“Terrapiattisti veneti fermati a Ustica: volevano arrivare alla fine del mondo”, cosa dicono le fonti
I nostri contatti ci segnalano un articolo pubblicato da Fanpage oggi, 1 settembre 2020, che racconta l’odissea di una coppia di terrapiattisti veneti fermati a Ustica in pieno lockdown, dispersi durante un’impresa titanica: trovare la fine del mondo. Secondo il racconto di Fanpage la vicenda risale al mese di aprile, quando l’Italia intera era costretta al lockdown. La coppia voleva raggiungere il finis terrae ma per spostarsi avrebbe usato una barchetta che l’avrebbe portata a Ustica, dove sarebbe stata fermata dalla Guardia Costiera.
Fanpage riporta che la coppia, un uomo e una donna di mezza età, aveva deciso di intraprendere il viaggio per dimostrare che la Terra non è sferica. Il loro equipaggiamento, a quanto pare, era troppo scarso per la traversata: per raggiungere il finis terrae (qui raccontato da Vanity Fair) erano partiti dal Veneto con la loro macchina per poi acquistare una barchetta a Termini Imerese (Palermo) e da lì navigare in direzione Lampedusa, che i due terrapiattisti veneti sostenevano fosse il finis terrae. Con sé avevano una bussola e il loro viaggio è terminato ad Ustica, dove sono stati intercettati dalla Guardia Costiera che li ha trovati stanchi ed assetati.
La fonte
Fanpage scrive che la notizia è stata riportata in questo articolo pubblicato da La Stampa, che ha raccolto la testimonianza del medico dell’ufficio di sanità marittima del Ministero della Salute. Il pezzo de La Stampa è riservato agli abbonati, ma prima che la pagina sia coperta dal paywall siamo in grado di leggere: “Sembra uno scherzo, invece è tutto vero”. La fonte sarebbe dunque il medico che avrebbe raccontato a La Stampa la storia che oggi poniamo in analisi.
I due sono partiti dal Veneto durante il lockdown diretti a Lampedusa, violando tutte le restrizioni. A Termini Imerese, vicino a Palermo, hanno venduto la loro macchina e hanno comprato una barchetta, decisi a puntare verso l’isola. La cosa divertente è che si orientavano con una bussola, strumento che funziona sulla base del magnetismo terrestre, principio che loro, da terrapiattisti, dovrebbero rifiutare.
La coppia è stata poi messa in quarantena a Palermo, avrebbe tentato la fuga e poi sarebbe stata ripresa dalla Capitaneria di porto. I terrapiattisti veneti avrebbero tentato nuovamente di fuggire fino a rifugiarsi in casa di un mitomane che sosteneva di essere positivo al COVID. Infine la coppia sarebbe rientrata in Veneto.
Come abbiamo già riportato, la fonte principale è il medico intervistato da La Stampa e la stessa notizia viene ripresa da altre testate da NeXt Quotidiano a Today, compresa Repubblica senza tralasciare Il Messaggero e Corriere della Sera. Tutti gli articoli, però, fanno riferimento a La Stampa e alle parole del medico.
La vicenda dei terrapiattisti veneti esiste dunque in un’unica versione, condivisa dalle testate principali e con i medesimi dettagli, tutti riferiti a La Stampa. Attendiamo nuovi riscontri.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.