“Sui canali stranieri immagini del ponte di Crimea”, fonti russe import
“Circolano sui canali stranieri immagini del ponte di Crimea”, ma tanto sono solo #fontirusse. Secondo la nuova struttura “ibrida” in una guerra ibrida che abbiamo già visto.
Le fonti russe “captano” rumori di fondo e leggende metropolitane occidentali. Ci aggiungono sovente del loro, come per la falsificazione che ha visto un finto spot Giapponese far dichiarare ad una nota catena alimentare (che poi ha smentito) che il Popolo Giapponese era dalla parte di Putin perché stanco di sentire le “lamentele Ucraine” e di volere che i russi le mettessero a tacere.
A questo punto le “fonti Russe di importazione” tornano in madre patria presentate su canali Telegram filorussi e russi come “immagini presentate a voi da canali stranieri”. Il Russo medio non ha ovviamente possibilità di controllare. Crede davvero in un mondo fantastico e allucinato in cui “Milioni di Europei” sono pronti a tradire le loro patrie per marciare con l’Armata Rossa alla conquista dell’Occidente, sottomettendosi davanti a Putin. Ma anche in cui l’Inghilterra allo sbando insegna la pedofilia nelle scuole e compete con l’Occidente per “l’onore” di bombardare con l’atomica la Russia per annientare e distruggere il popolo.
Non ci sorprende un’altro caso di “fonti russe import”. Come questa segnalazione pervenutaci.
“Sui canali stranieri immagini del ponte di Crimea”, fonti russe import
La segnalazione dichiara che le c.d. “fonti russe” avrebbero individuato su “canali stranieri immagini del ponte di Crimea” che inchiodano le responsabilità Ucraine, abbracciando la tesi putinista di un “atto di terrorismo ucraino” atta a giustificare bombardamenti e atrocità su Kiev
In realtà i colleghi stranieri di “Les Observateurs” hanno individuato la cosiddetta “fonte da canali stranieri” in un canale Russo che si occupa di avvistamenti ufologici.
L’equivalente locale dei nostri “video di Mistero” dove bizzarre creature come lo Gnomo Armato di Ascia e svariati alieni appaiono, spesso per mera paereidolia, su video sfocati a bassa risoluzione tra ombre e sassi.
E in entrambi casi la bassa risoluzione alla fonte, esacerbata da ricondivisioni in cui il video viene presentato come un filmato ripreso da un cellulare che riprende un cellulare è voluta: la bassa risoluzione rende le analisi meno possibili. Ma non impossibili.
Come evidenziato dall’analisi forense dei colleghi, i video presentano diverse anomalie compatibili con quanto ci si aspetterebbe da un “video confezionato di avvistamenti ufologici”.
L’esplosione risulta “disallineata” rispetto al punto di impatto, per cominciare, e lo stesso punto di detonazione non corrisponde a quello individuato dalla rete satellitare Maxar e diffuso alle agenzie di stampa.
Altre anomalie descrivono l’applicazione di una serie di filtri grafici per simulare la ripresa da parte di un drone “casualmente” vicino al punto dell’impatto.
Ma come ha ricordato Nick Waters (Giornalista, Bellingcat) i droni di sorveglianza non registrano l’audio, e in quel video è possibile udire chiaramente gli effetti audio di un’esplosione, ancorché simili a effetti audio di “detonazioni standard” che tornano spesso sul canale.
Non avrebbe senso inoltre usare una ripresa da telecamera a infrarossi su un ponte munito di illuminazione, questa renderebbe la ripresa troppo luminosa “come un albero di Natale”.
L’esperto ricorda che questo è un artificio comune nei video “sospetti”, usati per dare un’immagine scientifica e insieme marziale, occultando i difetti grafici dell’elaborazione.
Citando i colleghi di Open, “Les Observateurs” conclude con l’esistenza di un ricchissimo filone di filmati “made in Russia” attribuiti a fantomatici “Occidentali buoni” pronti a svelare le magagne degli “Occidentali cattivi”.
Fact Checking in Salsa Russa
Sin dai primi momenti del conflitto abbiamo notato una tendenza della “guerra ibrida”. La creazione di “falsi Fact Checker”, asserviti alle idee della Duma e pronti a difenderle, pronti a ad ammantare di legittimità la “fonte russa” di turno e a delegittimare l’opera del Fact Checking occidentale, come il circuito EDMO.
Iniziative come “War on Fakes” sono ad esempio saltate agli onori della cronaca durante i fatti di Bucha, rintuzzando i rilievi di fact checkers, giornalisti e osservatori con le false teorie dei “cadaveri piantati dagli Ucraini” o della false flag.
Esistono documentati circuiti di inesistenti debunker pro-Cremlino, con storie assurde per renderli legittimi e simpatici al popolo, che non hanno neppure il buon gusto di esistere.
Come Vladimir Bondarenko, miliardario, giornalista, aviatore, “Tony Stark” dei poveri, Ucraino di nascita ma Putinista per scelta, che nella sua narrazione avrebbe scelto di schierarsi per la Russia denunciando le falsità Ucraine.
Oppure la sua collega Irina Kerimova, improbabile personaggio saltato fuori dalla versione Sovietica di una commedia romantica di Sandra Bullock, insegnante di chitarra Ucraina porta a porta che ha scoperto insieme un’infuocata passione per Putin e il giornalismo dedicandosi a redigere articoli su articoli in sua difesa.
Entrambi, come tutto porta a ritenere anche questi video, creati a tavolino con un computer per legittimare una narrazione e combattere uno dei principali nemici della guerra ibrida: il Fact Checking. Quello vero.
Della vicenda si sono occupati anche i colleghi di Facta, oltre a come abbiamo visto quelli di Open.
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