Tempesta social su Imen Jane: critiche sulle storie Instagram
Tempesta social su Imen Jane, al secolo Imen Boulahrajan, 26 anni è una di quelle notizie che odorano di deja vu, ma non lo sono.
Tempo fa avevamo assistito alle critiche per aver scoperto che dietro le sue pillole di economia mancava una laurea in economia. Ostacolo che non le aveva comunque impedito di raggiungere 350mila persone con le sue pillole in breve di economia.
I social danno e tolgono, dimenticano e ricordano: solo un anno fa il caso si era aperto e chiuso, ma adesso la polemica social è tornata, per un altro motivo.
Tempesta social su Imen Jane: critiche sulle storie Instagram
Quando una tempesta social si riattiva, lo fa con lo stesso meccanismo della sospensione condizionale: sul personaggio ritornano tutte le critiche passate e presenti, e tutte assieme.
“Imen Jane”:
Per aver pubblicato questa storia su Instagram pic.twitter.com/tsFklKVXBl— Perché è in tendenza? (@perchetendenza) July 4, 2021
Ecco che “Perché in tendenza?”, noto portale che si occupa del perché qualcosa diventa virale sui social, torna a parlare di Imen Jane. Per una serie di storie criticate dagli utenti social in cui la divulgatrice si dedica a discutere con la collega Francesca Mapelli di una serie di “disavventure” in vacanza.
Disavventure percepite come ingiuste critiche a dei lavoratori. Ad esempio una prima storia in cui
“Qui mentre Francesca Mapelli racconta al proprietario del lido come ci sia rimasta male oggi quando una commessa non le ha saputo raccontare la storia del negozio. La ragazza ha risposto dicendo di non essere pagata abbastanza per informarsi. A quel punto Mape le ha detto che se si fosse informata abbastanza avrebbe potuto avere l’occasione di essere pagata tre volte tanto come guida turistica“.
Andrebbe ricordato al riguardo che le guide turistiche prevedono studi ed esami specifici e che, a dispetto della narrazione verbale riportata nel video, 30 euro non è “tre volte 3 euro”, ma dieci volte.
Seguite da storie dove si parla di inglesismi e scarpe di lusso, restituendo un’immagine che i social non sono pronti a perdonare, tra accuse di classismo e di mancanza di rispetto verso lavoratori e meridionali.
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