Torna la bufala de “per la NASA il cambimento climatico deriva dall’orbita solare”
La bufala “per NASA il cambimento climatico deriva dall’orbita solare” è tornata. Ce ne eravamo già occupati in passato, ma è tornata.
Il perché è tristemente ovvio: dopo i negazionisti bellici e i negazionisti pandemici sono arrivati i negazionisti del clima.
Spesso troll, spesso persone col “dente avvelenato” verso il mainstream, vittime e perpetuatori assieme dei complotti più assurdi. Abitanti di un allucinato mondo in cui il COVID19 è stato creato dai Poteri Forti come la guerra e il Cambiamento Climatico. Mondo in cui la cura è sottomettersi ad un altrettanto allucinato Putin-Dio Imperatore pronto a sottomettere la pandemia, il clima e la guerra con la sua maschia potenza.
Divinità che, come tutti gli dei dell’antichità, richiede un sacrificio da versarsi in gas e acqua. La piaggeria per una moderna divinità pagana, unita al trolling estremo, porta alla resurrezione di una vecchia bufala.
Torna la bufala de “per la NASA il cambimento climatico deriva dall’orbita solare”
Ce ne eravamo occupati qui, a suo tempo. E per suo tempo intendevamo il 2019.
Anno in cui pervenemmo ad una conclusione rapida: prendendo in prestito il termine degli scioperi contro il mutamento climatico. Ovvero il “climate strike”.
Strike come sciopero o come qualcosa di immediato.
Partendo da una versione semplificata per i meno curiosi se è normale che il clima muti nel lunghissimo periodo, è anormale che lo faccia nel breve, come sta accadendo ora.
Non è sostanzialmente normale perdere in mezzo secolo buona parte dei ghiacciai e trovarsi dinanzi a frane devastanti che distruggono gli stessi senza alcuna possibilità di riaverne.
Sono tornati commenti dell'”articolo della NASA”, commenti che, dicemmo allora e dicono ora anche i nostri colleghi, sono ahinoi errati.
Il riscaldamento a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni è troppo rapido per essere legato a cambiamenti dell’orbita terrestre e troppo grande per essere causato dall’attività solare
Riporta il reale articolo della NASA, scevro da commenti aggiunti e basato sulla differenza tra teoria e pratica.
La teoria è dominata infatti dal “Ciclo di Milankovich”, teoria che studia il macroscopico. Il succedersi delle Ere Glaciali nella storia.
La pratica è dominata da alcuni fatti osservati dalla NASA e di cui ogni commento che insinua che la NASA abbia negato il cambiamento climatico non tiene conto.
In primo luogo una produzione antropica di gas serra superiore in modo abnorme alla media di millenni di storia.
Per antropica, naturalmente, si intende “prodotta dall’essere umano”.
La CO2 prodotta negli ultimi settanta anni è abnorme rispetto a quanto esaminato non solo nei secoli, ma anche nei millenni precedenti.
E proprio in questo secolo abbiamo assistito a fenomeni come l’erosione dei ghiacciai e tutto quello che ci ha portato alla tragedia della Marmolada.
La situazione attuale
Un effetto tale che la stessa NASA ci ricorda che l’ingresso in una nuova era glaciale potrebbe rallentare di una misura infinitesimale il riscaldamento globale, ma ormai non poter fare niente per arrestarlo.
Cosa che richiederebbe una pianificazione collettiva e globale di lungo periodo e respiro e senza alcun tempo da perdere.
Dal sesto Sesto Rapporto di Valutazione dell’Ipcc, gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, apprendiamo le prove che
stabiliscono inequivocabilmente il ruolo dominante delle attività umane nella crescita della CO2 atmosferica.
Mentre uno studio pubblicato su Science conferma che “l’effetto serra si è già affermato al di sopra del livello della variabilità naturale nel sistema climatico”.
Tutto questo mentre, ricordiamo, la NASA non ha mai detto che l’attuale situazione deriva da elementi naturali, ovvero che il cambimento climatico deriva dall’orbita solare, ma che un insieme di fattori umani superano ogni possibile fattore naturale.
Una intera sezione del portale dell’Agenzia Aereospaziale è dedicata infatti a ricordarci che le prove scientifiche del cambiamento climatico globale sono inequivocabili e tutte legate all’intervento umano dell’ultimo secolo.
E non parliamo del solo scioglimento dei ghiacciai: fenomeni come l’innalzarsi del livello degli oceani, la tropicalizzazione del clima, l’acidificazione degli oceani e le siccità incipienti sono tutti collegati.
E destinati a diminuire la qualità della vita umana a livello globale nei prossimi secoli, trascinandosi dietro migrazioni, carestie e instabilità sociali.
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