Una foto virale mostra una classe di bambini separati in base al colore della pelle. L’immagine è stata pubblicata il 5 settembre 2020 e tanti commentatori sostengono che sia stata scattata nel 2019. Secondo la didascalia, l’istantanea sarebbe stata scattata in Sudafrica.
Una foto tremenda che continua a scatenare polemiche. Il ritorno a scuola in un paese sudafricano è stato cosi: bimbi bianchi al tavolo più grande e quattro bambini di colore distanti, seduti attorno ad un piccolo banco. Una mamma ha detto: “Ero così contenta per il primo giorno di scuola della mia bambina, ora non più. Il razzismo non è scomparso, è un problema da affrontare, ovunque”.
Con una ricerca tramite immagini scopriamo che sì, l’immagine risale al 2019. Il caso ottenne una certa attenzione mediatica e la stampa internazionale pubblicò tanti articoli sulla vicenda. La BBC, per esempio, aveva pubblicato una ricostruzione il 10 gennaio 2019.
La BBC faceva riferimento ad un articolo pubblicato il 9 gennaio 2019 su Times Live, portale di informazione del Sudafrica (qui il disclaimer). La vicenda è avvenuta alla Laerskool di Schweizer-Reneke. La madre di uno dei bambini aveva fatto scoppiare il caso dopo che l’insegnante, nel primo giorno di scuola, aveva condiviso la foto della classe nella chat WhatsApp frequentata dai genitori per far vedere che i bambini stavano bene. Notando la separazione dei bambini in base al colore della pelle, un altro genitore aveva contattato il preside della scuola, il quale aveva riferito di non essere al corrente della situazione. Intanto l’immagine era diventata virale sui social.
La BBC, nel suo aggiornamento, aveva riportato che Sello Lehare – ministro dell’Istruzione della provincia del Nord Ovest – aveva fatto un sopralluogo nella Laerskool e gli era stato riferito che i bambini erano separati sulla base della lingua afrikaans e inglese. Il giorno dopo la pubblicazione della foto sul web, all’esterno della scuola si erano radunati degli attivisti per protestare contro quella situazione e alcune mamme avevano ritirato i bambini della scuola.
Per ricostruire le dinamiche della vicenda, Lehare aveva annunciato che l’insegnante era stata sospesa con effetto immediato. Ancora, Lehare riferiva di non aver accettato le spiegazioni dell’insegnante. Il 14 gennaio 2019 la stampa locale aggiornava sulla sospensione dell’insegnante. A ricevere il provvedimento non era stata la docente artefice della scelta di separare i bambini in base alla lingua, bensì Elana Barkhuizen, ovvero l’insegnante che aveva scattato la foto.
Il 16 gennaio 2019 la Barkhuizen aveva spiegato che i 4 bambini di colore separati dal resto della classe parlavano la lingua tswana, dunque né afrikaans né inglese, e per questo erano stati aggregati tra loro per evitare di farli sentire a disagio con gli altri, una scelta che avrebbe riguardato solo il primo giorno di scuola.
Sollecitato dal sindacato Solidartet, il tribunale di Johannesburg verso la fine del gennaio 2019 aveva stabilito che la sospensione dell’insegnante si era rivelata illegale e per questo Elana Barkhuizen poteva rientrare al lavoro. Come riportavano le agenzie di stampa, secondo i sindacati e secondo il tribunale il Ministro Sello Lehare aveva agito “in modo populista”, dunque rispondendo “di pancia” alle richieste di “tutte le famiglie inferocite”.
Secondo il tribunale, ancora, il provvedimento contro la Barkhuizen si era rivelato illegale in quanto l’insegnante non aveva avuto la possibilità di spiegarsi.
Dietro una foto virale c’è sempre una storia. Quella proposta con una certa semplificazione racconta un episodio di razzismo con il lezzo dell’apartheid mentre l’insegnante accusata aveva raccontato di aver scelto di separare i bambini in base alla lingua parlata, una decisione che riguardava soltanto il primo giorno di scuola per far sentire i bambini a casa, a proprio agio, e raggrupparli tra coloro che parlavano la stessa lingua.
L’articolo che avete appena letto vuole essere un approfondimento sulla vicenda: il tribunale di Johannesburg aveva ritenuto illegale la sospensione dell’insegnante che aveva spiegato che la separazione tra gli studenti non aveva connotazioni razziste.
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