Ci segnalano i nostri contatti un articolo che contiene un errore fattuale, relativamente alle affermazioni sulla morte di Giulia Cecchettin, giovane donna uccisa dal reo confesso Filippo Turetta, persona che secondo alcune teorie del complotto e trollate mattoniste non esisterebbe, eppure si è palesato in aula per rilasciare la sua devastante confessione.
Non solo quindi i troll, ma anche gli errori giornalistici ci mettono lo zampino: ci è stato quindi segnalato un giornale che ha riportato una frase della madre di Giulia Cecchettin. Morta però nel 2022, a ottobre.
La frase incriminata è
Turetta respinge l’accusa di premeditazione, ma gli indizi dipingono un quadro inquietante. L’uso dell’app spia, se confermato, rafforza l’ipotesi che il giovane avesse organizzato ogni dettaglio con cura maniacale. «Il pensiero che potesse ferire qualcuno o essere ferito mi ha sbloccato», ha detto la madre di Giulia, che nel suo dolore racconta i sospetti crescenti sul controllo ossessivo che Turetta esercitava sulla ragazza.
Ma in realtà questa frase è stata, recentemente, detta dalla madre sessantenne di un figlio 33enne con problemi di droga, che ha preferito restare anonima, per giustificare la sua scelta di denunciare il figlio dopo che questi aveva annunciato la sua intenzione di compiere delle rapine per pagarsi la droga.
Proprio in tempi di trolling, il giornalismo dovrebbe essere attento ad evitare confabulazioni e passi falsi.
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