Bufala

“Tenere buoni e sotto controllo gli asini in questo momento è vitale” – Bufale e sindrome della Torre di Avorio

Ci segnalano i nostri contatti la foto di un milite con un somaro sulle spalle, che incita a tenere buoni e sotto controllo gli asini.

Vi avevamo già accennato che a Marzo questa bufala (perché di bufala si tratta) era molto in voga assieme alle citazioni immaginarie di tale “Eracleonte da Gela”. Potremmo semplicemente chiudere la vicenda qui, ma preferiamo analizzare nel dettaglio la bufala del “tenere buoni e sotto controllo gli asini” e spiegarvi perché sarebbe meglio farla finita qui ed ora.

“Tenere buoni e sotto controllo gli asini in questo momento è vitale” – La Bufala

Partiamo dalla bufala in sé. Una foto

“Tenere buoni e sotto controllo gli asini in questo momento è vitale”

Con la sua brava didascalia, del tutto inventata.

“Questo soldato porta sulle spalle un asino; non lo fa perché ama gli asini, ma perché la zona è minata. Se l’asino andasse in giro liberamente, salterebbero tutti per aria. Tenere buoni e sotto controllo gli asini in questo momento è vitale”

Come ha avuto modo di esaminare Facta, la foto ritrae in realtà esattamente quello che la didascalia nega: un soldato che ama gli asini.

Nella fattispecie, un soldato affezionato ad un singolo asino, l’asino Bambi, mascotte del Reggimento. Per essere precisi, la 13a Semibrigata della Legione Straniera, corpo militare dell’esercito francese.

La foto è tratta dal conflitto Algerino del 1958, dove la Semibrigata raccolse dal campo di battaglia un somarello denutrito e abbandonato. Dopo averlo riportato in salute, decisero di farne la loro mascotte, ribattezzandolo Bambi e prendendosi cura di lui per tutto il conflitto. In quanto mascotte, il somarello Bambi era infatti considerato una via di mezzo tra un amato animale domestico e un portafortuna: in tale veste si cercò, nell’evento ritratto in quella foto, di evitarne la morte.

La cosa riuscì, e le foto del somarello Bambi arrivarono sino al Daily Mirror e di lì a diverse associazioni per la tutela degli animali. La società Americana per la tutela degli Animali e prevenzione della crudeltà verso di loro (ASPCA) cercò invano il nome di quel milite in particolare, la società Inglese per la tutela degli animali e prevenzione della crudeltà, la RSPCA decise invece di inoltrare una lettera di encomio all’intero Reggimento

Encomio al 13mo Semireggimento della Legione Straniera, tratto da http://foreignlegion.info

E questo basterebbe a concludere la nostra storia con un verdetto di bufala, ma ci tocca, come l’astuto Joseph Joestar, avventuriero britannico della serie animata “Le Bizzarre avventure di JoJo” con l’abitudine di anticipare le mosse e intere frasi del suo avversario, anticipare quello che molti di voi diranno nei commenti e che ha giustificato la creazione di questa bufala.

“Ma perché dovete sbuffalare questa buffala?! Questa buffala è a fin di bene per attappare la bocca ai somari che sono pericolosi, volete far parlare i somari che poi si muore di pandemia?” (sic!)

No amici miei, nessuno qui sta dicendo e intende dire che bisogna sottovalutare una Pandemia. Anzi, è una cosa dannatamente importante, che nessuno dovrebbe sottovalutare.

Il concetto, è con un po’ di onestà intellettuale ci arrivereste è che condividere coscientemente una bufala è un boomerang che sdogana l’intero concetto di bufala.

“Tenere buoni e sotto controllo gli asini in questo momento è vitale” – La Teoria della Torre di Avorio

Tempo fa vi avevamo anche parlato di un modo controproducente di fare Fact Checking.

Un modo che cerchiamo di evitare. Forse non sempre ci riusciamo, ma, citando Jules Winnipeg di Pulp Fiction

Stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere. Vedi, adesso penso: magari vuol dire che tu sei l’uomo malvagio e io sono l’uomo timorato. E il signor Nove Millimetri, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre. O può voler dire che tu sei l’uomo timorato, e io sono il pastore. Ed è il il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. Questo mi piacerebbe, ma questa cosa non è la verità. La verità è che tu sei il debole e io sono la tirannia degli uomini malvagi. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore.

Ma ci stiamo provando.

Propagare la menzogna in nome della verità non è mai la scelta giusta.

Per tutta una lunga serie di ragioni.

Qual è il senso dell’aneddotica artificiale creata intorno ad una foto che vuol dire tutt’altro?

Sostanzialmente, cambiamo film. Passiamo “Matilda sei Mitica”, versione cinematografica del romanzo “Matilda” di Roald Dahl. Nel romanzo Matilda è l’astuta e intelligente figlia di un padre imbroglione e arruffone, venditore disonesto di automobili usate. Padre che nel film viene interpretato da un brillante Danny De Vito. Genitore che considera tra i suoi metodi educativi spiegare alla figlia Matilda perché ha ragione con questi accenti:

“Io ho ragione e tu hai torto. Io sono un genio e tu sei scema. Io sono grande e tu sei piccola”

Esiste una intera corrente nel mondo dei razionali, nell’autoimprovvisatosi fact checker, nella politica e nella vita sociale del paese, che tende in uno scontro ormai polarizzato a liquidare ogni discussione con la voce stentorea del Danny De Vito in grande spolvero, liquidando ogni discussione con l’eterno “Io ho ragione e tu hai torto, io sono un genio e tu sei scemo”.

Dove ci porta tutto questo?

Innanzitutto ad una polarizzazione totale dello scontro: anche un tema serio come la pandemia, viene trasformato dai buoni stessi in una questione politica.

Mostrare a qualcuno mille volte con dati e fatti che si sbaglia è rischioso: potrebbe decidere di ascoltarti, o potrebbe decidere, e spesso succede, di ignorare quei dati e fatti e costruire una teoria del complotto per non doverli prendere in considerazione.

Ad esempio inventando un relativismo inesistente, o dichiarando quei dati e fatti prodotti dei Poteri Forti, della Kasta o di qualsiasi altro ente immaginario.

Ma c’è sempre la speranza che qualcuno ti ascolti e diffonda quei dati e fatti. E quando hai conquistato la fiducia di qualcuno con dati e fatti, l’hai strappato ai complottisti che hanno solo rabbia e pancia.

Ma se anche tu, “razionale fact checker improvvisato” cominci a inventarti storie e bufale “buone” da contrapporre alle bufale “cattive” giustificandoti come il Danny De Vito che urla “Io ho ragione e tu hai torto, io sono un genio e tu sei scemo!” cosa avrete risolto?

In primo luogo vi scopriranno, perché qualcuno lo farà. Noi ci abbiamo messo poco a farlo, Facta anche meno.

In secondo luogo, vi ricordo che nel finale della favola di “Al Lupo al lupo” non parte un finale anni ’80 dove lupi, pastorello bugiardo e pastori si battono il cinque a mezz’aria e un riff di chitarra annuncia la sigla finale col montaggio delle scene più buffe. La storia finisce coi lupi che circondano il pastorello, probabilmente straziandone a morte le carni, e che si dirigono verso un villaggio che a forza di menzogne non crede più a niente e non prenderà difese contro una torma di lupi affamati che si lascerà alle spalle scempio e distruzione.

Infine, una comunicazione basata sulla plateale contrapposizione “Geni contro scemi” ha un enorme svantaggio che le persone veramente acute tra voi avranno notato: ci sono due parti in questo scontro, e ogni parte deciderà di essere quella che rappresenta il “genio” e che l’opposizione rappresenta lo “scemo”.

Quindi, se il “genio”, le “forze del Bene” entrano in scena con una bufala, la loro opposizione, i “cattivi”, si sentiranno legittimati a creare loro bufale, ancora più grosse.

E se da un lato vi sembra innocente raccontare la bufala del somarello perché “Tenere buoni e sotto controllo gli asini in questo momento è vitale”, pensate che poi dall’altro lato della trincea qualcuno vi risponderà inventando sul posto la Bufala del Patriota Q, più pervasiva, penetrante, indistruttibile e accattivante della vostra, vi “sconfiggerà” e avrete aperto la diga ad una gara di bufale sempre più oltraggiose e pericolose finché la verità non sarà altro che un triste ricordo.

Tutto questo perché avete deciso a tavolino, dalla vostra torre d’avorio, che in fondo “Una bufala a fin di bene” serve sempre…

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