Lo sfregio alla tomba di Alfredino fa tanto male, ma al dolore si unisce la rabbia. Nella giornata di ieri abbiamo riportato la notizia di quanto avvenuto al cimitero del Verano, a Roma, sulla lapide del piccolo Alfredo Rampi e di suo fratello Riccardo. Una visitatrice ha notato che sul marmo dei due fratelli sono comparse delle svastiche insieme a parole ingiuriose. “Drogato”, ha scritto qualcuno accanto alla foto di Riccardo. Sul caso sono in corso le indagini, e nelle ultime ore Il Messaggero ha raccolto le dichiarazioni di Franca Rampi, madre di Alfredo e Riccardo, che per trovare i responsabili si è subito attivata.
La storia di Alfredino è tristemente nota come la tragedia di Vermicino. Il piccolo Alfredo Rampi, 6 anni, era precipitato in un pozzo artesiano il 10 giugno 1981 a Vermicino, nei pressi di Frascati. Seguirono giorni di tentativi disperati di riportare in salvo il bambino. Il tutto avvenne sotto l’occhio costante delle telecamere Rai con la prima diretta televisiva più lunga della storia. Il 12 giugno le speranze di salvarlo si fecero più palpabili con l’intervento di Angelo Licheri, che riuscì a raggiungere il piccolo a 60 metri di profondità e resistendo oltre il limite consentito a testa in giù per tentare di afferrare Alfredo e riportarlo in superficie.
Licheri verrà ricordato per sempre come l’angelo di Vermicino. Alfredino morì il 13 giugno 1981 dopo 3 giorni di agonia. Oggi Alfredo riposa al cimitero del Verano accanto al fratello, Riccardo, morto nel 2015 stroncato da un infarto.
La tomba di Alfredo e Riccardo è stata profanata con svastiche e scritte ingiuriose. Lo scempio è stato riportato ieri dai quotidiani nazionali, a seguito della segnalazione di una visitatrice. Sulla lapide dei due fratelli sono comparse svastiche e scritte ingiuriose impresse con un pennarello nero indelebile.
I carabinieri si sono subito attivati per individuare i responsabili, ma l’assenza di telecamere di videosorveglianza potrebbe complicare le cose. È ciò che rivela Franca Rampi, madre di Alfredo e Riccardo, intervistata dal Messaggero.
“Quando ho visto quello che avevano fatto non ho creduto ai miei occhi”, rivela Franca Rampi al Messaggero. Domenica 29 maggio la madre di Alfredo e Riccardo si trovava al Verano per portare un fiore ai suoi figli, ma il custode del cimitero le ha detto che c’era un problema con la lapide.
I primi tentativi di cancellare le scritte e i simboli oltraggiosi sono stati vani. Per Franca si è trattato del “gesto di un folle” o di “qualcuno che voleva attirare l’attenzione”.
Abbiamo denunciato quanto avvenuto ai carabinieri che ora stanno indagando. Ho contattato anche gli avvocati che stanno seguendo la vicenda. Ora però temiamo che con questo clamore, la situazione possa peggiorare. Che possano addirittura tornare.
L’oltraggio “non fa che riaprire ferite mai rimarginate del tutto”. Ora è caccia ai responsabili, ma non sarà facile. Franca Rampi spiega che gli investigatori riferiscono che in quella zona del cimitero non ci sono telecamere dirette, ma “siamo decisi ad andare fino in fondo”.
Parole di condanna arrivano anche dal Centro Alfredo Rampi Onlus, che sui social ha pubblicato una nota:
Episodi del genere possono lasciare costernazione e indignazione, ma – proprio nello spirito che anima la nostra associazione fin dalle sue origini – devono produrre forza trasformativa, rimettendo al centro della riflessione culturale del nostro Paese una proposta alta di attenzione alle nuove generazioni, per far fronte alle emergenze educative e sociali che sono all’origine di eventi di questo tipo.
Per il momento, le indagini per individuare i responsabili della profanazione sulla tomba di Alfredino sono in corso.
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