Tempesta su PD e Zingaretti per la proposta Zanda di aumento stipendio parlamentari: 3 chiarimenti
Un mare di polemiche in queste ore attorno al PD, a Zingaretti, ma soprattutto alla proposta Zanda che a detta del Movimento 5 Stelle prevede un aumento degli stipendi per i parlamentari. L’idea del nuovo tesoriere scelto da Zingaretti (questa la colpa del nuovo Segretario del PD) sarebbe quella di allineare i guadagni dei parlamentari italiani rispetto a quelli del Parlamento europeo. Una diminuzioni dei costi a suo modo di vedere, un aumento a detta degli avversari politici.
Una sorta di tempesta che di riflesso ha coinvolto anche Zingaretti, il quale di recente ha nominato Zanda nuovo tesoriere del PD. Per il neo segretario un altro caso social, dopo quello riguardante i presunti titoli di studio conseguiti (ne abbiamo parlato poche settimane fa). Una volta raccolte tutte le informazioni, abbiamo pensato di dividere la questione della proposta Zanda in tre punti fondamentali.
La proposta Zanda nasce dal PD?
Il primo aspetto da chiarire è stato trattato poco fa da Zingaretti, il quale ha pubblicato un tweet ribadendo la fiducia al collega, ma facendo intendere al contempo che dal PD non siano arrivate idee concrete che potrebbero portare ad un aumento degli stipendi per i parlamentari. Una presa di posizione decisa, nel tentativo di evidenziare che la proposta Zanda al momento non faccia parte della sua agenda, a prescindere da quello che dicono i numeri. Notizia confermata anche da Repubblica.
Abbiamo già chiarito e confermo: non c’è nessuna proposta del #Pd per un aumento degli stipendi dei parlamentari. C’è una proposta di legge presentata da Luigi #Zanda, che ha tutta la mia stima, prima della nomina a tesoriere e addirittura prima delle primarie. No ai polveroni
— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) 28 marzo 2019
Confronto tra stipendi parlamentari europei ed italiani impossibile
Come riporta Next Quotidiano, un confronto diretto tra gli stipendi dei parlamentari europei e italiani è quasi impossibile. Sia perché i primi sono soggetti anche a regimi fiscali dei Paesi di appartenenza, sia perché in entrambi i casi ci sono rimborsi e importi variabili, tali da rendere superficiale qualsiasi tipo di comparazione (ad esempio anche il numero di presenze e soggiorni mensili in Parlamento, mai costante). A prescindere da quale parte si voglia difendere.
Il “prima” e l’eventuale “dopo” proposta Zanda
Un altro tipo di confronto oggi 28 marzo è stato invece concepito da Fanpage, con cui possiamo risalire al “prima” e al “dopo” proposta Zanda in Italia. Anche qui, però, i numeri veri e crudi devono tener conto in primis che l’indennità, in senso stretto, andrebbe a diminuire, così come persistono voci variabili che rendono difficile una sentenza definitiva sul suo programma e, indirettamente, quello di Zingaretti e del PD. Che hanno comunque preso le distanza dalla storia degli aumenti per gli stipendi parlamentari.
Indennità:
– attuale: 10385,31 euro
– legge Zanda: 8757,70 euro
Diaria:
– attuale: 3500 euro
– legge Zanda: 4800 euro
Esercizio del mandato:
– attuale: 2090 euro (più altri 2090 euro)
– legge Zanda: 4513 euro, con collaboratori pagati a parte
Altre spese:
– attuale: 1650 euro di rimborso forfettario
– legge Zanda: solo spese effettuate
Totale:
– attuale: indennità (lorda) 10385,31 + altre spese per 7240 euro (più altri eventuali 2090 euro)
– legge Zanda: indennità (lorda) 8757,70 euro + 9313 euro + spese di viaggio e collaboratori pagati a parte.
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