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Tolleranza 0 per finti medici e infermieri che diffondono audio WhatsApp: nuove regole da marzo

Arriva finalmente un primo importante provvedimento che potrebbe quantomeno portare ad una limitazione degli audio WhatsApp a tema Coronavirus. Come notato fino a pochi giorni fa, infatti, sempre più spesso gli italiani ricevono catene con messaggi vocali privi di fondamento. Spesso e volentieri concepiti con il chiaro intento di alimentare disinformazione e allarmismo tra gli italiani. Soprattutto presso coloro che hanno minore dimestichezza con queste situazioni e tendono a credere a tutto in un periodo storico tanto delicato per il nostro Paese.

Le contromisure contro falsi medici e infermieri che diffondono audio WhatsApp

Di cosa stiamo parlando esattamente? Da oggi avrete uno strumento in più per identificare gli audio WhatsApp di presunti medici e infermieri, in modo tale da capire se possano essere autentici o meno. Il riferimento cade su un recente post apparso su Facebook nella pagina FNOMCeO, in relazione alla comunicazione agli Ordini n. 37, “Indicazioni messaggi sui social”. Vediamo dunque in cosa consiste la novità che consentirà di verificare gli autori di tali messaggi.

Fondamentalmente, da oggi 14 marzo la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri impone a tutti gli iscritti che al momento della diffusione di audio WhatsApp, o di qualsiasi altro messaggio potenzialmente virale, che in questi frangenti ci sia la massima trasparenza sulla fonte. Cosa vuol dire questo? Tutti i soggetti interessati ora dovranno indicare la propria qualifica, l’Ordine di appartenenza e il numero di iscrizione. Solo così potrà avvenire la pubblicazione sui social di contenuti in qualche modo riguardanti l’informazione sanitaria.

Si spera che in questo modo, tramite una maggiore esposizione della propria persona e della propria figura lavorativa, possa essere in qualche modo limitata la diffusione di messaggi audio WhatsApp non veritieri o, peggio ancora, originati da soggetti che in realtà non hanno competenze per affrontare determinate tematiche legate al Coronavirus. Staremo a vedere.

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