Sui tafferugli a Firenze stanno facendo focus le più conosciute realtà acchiappalike con un video estrapolato da una diretta ben più lunga che mostra le tragiche immagini di una carica della Polizia contro un gruppo di persone. Tra queste una ragazzina, che per Rassegne Italia diventa il simbolo di ciò che i complottisti chiamano “dittatura”. Vedere una ragazzina raggiunta dal manganello degli agenti in tenuta antisommossa è disturbante e fa indignare, ma intorno alla vicenda è necessario fare qualche ricostruzione.
Dire che sia “vietato dissentire dalla dittatura Conte” non è esatto, perché semplicemente la manifestazione non era autorizzata. Lo riporta Repubblica: il raduno non era stato approvato dalla Questura e nonostante questo da piazza Strozzi a Santa Maria Novella si è scatenata una guerriglia:
Erano cominciati ad arrivare in un centinaio proprio in via Calzaioli prima delle 21, ora di inizio della manifestazione non autorizzata e che già alla vigilia aveva allarmato la prefettura.
Il Fatto Quotidiano riporta che sulla strada si sono riversate circa 600 persone nella notte tra il 30 e il 31 ottobre 2020. 10 gli agenti lievemente feriti, 4 arrestati e circa 20 denunciati a vario titolo. La sequenza riportata da Rassegne Italia è estratta da una diretta dell’agenzia Local Team della durata di circa 2 ore, e il segmento che ci interessa inizia circa al minuto 1:37:00.
Corriere della Sera inoltre specifica che i tafferugli a Firenze sono iniziati una volta che un gruppo di manifestanti hanno tentato di forzare il blocco degli agenti. Inutile dire che non esiste alcuna fonte che provi che la Lamorgese avesse dato ordine di manganellare le ragazzine. Tale affermazione è un pensiero messo in rete da Rassegne Italia che liquida la notte di tafferugli a Firenze come una scelta del Governo di reprimere con la violenza qualsiasi tentativo di protesta.
La manifestazione non era autorizzata e non esiste alcun ordine da parte della Lamorgese che inviti i poliziotti a scagliarsi contro le ragazzine. Le immagini sono violente e non fa piacere vedere una ragazzina manganellata dagli agenti, ma parlare di dittatura in un tempo in cui di dittatura è consentito parlare è un maldestro tentativo di disinformare i lettori con un messaggio distorto, che piace particolarmente ai condivisori compulsivi.
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