“Tappare” la bottiglia di champagne con un cucchiaino nel collo serve a qualcosa?
Capodanno è passato, e i frigoriferi di molti sono pieni di avanzi, tra cui l’onnipresente bottiglia di champagne con un cucchiaino nel collo. Cosa che, secondo i consigli della nonna, è il metodo più efficace per evitare che si sgasi dopo aver sparato il tappo sul candelabro buono e averlo perso o disintegrato.
Ma anche in questo caso il consiglio è fallace: semplicemente il cucchiaino infilato nel collo è mero effetto placebo.
Lo champagne si sgaserà lo stesso, ma sarete pronti a dare la colpa alla qualità del prodotto, al frigorifero, al destino cinico e baro e non alle vostre azioni.
“Tappare” la bottiglia di champagne con un cucchiaino nel collo serve a qualcosa?
Ovviamente un cucchiaino penzolante nel collo di una bottiglia è fisicamente inadatto a contenere alcunché, e un indizio del fatto che siamo nel magico mondo delle leggende metropolitane e del “pensiero magico” è il corollario della teoria.
Quella che vuole, in caso di fallimento, che si riprovi con materiali “nobili”: ovvero laddove l’acciaio ha fallito si proverà con l’argento a qualità sempre più elevate. Siamo quindi nell’ambito del “pensiero magico”, ovvero l’attribuzione a materiali magici di poteri sovrannaturali.
Una ricerca effettuata a Stanford ed una successiva ricerca ad Epernay hanno invece confermato l’esatto contrario: che tu lo voglia o no, lo champagne aperto perderà parte delle sue frizzanti bollicine a meno che di non provvedere all’uso di un tappo ermetico.
E comunque sarebbe bene non lasciare una bottiglia di champagne abbandonata in frigo per settimane, tappo o non tappo, ma la si potrà con garbo e senza esagerare consumare con ospiti e amici.
Ogni spiegazione “pseudoscientifica” per il fenomeno dimostratosi una bufala non regge: l’idea che un cucchiaino “gelido” possa creare una cappa d’aria si scontra col fatto che prima o poi ogni oggetto si riscalda.
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