Qui Shadow, la vostra guida nel mondo della Rete, con una storia ricolpa di disgusto e di ogni motivo per cui, su Internet, la libertà di parola ha fallito.
Chi vi scrive è diretto responsabile del tentativo di trasformare Bufale.net in un’oasi pulita nel Mar Marcio della Rete, per questo, quando un affezionato lettore ci ha mandato screen e link, ho deciso di dedicarvi un editoriale che dimostra il perché chi vi scrive preferisce avere svitati e picchiatelli che scrivono in posta millantando il loro “diritto giuridico a scrivere nei commenti”
Siamo nell’Italia del 2018. Non un fantomatico “stato straniero pieno di stranieri che non rispettano le donne”, non in un episodio di The Handmaid’s Tale su TIMvision, non in pieno 1500 con Inquisitori vaganti.
Siamo nell’Italia del 2018 e succede che una ragazza normale, in un mondo normale regolato dalle normali leggi della fisica e da un clima normale, decide che il clima autunnale è sufficientemente freddo per una giacca ma abbastanza tiepido per una minigonna ed un paio di stivali.
Accostamento pregevole sia cromaticamente che esteticamente, almeno in un’Italia piena di tamarri e vrenzolame addobbati in modo da provocare ad Enzo Miccio caduta spontanea dei bulbi oculari
Succede che questa ragazza normale venga, per questo, tampinata da allupati di ogni genere, risma, forma e dimensione, aventi in comune solo una certa attrazione per il sesso femminile legata all’incapacità di dominare i loro istinti.
Capacità, ritengo non a torto, acquisita dai nostri antenati anfibi nel momento in cui la vita sulla Terra si è evoluta dallo stato asessuale alla primitiva divisione sessuale.
Del resto, persino un pavone che non compie il prescritto rituale di accoppiamento si prende beccate, e probabilmente l’equivalente aviario di un
Ca**o ti guardi, sfigato di mer*a, levati di torno o ti spiumiamo vivo, ‘sto uccello del malaugurio cafone…
Ma, evidentemente, il Popolo della Rete, specie in un occidente in cui lo stupratore più comune è il prossimo, non riesce a perdonare neppure uno sfogo.
Una pletora di moralizzatori dei costumi, credendo che Internet sia un mondo a parte assolto dalle regole umane e giuridiche del viver civile, decide di sprecare un’ottima occasione per tacere dimostrando cosa succede quando, al contrario di come accade da noi, quando un inqualificabile essere indegno dice “Non potete cancellare i miei commenti, ho la libertà di parola!” lo si risparmia anziché consegnare all’oblio il suo sfogo e consigliargli di sciaquarsi, ripetutamente, la bocca col Cif.
Ma poi solo voi femministe venite “molestate?” (Messo tra virgolette perché in questo specifico post non c’è nessuna molestia) mai che avessi letto un post simile scritto da una cattolica o da una di estrema destra. Forse perché sono un cumulo di cagate inventate di sana pianta?
Mi dispiace dirlo, davvero, ma bisognerebbe prendere atto una volta per tutte che l’abito FA il monaco. La scusa del ‘nessuno si deve permettere di dirmo niente, io mi vesto come mi pare piace’ perde di validità nel mmento in cui diventa una giustificazione alla mancanza di decenza e buon gusto. Senza scomodare Enzo e Carla, il completo in questione lascia ben poco spazio all’immaginazione, soprattutto se consideriamo la necessità di uno spostamento in bici. Si vede tutto, suvvia. La coscia è scoperta, in un punto pericolosamente vicino alle zone intime. Questo non da ragione agli uomini di comportarsi da troglioditi (perche qui si parla di esclusivamente di comportamenti da trogloditi, deo gratias non sono state fatte violenze di alcun genere, espressione gravissima, inaccettabile, mostruosa del comportamento suddetto)… ma non da nemmeno ragione a noi fanciulle di pretendere che qualsiasi roba messa addosso vada per un contesto pubblico, comportandoci noi stesse da cafone. Esiste un limite a tutto, e questo limite è chiamato “buon gusto”
Gli uomini dovrebbero semplicemente iniziare ad ignorarvi: niente complimenti, fischi molestie o apprezzamenti di qualsiasi tipo, dovete proprio smettere di dargli qualsiasi tipo di attenzione, like sui sociali compresio. Io ormai continuo ad andare per la mia strada anche quando state per essere aggredite. Se buttate continuamente merda sugli uomini, poi non vi aspettate che vi vengano a salvare il culo quando siete in difficoltà.
Comunque ho appena molestato una ragazzina commentando inappropriatamente il suo vestiario immodesto.
Ma perchè è andata a trovare il padre mentre lavora in ufficio? In anticipo poi… aveva fretta di vederlo? Mah… cavoli suoi…
Storia inventata troppo studiata, dettagliata é un fake acchiappa like (non è la prima volta quante ce ne sono cosi) anche se succedono purtroppo realemente ma queste que si riconosce subito nn sono vere e poi sta storia del finaziere?! Ma cos’è un tema da compito in classe?!
Fra luglio e agosto…forse in bici la gonna è diventata una cintura…No?
Visto che non smetterai mai di conciarti in questo modo, mi aspetto come minimo un pianto greco al giorno.
E se avessimo voluto andare oltre la segnalazione ricevuta, nel link che via abbiamo lasciato di commenti deteriori e deprecabili di questo tipo, che dalle nostre parti avrebbero comportato ban, screen e segnalazione immediata ne troverete a centinaia.
A centinaia, e vorremmo poter dire che è un triste scherzo per non dover ammettere che la libertà di parola ha fallito.
Perché dovremmo consentire libertà di parola a chi è convinto che solo le donne comuniste (e ma allora il PD?!?) siano oggetto di violenza sessuale, e se non fingano in quanto comuniste la meritano?
Perché dovremmo consentire libertà di parola ad una donna che, sputando sulla grammatica italiana e sulla stessa solidarietà umana, se non per sesso, decide di riscrivere il Codice Rocco riportandolo ad un’era precedente la riunificazione di libidine violenta e atto carnale omettendo il dato assodato della dottrina per cui
Si tratta di atti espressione di un appetito o di un desiderio sessuale, che quindi riguardano zone erogene differenti, idonei al contempo ad invadere la sfera sessuale del soggetto passivo mediante costringimento. Vi rientrano dunque diverse tipologie di atti, dal momento che il legislatore ha adottato una definizione onnicomprensiva, sostitutiva di quella vigente in precedenza e che era incentrata sulla distinzione tra congiunzione carnale (intesa come qualsiasi forma di compenetrazione corporale che consenta il coito o un equivalente abnorme di esso), ed atti di libidine violenti (intesi come ogni forma di contatto corporeo diversa dalla penetrazione, che, per le modalità con cui si svolge, costituisca inequivoca manifestazione di ebbrezza sessuale).
E obliterando in toto l’articolo 660 del codice penale, decidendo che le molestie sono perfettamente ammesse?
Perché dovremmo consentire libertà di parola a chi si vanta di andare per la sua strada quando [le donne] stanno per essere aggredite, ipoteticamente confessando di essere quindi pronto a punire un femminile che si sottrare alla libidine maschile compiendo, ripetutamente e senza rimorso alcuno, il grave reato di omissione di soccorso?
Perché dovremmo consentire libertà di parola a chi si vanta di molestare ed importunare ragazzine minorenni a scopo “educativo”, decidere che una donna adulta non ha diritto di andare a trovare suo padre da sola?
Perché dovremmo consentire libertà di parola ad una donna che decide che le donne “studiate” sono sicuramente bugiarde, perché, come insegna un nostro precedente articolo ed il Signor Distruggere, nel Medioevo le donne istruite finivano al rogo e le vere donne possono essere riconosciute dalla loro incapacità di distinguere un quadro di pregio da una foto e dalla loro grammatica atroce?
Perché dovremmo consentire libertà di parola a chi non solo è convinto che una settimana prima del 25 settembre ci sia luglio, ma che una gonna corta sia una licenza in bianco per la molestia?
E perché dovremmo consentire a chi ci ammanisce il trito “te la sei cercata” in una nuova forma di appestare gli spazi di discussione?
La libertà di parola ha fallito, ammettiamolo.
Perché Internet sarà anche un bar, ma in questo bar il buttafuori un briciolo di selezione la fa.
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