Su Bibbiano: perché Foti e Anghinolfi sono difesi da legali dei 5 stelle?
Infuriano ancora le polemiche social sull’inchiesta “Angeli e Demoni”, meglio conosciuta come “Il caso Bibbiano”. Sotto l’occhio del ciclone, stavolta, c’è l’indignazione del web per la provenienza politica degli avvocati a difesa degli imputati Claudio Foti e Federica Anghinolfi. Ricordiamo che lo psicologo Claudio Foti è lo psicologo e Direttore Scientifico della Hansel e Gretel di Torino, che non spaventava bambini vestito da lupo né sprovvisto di laurea per esercitare la professione. Federica Anghinolfi, tutt’ora agli arresti domiciliari, era la dirigente dei Servizi Sociali dell’Unione dei Comuni di Val D’Enza. Insieme a Francesco Monopoli, era il «deus ex machina del corso assunto dalla gestione dei casi di presunti abusi sui minori».
Claudio Foti e Federica Anghinolfi sono difesi da legali dei 5 stelle
Il web continua a infuriare sugli indagati Foti, Anghinolfi e tutto il sistema giustizia. Da un lato sembra legittimo indignarsi al sospetto che una parte politica possa aver coperto crimini perpetrati contro minori. D’altro canto, gli stessi sono pronti ad attivare la macchina del fango, non temendo di politicizzare l’inchiesta sui fatti di Bibbiano. Le indagini che si stanno svolgendo sono molto delicate. Necessitano di tempo e acume per essere portate avanti con successo. Ma siamo costretti a formualre, insieme alla gente, la stessa domanda che gira impertinente sul web:
SU BIBBIANO…
Secondo voi perché Claudio Foti è difeso dal legale Andrea Coffari, candidato con il Movimento 5 Stelle presentato dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dei 5 Stelle, Ministro che ha affidato la commissione d’inchiesta proprio a PD e 5 Stelle?
E secondo voi perché Federica Anghinolfi è difesa legalmente da un altro esponente di spicco dei grillini, capogruppo M5S Rossella Ognibene?
Perché è legale farlo. Non stanno infrangendo nessuna legge e nessun principio del Codice Deontologico Forense, di cui raccomandiamo la lettura e la comprensione dell’articolo 24, Titolo II, riguardante il Conflitto di Interessi.
L’articolo recita:
1. L’avvocato deve astenersi dal prestare attività professionale quando questa possa determinare un conflitto con gli interessi della parte assistita e del cliente o interferire con lo svolgimento di altro incarico anche non professionale.
2. L’avvocato nell’esercizio dell’attività professionale deve conservare la propria indipendenza e difendere la propria libertà da pressioni o condizionamenti di ogni genere, anche correlati a interessi riguardanti la propria sfera personale.
3. Il conflitto di interessi sussiste anche nel caso in cui il nuovo mandato determini la violazione del segreto sulle informazioni fornite da altra parte assistita o cliente, la conoscenza degli affari di una parte possa favorire ingiustamente un’altra parte assistita o cliente, l’adempimento di un precedente mandato limiti l’indipendenza dell’avvocato nello svolgimento del nuovo incarico.4. L’avvocato deve comunicare alla parte assistita e al cliente l’esistenza di circostanze impeditive per la prestazione dell’attività richiesta.
5. Il dovere di astensione sussiste anche se le parti aventi interessi confliggenti si rivolgano ad avvocati che siano partecipi di una stessa società di avvocati o associazione professionale o che esercitino negli stessi locali e collaborino professionalmente in maniera non occasionale.
6. La violazione dei doveri di cui ai commi 1, 3 e 5 comporta l’applicazione della sanzione disciplinare della sospensione dall’esercizio dell’attività professionale da uno a tre anni. La violazione dei doveri di cui ai commi 2 e 4 comporta l’applicazione della sanzione disciplinare della censura.
L’avvocata Rossella Ognibene si è dimessa dal suo incarico come capogruppo del Comune di Reggio Emilia per difendere la sua assistita. Poiché, insieme all’avvocato Coffari, non sono partecipi di una stessa società di avvocati o associazione professionale, non c’è nessun conflitto di interessi da chiamare in causa. Rossella Ognibene figura tra gli avvocati dello studio di Coffari. Peraltro, vorremmo trovare il senso di indignarsi il 17 di agosto per una (non) notizia del 29 giugno.
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