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Suicidio o eutanasia di Noa Pothoven, i 3 punti focali: tra storia Instagram e “Vincere o imparare”

Raramente lo facciamo, ma a distanza di poche dal nostro primo articolo sulla vicenda, riteniamo doveroso dedicare uno spazio apposito ed extra a Noa Pothoven, l’ormai famosissima ragazza di 17 anni morta in Olanda dopo la sua battaglia per l’eutanasia. Per chi non lo sapesse ancora, Noa da anni viveva in uno stato di depressione così consapevole e profondo, da indurla a presentare richiesta a fine 2018 per procedere appunto con l’eutanasia. Tutto nasce dalle violenze sessuali subite dapprima a 11 e 12 anni, prima di essere violentata da due uomini a 14 anni.

Suicidio o eutanasia di Noa Pothoven?

Il dibattito del 4 giugno sul caso di Noa Pothoven ruota attorno al dilemma “suicidio o eutanasia”? Senza fare retorica, la questione dovrebbe essere secondaria. Tuttavia, se proprio vogliamo scendere in dettagli, è necessario analizzare bene la storia Instagram pubblicata dalla ragazza (poi rimossa) prima di sparare sentenze. Stamane si è diffusa la convinzione che sia stato un “banale” suicidio e che ieri tutte le testate abbiano sbagliato. Eppure il post lascia molte porte aperte. In particolare questo stralcio:

“Vado dritta al punto: entro massimo 10 giorni morirò. Dopo anni di lotte, la lotta è finita. Ho smesso di mangiare e di bere e dopo difficili confronti è stato deciso che potrò morire perché la mia sofferenza è insopportabile”.

Forse per il gusto di andare oltre la massa, alcuni in queste ore si soffermano sul fatto che abbia smesso di mangiare e bere prima di morire. Potrebbe essere quella la causa della morte? Possibile, ma allora questi “debunker” ci spieghino l’espressione “è stato deciso che potrò morire“, ben visibile su Repubblica. Se si trattasse di suicidio, chi altro avrebbe dovuto prendere decisioni dall’esterno? Mistero della fede.

La legge in Olanda sull’eutanasia

Qualcuno ha messo in discussione che in Olanda ci sia una legge che renda legale l’eutanasia. Le cose sono cambiate nel 2002. Da quel momento, è stato possibile procedere dai 12 ai 16 anni con il consenso dei genitori e almeno due perizie di medici specializzati. Dopo i 16 anni, come nel caso di Noa Pothoven, sono sufficienti le perizie, puntualmente arrivate. La sua domanda era stata rigettata a fine 2018, ma attenzione: in Olanda la perseveranza premia in questo frangente. Con perizie alle spalle e più richieste, è possibile procedere con l’eutanasia “legale”.

Cosa dice “Vincere o imparare”

Il libro di Noa Pothoven, chiamato da lei stessa “Vincere o imparare”, include critiche all’Olanda e all’assenza di strutture specializzate per casi come il suo, come evidenzia Next Quotidiano. Tuttavia, non si è mai lamentata delle istituzioni, contrariamente a a quanto affermato da alcuni politici italiani oggi. Ricapitolando, si può discutere per giorni se il caso di Noa Pothoven debba essere archiviato come eutanasia, nel senso stretto del termine, o più semplicemente di suicidio assistito (comunque differente rispetto al suicido, come è stato inteso da alcuni giornali oggi). La verità è che delle decisioni in linea con la volontà della ragazza siano state prese di recente, lo conferma lei stessa nella storia Instagram, così come è vero che nessuno disponga del referto medico del suo decesso. Né su un versante, né sull’altro.

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