu possibile perché “il ministro dell’Interno tedesco (Horst Seehofer) insistette perché i migranti venissero registrati in Italia. Ciò vuol dire che una soluzione ci sarebbe potuta essere”, ha riferito al programma durante un’intervista del 7 agosto con la giornalista Dunja Hayali.
Ovviamente, il Governo Tedesco ha constato l’ovvio.
Lapalissiano, ha detto quello che doveva essere fatto e non quello che sarebbe stato bello se fosse stato fatto.
Come vi abbiamo più volte spiegato, e l’ultima proprio riguardando assieme il caso della Sea Watch 3, il diritto internazionale ha delle precise regole.
Che stabiliscono come nelle operazioni di salvataggio il porto di sbarco dei naufraghi tratti in salvo debba essere il porto sicuro più vicino.
Porto sicuro che, geograficamente parlando potrebbe essere la Libia, ma geopoliticamente parlando non lo è. Dal punto di vista tecnico, secondo la comunità internazionale, la Libia è il contrario di un porto sicuro. È il posto dove non lasceresti mai qualcuno che hai appena salvato dopo un tentativo di sfuggirvi.
Segue il porto di Tunisi. Ma mancano con la Tunisia accordi per le richieste di protezione umantiaria. Sarebbe un bel problema: salvare qualcuno per poi non sapere cosa accadrà dopo? Sarebbe come non salvare nessuno.
Quindi, resta Lampedusa.
Quindi il porto più sicuro è Lampedusa, e secondo la Convenzione di Dublino, ovviamente, si occupa della registrazione degli immigrati lo stato in cui per primi hanno messo piede, salvo che non abbiano parenti legalmente soggiornanti in altro stato dell’UE.
Ne consegue che, volendo fare tutto secondo legge, è ovvio che la Germania possa incaricarsi di prendersi in carico migranti regolarmente sbarcati e registrati.
Altrimenti avrebbe violato il trattato di Dublino.
Ed ecco che qui arriva l’errore.
TPI, peraltro taggando il VicePremier, riporta l’articolo citato, ma con un titolo diverso
Titolo diverso dalla questione prospettata.
Ma si sa, gli indinniati non leggono mai oltre il titolo. Mai.
Ecco che contatti indicati come “Fan più attivi” si sono dedicati a commenti poco ortodossi come
Vogliono prendersi l’ Italia questi tedeschi. Sarà dura non c’ è più il PD
Costei, ci prende per fessi, manco non lo sapevamo, che era la Germania, a incitare l, approdo, in italia
Ovvio che era una mina anti salvini della merkel, lo sanno anche i bambini. Peccato che gli è scoppiata in mano, quantomeno stando ai sondaggi.
Ed è solo una piccola selezione dei commenti al limite del picaresco complottismo che si stanno affollando in queste ore.
(AGGIORNAMENTO) Oltretutto, una piccolezza come questa è piccola e leggera come un sassolino. Un sassolino è lieve, non fa danno, ma se colpisce la superficie di uno stagno ecco che tante onde si propagano e rimbalzano per la superficie.
Perché allora modificare un titolo perfetto? Un titolo forse più acchiappalike non ha generato problemi?
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